Cosa vedere nei dintorni di Spoleto: Campello sul Clitunno

Incredibile come l’Umbria abbia una miriadi di angoli da sogno a pochi passi dai “grandi classici”. Angoli sconosciuti ai più, ma che riservano delle sorprese al pari di destinazioni che hanno fatto del turismo il loro pane quotidiano.
È il caso di Campello sul Clitunno, piccolissimo ed “anomalo” comune da neanche 2500 anime che sorge ad una decina di chilometri dalla ben più nota (ed innegabilmente splendida) Spoleto. Vicinanza non solo territoriale, ma anche artistica, visto che entrambe custodiscono un tesoro preziosissimo: due delle costruzioni meglio conservate dell’eredità longobarda in Italia, entrate nel Patrimonio Mondiale  dell’Umanità UNESCO nel 2011.

Se dal punto di vista culturale e naturalistico Campello sul Clitunno non ha niente da invidiare, non è che a tavola se la passi peggio. L’essere membro dell’Associazione nazionale città dell’olio la dice lunga sulla qualità del prodotto, che viene considerato dai più come l’olio extravergine d’oliva migliore di tutta l’Umbria. Per non parlare dei gamberi di fiume, del tartufo e del Sagrantino…
Insomma, le ragioni per visitare la zona non mancano. Ma se hai ancora qualche dubbio, lascia che ti invogli un altro po’!

Dove si trova Campello sul Clitunno

Campello sul Clitunno è un comune in provincia di Perugia, a metà strada tra Foligno e Spoleto e confinante con la Valnerina.
Come la maggior parte dei borghi e delle cittadine della vallata umbra, è semplicissimo da raggiungere grazie all’antica via Flaminia, la SS3. Perugia, Assisi, Spello, Trevi, Spoleto… più che una superstrada, un museo a cielo aperto.

Il mio definirlo comune anomalo qualche riga sopra ha una una ragione ben precisa: il nome identifica l’aggregazione di 13 piccole frazioni sparse sul territorio. In ordine alfabetico – Acera, Agliano, Campello Alto, Fontanelle, La Bianca, Lenano, Pettino, Pissignano, Ravale, Settecamini, Spina Nuova, Villa. Il centro amministrativo/sede comunale si trova a La Bianca.
Nessuno di loro si chiama ufficialmente Campello sul Clitunno quindi. Con tale toponimo ci si riferisce alla zona di Campello Basso, in prossimità delle Fonti del Clitunno e custode della chiesa della Madonna della Bianca, e al borgo fortificato di Campello Alto.

Campello sul Clitunno, il castello medievale di Campello alto custodisce un borgo da cartolina

Cosa vedere a Campello sul Clitunno in una giornata

Le fonti del Clitunno

Hai mai veduto le Fonti del Clitunno?
Se non ancora, e credo di no, altrimenti me ne avresti parlato, valle a vedere.
Io le ho viste da poco e mi rammarico di averlo fatto troppo tardi.

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Scriveva così Plinio il Giovane ad un amico dopo la sua visita alle Fonti del fiume Clitunno, nel I secolo dopo Cristo.
Da allora, benché questo piccolo angolo di paradiso abbia continuato a sprigionare un fascino unico, il suo aspetto è cambiato radicalmente. Molto lo si deve al terremoto del 444, che trasformò un possente e navigabile Clitunno in un corso d’acqua come tanti. Le sue sorgenti erano molto più numerose, così come gli affluenti, spazzati via dalla forza della natura.

Oggi è un placido lago dai colori surreali a raccogliere la confluenza delle acque sotterranee, che sgorgano copiose dalle fessure delle rocce circostanti e vanno ad alimentare il fiume. Il merito è tutto di Paolo Campello della Spina, colui che (a partire dal 1860) rivoluzionò totalmente l’area con una serie di interventi naturalistici. Forse non era possibile restituire al Clitunno i fasti del passato, con Ville e Terme ad accompagnarlo fino a Roma, ma sarebbe stata una follia abbandonarlo a se stesso. Il conte creò un meraviglioso parco, con salici e pioppi ad ogni angolo e una fitta vegetazione acquatica sul fondo del lago.

Ed è ciò che possiamo ammirare ancora: vegetazione come messa in vetrina, a totale disposizione del visitatore, grazie ad un’acqua così limpida da sembrare surreale. Le sfumature del blu e del verde si confondono, completandosi le une con le altre. E poco importa se si tratta di una giornata uggiosa, dove la luce del sole non può enfatizzare quei colori. Sono incredibili anche senza “aiutini”. Credo che le mie foto parlino le foto per me, che alle Fonti del Clitunno ho passato una grigia mattinata di novembre.

Le Fonti del Fiume Clitunno sono all'interno di un parco fatto in prevalenza da pioppi e salici
Le Fonti del Fiume Clitunno sono raccolte in un lago dall'acqua cristallina
Le Fonti del Fiume Clitunno sono all'interno di un parco dove rilassarsi e fare una passeggiata
Le Fonti del Fiume Clitunno sono all'interno di un parco che raccoglie le sorgenti sotterranee in un lago

Un luogo sospeso nello spazio e nel tempo insomma, così romantico che sembra uscito da uno dei libri di Jane Austen. A completare l’opera, gli alberi in veste autunnale, il giallo dei pioppi che si mescola al verde dei salici piangenti. Un quadro di Monet che prende vita. Non c’è da sorprendersi se altri grandi scrittori come Virgilio, Lord Byron e soprattutto Giosué Carducci nelle sue “Odi Barbare” ne siano rimasti incantati.
E dire che la Flaminia in linea d’aria è vicinissima, eppure sembra distante anni luce. Su un altro pianeta, in un altro universo.

Informazioni utili per visitare le Fonti del Clitunno

È possibile accedere al parco all’interno del quale si trovano le Fonti del Clitunno solo tramite l’acquisto del biglietto d’ingresso.
Quello intero ha un costo di 3€, ma sono previsti sconti per comitive, bambini e pensionati. Tutti i proventi sono destinati alla manutenzione e alla valorizzazione dell’area.
Gli orari di apertura variano a seconda della stagione, per quelli ti rimando al sito ufficiale del Parco del Clitunno.
Il parcheggio (gratuito) si trova idealmente a pochi passi dall’entrata al parco, di fronte al ristorante.

Le Fonti del Fiume Clitunno sono all'interno di un parco ricco di panchine dove rilassarsi

Il Tempietto del Clitunno

Tra i sette siti facenti parte del circuito “Longobardi in Italia: i luoghi del potere“, entrato a far parte del patrimonio UNESCO nel 2011, c’è anche il Tempietto del Clitunno. Originariamente intitolata a San Salvatore (come quella di Spoleto), il piccolo luogo di culto ha la tipica forma di un tempio classico. A lungo si è disquisito sulla paternità della costruzione, dando quasi per scontato che si trattasse di un’opera romana. Studi recenti hanno invece dimostrato che sono stati i Longobardi, tra il VI e l’VIII secolo, ad erigere l’edificio sacro su un santuario pre-esistente, probabilmente intitolato al dio Clitunno.

Non starò qui a descriverne l’architettura o i significati simbolici e religiosi, non sarei in grado. Ma posso dirti che è un edificio che springiona un magnetismo unico, oltre ad attrarre per il suo aspetto piuttosto inusuale per l’Umbria. Sono stati i piccoli dettagli ad affascinarmi, soprattutto le decorazioni (delle colonne e della parte superiore) e gli affreschi interni. Ciò che più mi ha colpito è però il contesto: un angolino verdeggiante sul ciglio della strada, che se non ci fai caso nemmeno ti accorgi di star passando di fianco ad un monumento patrimonio UNESCO.

A proposito, devo raccontarti cosa ci è successo. Causa segnaletica non proprio ottimale, abbiamo erroneamente imboccato Via del Tempio e non Via Virgilio, sulla quale si trova il parcheggio ufficiale. L’errore (una volta tanto) si è rivelato un colpo fortuna: alla fine della strada c’è un sentiero che porta a quella che doveva essere una struttura turistica meravigliosa, oggi abbandonata. Il luogo è comunque molto suggestivo, oltre che in una zona ribassata a ridosso del Tempietto, sul quale si gode di una vista unica. Fai come noi, perditi e non perdetela!

Informazioni utili per visitare il Tempietto del Clitunno

Il biglietto intero per accedere al Tempietto del Clitunno ha un costo di 3€, con ingresso gratuito la prima domenica del mese. Sono previste riduzioni, per quelle e per gli orari di apertura ti rimando al sito del polo museale dell’Umbria.
Il parcheggio è gratuito ed è una sorta di piazzola sul ciglio della strada. Bisogna prestare molta attenzione ai pochi segnali presenti, o si rischia di passare oltre.

Campello sul Clitunno, il Tempietto longobardo patrimonio UNESCO ed il suo contesto naturale
Campello sul Clitunno, la facciata del Tempietto longobardo patrimonio UNESCO
Campello sul Clitunno, gli affreschi all'interno del Tempietto longobardo patrimonio UNESCO
Campello sul Clitunno, un frammento all'interno del Tempietto longobardo patrimonio UNESCO
Campello sul Clitunno, il Tempietto longobardo patrimonio UNESCO si rispecchia nel laghetto sottostante
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Il borgo fortificato di Campello Alto

A completare un quadro già incredibile, non può mancare il suggestivo borgo di Campello Alto.
Chiudi gli occhi e prova ad immaginare: un colle terrazzato ricoperto di piante di ulivi sulla cui sommità, quasi a mo’ di corona, si trova una cinta muraria circolare che custodisce castello e borgo medievale. Nonostante il numero esiguo di torri a confronto, come primo impatto mi ha ricordato la nostra Monteriggioni. Ciliegina sulla torta, la vista dall’alto dei suoi 514 metri che abbraccia tutta la valle spoletina.

Entrando dall’unica porta, sembra davvero di tornare indietro di secoli.
D’altra parte si tratta del centro abitato più antico della zona, fondato nel 921 d.C. da Rovero di Champeaux, conte di Borgogna arrivato da Reims al seguito del duca Guido di Spoleto. È proprio con la vicina e scomoda potenza che i Campello, italianizzazione di Champeaux, devono vedersela a lungo. Solo nel 1569 la comunità arriva ad uno statuto civile e religioso, trascritto su 35 pergamene ed applicato a tutto il territorio.
La struttura trecentesca è in gran parte ancora integra, grazie ad un lavoro di conservazione e restauro davvero eccezionale.

Campello sul Clitunno, il castello medievale di Campello alto il cui caampanile in origine era una torre di guardia

Ciò che è custodito all’interno delle mura del castello in realtà si visita molto velocemente. L’unico edificio di effettivo valore è la chiesa di San Donato con il suo campanile (ex torre), che se esternamente ha mantenuto il suo aspetto originario, all’interno è stata stravolta dalla moda del barocco. Ma non servono certo costruzioni di spicco per innamorarsi del borgo di Campello Alto.

Sono sufficienti i vicoli, o la piazzetta a ridosso della cinta muraria, che per un breve tratto è percorribile e diventa terrazza privilegiata sia sulla vallata che sulle costruzioni che ha protetto fedelmente negli ultimi 1200 anni.
Sarà stato il periodo (1 novembre), ma abbiamo avuto la fortuna di goderci il castello in solitaria, se non per un paio di signore che ciarlavano tra loro fuori dalla porta di casa. Questo è Campello Alto: un concentrato di romanticismo e storia difficile da trovare altrove.

Campello sul Clitunno, il castello medievale di Campello alto con la chiesa di San Donato
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Campello sul Clitunno, il castello medievale di Campello alto offre una vista da cartolina su tutta la valle spoletina

Cosa visitare a Campello sul Clitunno con un po’ più di tempo a disposizione

La nostra gita fuori porta per il Ponte di Ognissanti è stata all’insegna della calma e del relax. Per una volta non abbiamo voluto fare le cose in fretta, ci siamo presi il nostro tempo ed abbiamo dato più che volentieri a Campello sul Clitunno il tempo che reclamava. Idealmente, il giro comprendeva anche il castello di Pissignano Alto (spesso identificato come Borgo Lizori), ma tra imprevisti vari e strade sbagliate (di nuovo) siamo arrivati che era già buio.
Noi abbiamo la fortuna di dover percorrere appena un’ora e mezzo di strada, ma se non è il tuo caso ti consiglio di inserirlo nel tuo itinerario. Così come i castelli di Acera ed Agliano, più spostati verso la Valnerina.

Dove mangiare a Campello sul Clitunno

Un’altra delle ragioni per cui la scelta di Campello sul Clitunno a novembre si è rivelata vincente l’abbiamo scoperta a tavola.
Neanche a farlo apposta, tra le bruschette dell’antipasto ne abbiamo potuta gustare una davvero speciale, condita con un verdissimo olio nuovo di prima spremitura. Che il comune sia famoso per la qualità dell’olio extravergine d’oliva te l’avevo già svelato, e dopo averlo assaggiato non posso che confermare. Mica per altro, ma ho un palato piuttosto allenato. A Montepulciano, gastronomicamente parlando, non è che ce la passiamo esattamente male… anche se il nostro olio nuovo ha un verde più intenso ed è più piccante.

Al ristorante TrattOliva ci siamo finiti attirati dal nome, e per la vicinanza alle Fonti del Clitunno. Dell’antipasto un po’ ne ho già parlato, ma devo aggiungere che anche le bruschette con il patè di olive nere e verdi erano notevoli, così come gli affettati. A pecorini, mi dispiace, ancora non ci batte nessuno.
Sul primo sono andata a colpo sicuro, perché quando vedo scritto “tartufo” e “pasta fresca” (strangozzi umbri in questo caso) non riesco a passare oltre. Tartufo che da quelle parti è un altro prodotto d’eccellenza, non dimentichiamoci che Norcia è dietro l’angolo. Pavel invece ha optato per altro ingrediente tipico, i gamberi di fiume abbinati a tagliatelle all’uovo. Scelte eccellenti e ristorante promosso a pieni voti!

A Campello sul Clitunno tra i piatti tipici non possono mancare le bruschette al celebre olio extravergine di oliva
A Campello sul Clitunno tra i piatti tipici non possono mancare le bruschette al patè di olive
A Campello sul Clitunno tra i piatti tipici non possono mancare gli strangozzi al tartufo
A Campello sul Clitunno tra i piatti tipici non possono mancare i gamberi di fiume
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