Lucignano, borgo medievale perla della Valdichiana aretina

Scrivi Valdichiana e leggi storia, borghi medievali, enogastronomia da urlo.
Senti da che pulpito“.
Ok, te lo concedo. Lo dico, è vero, da chianina DOC, a cui però ci sono voluti quasi tre decenni per apprezzare il luogo dov’è nata e che, quasi a sorpresa considerati i progetti di gioventù, è rimasta Casa sua. Insomma, puoi fidarti.

Della scelta più o meno consapevole di non esplorare il “nido” poi così a fondo, di spingersi sempre un pochino più in là, non me ne sono realmente resa conto fino al passare dei fatidici trenta, per poi toccare l’apice in un 2020 che ha capovolto la normale percezione del mondo. Una delle (poche) cose di cui posso essere grata è che a me ha aperto finalmente gli occhi, focalizzandoli su ciò che mi circonda e che per troppo tempo ho quasi ignorato. Come i borghi della Valdichiana aretina.

Colpa di cui non mi sono macchiata solo io, purtroppo.
Infatti, mentre la sponda senese è più nota ai visitatori sia italiani che stranieri, con il borgo rinascimentale di Montepulciano spartiacque illustre tra Valdichiana e Val d’Orcia, la parte aretina (capoluogo incluso) non è ancora così rinomata. Ed è un peccato.

A farla da padrona è certamente Cortona, famoso centro etrusco la cui storia va ben oltre l’aver dato i natali a Jovanotti; gli statunitensi ne vanno pazzi più o meno dal 2003, anno di uscita nelle sale del film “Sotto il sole della Toscana”, pellicola che ha davvero stravolto il flusso turistico della piccola cittadina. Il secondo posto direi che se lo giocano Castiglion Fiorentino, con la sua imperiosa Torre del Cassero, e la piccola Lucignano, spesso definita la “perla della Valdichiana”. Pur avendola ad appena una ventina di chilometri, non c’ero mai stata “consapevolmente”, e ci è sembrata la scelta ideale per un primo, timido, “ritorno alla normalità” in una calda domenica di fine maggio 2020.

Mappa del borgo di Lucignano, nella Valdichiana aretina

Lucignano, dagli etruschi ai giorni nostri

Un po’ come tutti i borghi di questa fetta di Valdichiana, Lucignano può vantare una posizione davvero invidiabile, benché rimanga piuttosto isolato rispetto ad alcuni dei suoi più celebri vicini. Caratteristica questa che probabilmente ha contribuito a mantenere vive alcune delle sue antiche tradizioni.
La collina su cui sorge, e dalla quale è possibile ammirare tutto il territorio circostante, era già abitata dagli etruschi, prima di passare nelle mani dei romani nel I secolo d.C. È in onore di Lucio Licinio Lucullo, suo fondatore, che il piccolo castrum romano assume il nome di Lucinianum.

La sua fortuna va di pari passo con quella del dominatore di turno, che cambia spesso proprio a causa dell’importante collocazione strategica e commerciale. A metà strada tra Arezzo e Siena, con Perugia dietro l’angolo e Firenze poco più in là, nel Medioevo Lucignano è oggetto di continua contesa tra le quattro città. Paradossalmente, ad aver lasciato un’impronta all’apparenza più blanda è proprio la provincia attuale, Arezzo, la prima a mettere le mani sul borgo; a Perugia, che le succede, si deve lo stemma con il Grifone Alato (celebre simbolo del capoluogo umbro), al quale viene aggiunta una stella per indicare la posizione collinare.

Siena entra prepotentemente in scena nel XIV secolo, ed è la principale fautrice di uno sviluppo urbanistico ed artistico che possiamo ammirare ancora oggi: la caratteristica pianta ellittica ad anelli concentrici circondata dalla possente cinta muraria con torri è unica nel suo genere. Inoltre, le opere custodite all’interno del Museo Comunale sono soprattutto di scuola senese e trovano la loro massima espressione nell’Albero d’Oro, tra i più notevoli esempi di gioielleria medievale.

La dominazione dura fino al 1554, anno in cui Firenze sconfigge Siena, appropriandosi di tutti i suoi territori. I Medici compiono il passo successivo, andando a completare l’architettura urbana di Lucignano con la costruzione della Fortezza (rimasta tuttavia incompiuta), del convento dei padri cappuccini, del santuario della Madonna della Querce e la chiesa della Collegiata, cuore pulsante del borgo.

Per valorizzarne la storia e sottolineare quanto sia stato fatto nel corso dei secoli per preservarla, oltre che per esaltare altri aspetto come la gastronomia e l’ospitalità, la “perla della Valdichiana” è stata insignita della bandiera arancione del Touring Club Italiano, seguita nel gennaio 2020 dall’ingresso tra i borghi più belli d’Italia.

Angolo caratteristico con panca, fiori e bandiere a Lucignano

Cosa vedere a Lucignano – dentro le mura

Mai come in questo caso non ci sarebbe bisogno di fare elenchi, perché perdersi tra le viuzze del borgo chianino è già di per sé un’esperienza unica. Non solo infatti la pianta ellittica ha pochi eguali, ma i vicoli che si diramano da Via Roma e via Matteotti, le strade principali, ti faranno sentire nel bel mezzo di un piccolo labirinto medievale, per arrivare finalmente nella parte alta di Lucignano.

Via Matteotti e Via Roma, le due facce della stessa medaglia, potremmo definirle: la prima era chiamata anche Borgo Ricco, vista la massiccia presenza di palazzi nobiliari o appartenenti alle famiglie più potenti (oggi dallo spiccato stile rinascimentale, ad eccezione di Palazzo Arnaldi-Capei); la seconda al contrario era la Via Povera, occupata da botteghe di artigiani e popolata da gente umile come le loro case. Contrasto questo tutt’oggi visibilissimo.

Le porte cittadine e le mura

Nel Medioevo Lucignano poteva vantare ben quattro porte.
Porta San Giovanni e Porta San Giusto sono rimasti gli accessi privilegiati al borgo, così fondamentali da essere anche i punti di congiunzione tra Via Roma e Via Matteotti. Lungo le due strade, si aprono Porta Sant’Angelo e Porta Murata, oggi semplici passaggi pedonali inglobati nelle mura. Personalmente, nonostante più piccola e ridimensionata rispetto al passato, ho trovato il fascino di Porta Murata davvero senza tempo, grazie anche allo spledido lavoro di un restauro piuttosto recente.

All’interno delle mura (erette nel 1371) sono custoditi i pochi resti della Rocca (o Cassero senese), individuabili nelle due torri a pianta quadrata. Il loro scopo era di fornire ulteriore protezione dalla cittadina, andando a rafforzare le mura stesse. Sono loro a rendere il profilo di Lucignano riconoscibilissimo a distanza di chilometri, ma il punto da cui si possono ammirare meglio rimane la centralissima Piazza del Tribunale, magari mentre ci si rilassa all’ombra della Loggia.

Terrazza panoramica sulle due torri del Cassero senese, Lucignano

Il Palazzo Comunale con il suo museo

Sulla sommità del colle, da secoli centro del potere sia politico che religioso, sorge il Palazzo Comunale, risalente al XII secolo.
Al suo interno, l’edificio custodisce un museo ricco di opere (principalmente di scuola aretina e senese) che vanno dal Medioevo al Rinascimento, e tra cui spicca il celebre “Albero d’Oro”. Il possente reliquiario, dai suoi 2,6m di altezza, è considerato tra le opere di oreficeria medievale più belle ed importanti al mondo, così speciale da essere il protagonista di una leggenda locale: gli innamorati che si scambieranno le promesse alla sua ombra, saranno baciati dalla fortuna.

Croce di pietra in mezzo a piazza del Tribunale, Lucignano

La Collegiata, la Chiesa di San Francesco e Santissima Annunziata

Potere politico e religioso a braccetto sulla parte più alta di Lucignano, dicevamo.
Proprio di fianco al Palazzo Comunale, sorgono i tre edifici sacri più importanti del borgo, ovvero la Collegiata, la Chiesa di San Francesco e Santissima Annunziata.

La Collegiata fu eretta a cavallo tra il XVI ed il XVII al posto dell’antica chiesa di San Michele Arcangelo, distrutta da un terribile temporale ed i cui resti possono essere ammirati all’interno dell’attuale canonica. Riesce ad incantare il visitatore già dall’esterno, con la sua scalinata ellissoidale in travertino che riprende la tipica pianta del borgo e con la sua facciata rimasta per metà incompiuta. Il resto lo fanno gli interni, corredati da molteplici dipinti seicenteschi ed esaltati dall’Altare Maggiore, in pietra serena, di Andrea Pozzo.

Poco distante, troviamo la chiesa di San Francesco con l’annesso convento. Costruito nel XIII secolo in stile gotico e riconoscibilissimo grazie alla porta d’ingresso azzurra e la facciata a bande orizzontali, custodisce pregevoli affreschi tra cui spicca “Il Trionfo della Morte”. Davvero notevole anche un polittico che raffigura la Madonna che sorregge tra le sue mani il castello di Lucignano.

Infine, la chiesa della Misericordia ospitava l’oratorio della confraternita della Santissima Annunziata (altro nome con cui è comunemente conosciuta) ed al suo interno conserva un altare ligneo del XVI secolo, oltre che al (piuttosto recente) Museo della Carità.

Fuori dalle mura

La fortezza

Sulla collina a nord del centro storico è possibile ammirare ciò che rimane della fortezza medicea, fortemente voluta dal duca Cosimo quando, a metà ‘500, i fiorentini riuscirono a riappropriarsi di Lucignano sconfiggendo i senesi. L’ambizioso progetto venne affidato all’architetto militare Bernardo Puccini, ma per molteplici ragioni non venne mai portato a termine ad eccezione dei due baluardi che possiamo ammirare ancora oggi. L’area purtroppo non gode di buona salute, tanto che spesso l’accesso è vietato.

Santuario della Madonna della Querce

Spostandosi ancora più a nord, troviamo l’ultima tra le perle del borgo di Lucignano, progettata nientemeno (o meglio, così pare) che da Giorgio Vasari. Madonna della Querce è un nome molto comune attribuito a molte chiese in tutta la Valdichiana, ed è legato a delle visioni miracolose che avevano in comune proprio una querce. Il luogo prescelto per la costrizione del santuario lo si deve invece ad una fonte, pare anch’essa miracolosa, che avrebbe curato dalla sterilità e da difficoltà di allattamento.

La Maggiolata lucignanese

La primavera è la stagione ideale per visitare Lucignano, per molteplici ragioni. Tra le principali c’è certamente la Maggiolata, inaugurata nel 1937 per dare il benvenuto alla bella stagione e conservatasi tra le tradizioni più amate del borgo. L’evento si svolge durante le ultime due domeniche di maggio e viene organizzato dai 4 rioni locali, ovvero Porta Murata, Porta San Giusto, Porta San Giovanni e Via dell’Amore.

Nel corso della prima domenica, per i caratteristici vicoli del borgo, sfilano dei carri allegorici decorati con migliaia di fiori, secondo un tema concordato in precedenza; è un lavoro che occupa mesi di tempo, senza contare che la rivalità è piuttosto sentita (siamo in Toscana dopotutto!). I carri sono accompagnati da gruppi folkloristici (anche esteri, a dimostrazione di quanto la Maggiolata sia apprezzata non solo in Valdichiana), bande musicali, e come chiusura di corteo da dei buoi di razza chianina. Il rione, o per dirla alla toscana la contrada, che realizza il carro più bello si aggiudica il Grifo d’Oro.

Gli stessi i vicoli sono addobbati a festa, con altrettante composizioni floreali a ravvivare finestre e balconi. A spiccare è soprattutto il giallo delle ginestre, qui comunemente chiamate “maggio”.
Durante la seconda domenica si “distrugge” quello che si è creato con tanta fatica nel corso dei mesi precedenti in una vera e propria battaglia di fiori. I carri vengono smantellati e le decorazioni lanciate tra i contradaioli, in un “gioco” che allenta la tensione della competizione. Un tipudio di colori e profumi che ha davvero pochi eguali!

La Maggiolata non è certo l’unico evento che si tiene tra le mura di Lucignano nel corso dell’anno. Segni d’amore a febbraio, Camminmangiando a giugno, Calici di Stelle ad agosto, Memorie del Passato a settembre, e la Fiera del Ceppo a dicembre completano il calendario. Su Visit Lucignano è possibile trovare la lista completa e tante ulteriori curiosità.

Vicolo in salita e persiana aperta in primo piano, Lucignano
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