Itinerario a piedi per Praga 7: il quartiere di Holešovice

Che Praga sia una città in vertiginosa crescita ed in continuo cambiamento è visibile non tanto in centro, quanto nei quartieri limitrofi e periferici. Perché se è vero che la richiesta sempre maggiore di alloggi ha fatto sì che alcune aree si “dilatassero”, altre senza simili possibilità sono riuscite a trasformarsi e reinventarsi. Addirittura rinascendo dalle proprie ceneri.

Sto pensando in particolar modo ad Holešovice e Karlín, messi in ginocchio dalle terribili alluvioni del 2002 e del 2013. La Moldava si era presa tutto, ma non è riuscita ad averla vinta a lungo. Testardi come la gente che li popola, sono tornati in grandissimo stile, entrando di diritto tra le zone più ambite della città. Holešovice è stato addirittura inserito dal The Guardian come uno dei 10 quartieri più cool d’Europa in cui vivere, per dire.

Ecco, Holešovice. Parliamo di lui, che proprio non riusciva a convincermi di essere diventato così diverso, così speciale. Perché di lì ci sono passata davvero tante volte, soprattutto durante i mesi in Erasmus (correva l’anno 2007). La sua stazione, la seconda per importanza dopo quella centrale, la conosco a memoria; non tra le più accoglienti e profumate ai tempi, diciamo così. Ed ero passata anche per il mercato all’interno delle mura dell’ex mattatoio, una stesa di bancarelle rigorosamente vietnamite in un ambiente non proprio idilliaco.

Quell’aria vintage e lo stile decisamente unico dell’area fieristica, in ceco Výstaviště, è invece sempre stata uno dei miei punti di riferimento, non solo del quartiere. Così come l’attiguo parco Stromovka, lo spazio verde più grande della capitale, che a dire la verità non conosco come vorrei. E, come lasciarli fuori da questa estemporanea lista, i Letenské sady, o giardini di Letná, uno dei punti privilegiati per godere della vista di Praga dall’alto.

Per me Holešovice era questo. Vabbè, aggiungiamoci anche la Tipsport Arena, aka lo stadio di hockey sul ghiaccio dello Sparta, e la sede della Alza, dove Pavel acquistava qualsiasi aggeggio elettronico gli servisse. Girava tutto intorno a pochi punti fissi, oltre i quali non credevo esistesse altro. Quartiere fico dove esattamente???? COME???? Dov’è andata a finire quella Praga 7 considerata dai più zona pericolosa???
Ed invece, al solito, non c’avevo capito niente. Quella Praaga 7 che conoscevo io non esiste praticamente più.

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Il quartiere di Holešovice: un po’ di storia

Mi sembra doveroso, proprio come ho fatto per i quartieri di Vinohrady e Žižkov, condividere qualche cenno storico, giusto per capire meglio come Holešovice sia passato dall’essere una delle sedi dell’industria pesante boema a ciò che è oggi. Partendo dalla sua particolarissima locazione, abbracciato (o meglio, stritolato) dalla serpentina della Moldava, che lo circonda su 3 lati e che per lungo tempo ha contribuito al suo isolamento. Distretto municipale Praga 7.

La prima menzione scritta risale al 1228, anche se l’area comincia a svilupparsi qualche secolo dopo, quando il piccolo spazio in corrispondenza dell’attuale omonima stazione viene occupato da una piccola comunità rurale. Campi e pascoli, riusciresti a crederci? L’annessione alla città di Praga (come Holešovice-Bubny) è datata 1884, ed è probabilmente dovuta al suo sviluppo esponenziale. Il passaggio da agricolo ad industriale si riflette anche nella popolazione: dai circa 1200 abitanti del 1857 c’è un salto ad oltre 30.000, questo in appena 50 anni.

D’altra parte, nel 1881 si contano già 32 fabbriche, anche se la vera svolta è arrivata con la costruzione del viadotto di Karlín (o viadotto Negrelli), che collega tutt’oggi la stazione di Bubny all’allora stazione statale Masarykovo nádraží, sulla linea Olomouc-Praga-Dresda. Alla fine del XIX secolo risalgono anche il mattatoio (oggi mercato coperto), la stazione del gas, l’area espositiva fieristica (Výstaviště) e il porto nella zona della marina, dove Holešovice si “incontra” con Libeň.

Il Palazzo delle Fiere (Veletržní palác), oggi una delle sedi del Museo Nazionale, vede la luce alla fine degli anni ’30, in un epoca dove il quartiere soffre la negligenza del regime proprio come il “gemello” Karlín. È la Magistrála, una sorta di autostrada che attraversa Praga da nord a sud, a rendere Holešovice più raggiungibile, ma anche più caotico e sporco; a ciò si unisce la costruzione delle due stazioni della metro, Vltavská e Nádraží Holešovice (1984), e dell’omonima stazione ferroviaria (1985).

I cambiamenti più profondi, paradossalmente, si sono però visti negli ultimi vent’anni. Fatto dovuto alle terribili alluvioni, certo, ma anche ad un preciso piano di riqualificazione per togliere un po’ di pressione al centro città. Ciò significa contributi per le aziende che decidono stabilirsi nel quartiere, costruzione nuovi moderni edifici al posto di quelli fatiscenti (l’antico birrificio rientra tristemente tra questi), riqualificazione di altri che non avevano necessità di essere abbattuti.
Come dimenticarsi poi del progetto finora più ambizioso, quello in corrispondenza della Marina e del Waterfront, con complessi residenziali prestigiosi e, va da sé, dai prezzi folli.
La nuova vita di Holešovice valorizzerà il quartiere o lo farà diventare uno dei tanti?

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Una passeggiata nel cuore di Holešovice: i dettagli

Durata: 3 ore circa, a cui va aggiunto il tempo di permanenza nei musei. Il percorso privilegia la parte destra del quartiere, che è come tagliato in due dalla Argentinská, ovvero la parte nord della Magistrála.

Lunghezza dell’itinerario: quasi 6km. Non ci sono particolari difficoltà, il quartiere è quasi totalmente pianeggiante.

Costi (biglietto adulto): DOX 180kč (orario: lunedì-sabato-domenica 10-18; mercoledì-venerdì 11-19; giovedì, 11-21; martedì chiuso).
Veletržní palác 220kč, di solito non includono le esposizioni temporanee (orario: lunedì chiuso; martedì-domenica 10-18; mercoledì 10-20).

Punto di partenza: quartiere di Karlín, stazione metro Křižíkova sulla linea gialla B.

Punto di arrivo: Veletržní palác, fermata dei tram 6/17/92/93/94/96.

Avvertenze: nel percorso che illustrerò, verranno evidenziate le tappe principali. Ciò non significa che anche le costruzioni “non famose” non meritino attenzione. La vecchia Holešovice è ancora visibile qua e là, non perdertela per niente al mondo!

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Itinerario a piedi per Holešovice

La “parte destra” del quartiere, ovvero quella che ha subito più trasformazioni

La traversata in traghetto ed il mercato praghese

Ho approfittato della mano tesami una volta tanto dalla fortuna, e dell’estrema gentilezza di Prague City Tourism, per riscoprire Holešovice attraverso chi lo vive quotidianamente. Ma ridurre Vlasta, praghese DOC che ci ha accompagnato in questa avventura, ad una semplice guida local sarebbe un errore madornale. Avete presente quando non avete mai visto una persona, eppure al primo scambio di battute è come se la conosceste da una vita? Ecco, è stato così.

Abbiamo chiacchierato, ci siamo fermati per un caffè, abbiamo raccontato di noi e lei di sè. Di come, dopo oltre 15 anni da hostess per la compagnia di bandiera ceca, la ČSA, abbia deciso di dedicarsi a quella Praga che ama con tutto il cuore e considera la città più incredibile al mondo; e detto da una che di mondo ne ha visto una bella fetta, come metterlo in dubbio?
È stato il quartiere di Karlín in realtà a dare il via alla nostra avventura. Perché se Holešovice voleva presentarsi a noi come se non l’avessimo mai conosciuto, un’entrata in grande stile era quasi doverosa.

In tema di prime volte, abbiamo finalmente potuto utilizzare il nostro abbonamento ai mezzi per spostarci da una riva all’altra della Moldava in barca. Non tutti sanno che alcune brevi tratte fluviali sono coperte dal semplice biglietto urbano, esperienza questa decisamente curiosa che ti consiglio di fare. Anche perché difficilmente troverai altri turisti e spesso il piccolo traghetto sarà tutto per te!

L’approccio con Praga 7 parte quindi dalla zona sud, visto che si scende praticamente di fronte al Mercato praghese (Pražská tržnice). L’area, che per oltre un secolo è stata occupata dal mattatoio, oggi ospita lo spazio coperto più grande della città dove si trova un po’ di tutto: il mercato ortofrutticolo, negozi alimentari di vario genere, supermercati, chioschi di street-food, il mercato asiatico e ristoranti anche molto rinomati, tra cui il vietnamita Trang Ann. Una piccola galleria d’arte ed uno spazio teatrale vanno a completare il quadro con la sempre presente Alza, che nel frattempo è diventata una dei colossi della tecnologia. Un mondo lontano, lontanissimo, da quello che ricordavo io.

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Prague Marina ed il Waterfront, la zona del porto

Addentrandoci nel cuore del quartiere, si arriva alla Prague Marina, la zona adiacente al porto. Non dimentichiamoci che si tratta ancora dell’unico porto cittadino a collegare direttamente il trasporto fluviale a quello ferroviario, quindi molto importante dal punto di vista commerciale. Ad eccezione di un paio di “relitti” storici, le poche imbarcazioni della Marina rimaste sono state trasformate in piccoli alloggi di lusso che riflettono lo stile dei palazzoni sorti nella zona: un connubio di vetro e metallo che già dall’esterno dà l’idea del costo degli affitti. Il poco di antico che è rimasto, col suo tipico stile liberty, lo si riconosce immediatamente.

Attenzione, perché non sono solo i complessi residenziali a “parlare”. Di pari passo con gli appartamenti, sono sorti una miriade di localini e caffé che non potrebbero essere più lontani dai classici pub praghesi. Cibi sanissimi, cucina a vista, ingredienti spesso freschissimi e biologici, ambienti in stile moderno/industriale, menù rivisitati. Belli, molto patinati, qualità ottima, ma… si assomigliano un po’ tutti, ecco.

Non ho trovato niente che li contraddistingue, un po’ di carattere che differenzi l’uno dall’altro. Però continuano a spuntare come funghi e si sa, la richiesta deve soddisfare l’effettiva domanda, in questo caso di abitanti e lavoratori dell’area. Perché, non dimentichiamocelo, molti importanti uffici e sedi di grosse aziende si sono trasferiti ad Holešovice. Mi vengono in mente Canon e Lenovo, ma sono davvero innumerevoli.

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Il centro d’arte contemporanea DOX

Il precursore, o forse colui che ha dato l’impulso per lo stravolgimento dell’intero quartiere, ha però un nome ben preciso: DOX.
Doveva cominciare tutto dall’arte, non ti pare? E così è stato. Perché il Centro d’arte contemporanea è andato ad occupare i 6000mq di una vecchia fabbrica, donando a Praga lo spazio polifunzionale che le mancava. Non stiamo parlando di una semplice area espositiva: il centrum současného umění unisce esposizioni, presentazioni, workshop, proiezioni, dibattiti, spaziando dal campo artistico a quello psicologico, sociologico, storico, filosofico.

Si cerca una riflessione continua a 360° già prima che il visitatore si appresti ad entrare, ed è questo che lo rende davvero unico nel suo genere. Questo, e l’enorme dirigibile in legno tranquillamente parcheggiato sul tetto, sede privilegiata degli autori letterari. È il motto del DOX a racchiudere perfettamente il suo spirito:

Dnes, kdy stále více lidí myslí nebezpečně stejným způsobem, schopnost umění znejistit naše obvyklé způsoby vnímání může být jeho největším přínosem.

In un’epoca in cui sempre più persone tendono a pensare pericolosamente allo stesso modo, la capacità dell’arte di stravolgere anche solo per un momento i nostri modi abituali di vedere può essere la sua più grande risorsa.
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Il Vnitroblock, il paradiso degli hipster praghesi

Altro centro multifunzionale è il Vnitroblock, anch’esso sorto dalle ceneri di un vecchio edificio industriale del quale è stato in toto mantenuto lo stile. Personalmente ho apprezzato moltissimo gli spazi esterni ed i loro coloratissimi murales. Anche se il primo aggettivo che mi viene in mente è “finto sciatto”, visto che tutto sembra buttato lì senza pensarci ma niente, assolutamente niente, è lasciato al caso.

L’interno invece è il paradiso degli hipster, non sono nemmeno sicura che ti lascerebbero rimanere se non ti porti dietro un Mac Book… scherzi a parte, è diventato in pochissimo tempo un luogo di culto per i giovani praghesi, non solo la possibilità di studiare e lavorare in relativa pace, ma anche per gli eventi artistici e creativi che si susseguono regolarmente. I proprietari? Gli stessi dell’ormai famosissima Kavárna, co hledá jméno (la caffetteria che cerca un nome) a Smíchov, esteticamente molto simile. Qualcosa mi dice che non si fermeranno qui….

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La parte sinistra e più “tradizionale” del quartiere di Holešovice

Il cuore di Holešovice si trova però a sinistra della Argentinská e della stazione di Bubny, e per raggiungerla è quasi d’obbligo attraversare la fermata Vltavská. Quella Vltavská completamente inghiottita dagli alluvioni, sopra e sotto terra, quasi come se quel nome (la Moldava in ceco è Vltava) reclamasse una proprietà. Oggi il suo stato di salute è di certo migliorato, sono anche apparsi qua e là alcuni graffiti; niente di memorabile forse, ma per una città che ne è davvero a corto è già qualcosa.

Strossmayerovo náměstí è uno degli snodi principali del quartiere, la piazza dove la vecchia e non industriale Holešovice è riuscita a rifiorire. I colori brillanti dei palazzi ristrutturati di recente sono una meraviglia per il occhi, la pseudo-gotica chiesa di Sant’Antonio da Padova porta un tocco di Città Vecchia, viste le torri simil cattedreale di Týn.
I giardini di Letná sono dietro l’angolo, così come il Veletržní palác, uno dei musei da non perdere. Ad un paio di fermate di distanza ci sono anche Stromovka e VýstavištěStrossmayerovo náměstí, sì, davvero il cuore di Holešovice. Quello più autentico e meno patinato almeno.

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Holešovice è davvero un quartiere con due anime, che non si dà mai per vinto e che riesce a rinnovarsi costantemente attraverso arte, archietettura, cultura, idee sempre nuove. Mi auguro solo che riesca a mantenere quella forte identità che l’ha sempre contraddistinto, e non si perda nella globalizzazione che se da un lato sta facendo la fortuna di Praga, dall’altro la sta uniformando ad altre grandi capitali europee. Troppo. Sicuramente, più di quanto avrei mai pensato.

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