Quella volta a Londra con la prima fotocamera digitale

Sono una dal dito facile io. Scatto, scatto all’infinito. Dalla maestosa cattedrale, al piccolo ed apparentemente insignificante dettaglio. D’altra parte, perché non dovrei? Con l’avvento delle fotocamere digitali è diventato tutto così semplice ed economico.
I tempi dei cari vecchi rullini invece sembrano lontani anni luce. Sono sicura di essere stata la cliente più affezionata del fotografo di zona, che sapeva benissimo quanto quella ragazzina tenesse ai suoi scatti, e faceva sempre il possibile per farglieli avere a tempo record. Allora mi sentivo come se un rullino da 36 potesse bastare ad immortalare l’infinito ed oltre, quando oggi lo stesso numero di immagini potrei raggiungerlo in mezz’ora.

Mi sono sempre convinta che il passaggio al digitale avesse significato l’immediata “libertà” dai vincoli imposti dal rullino; ma mi sbagliavo, e di grosso.
La mia prima fotocamera digitale risale a fine 2004, ed ogni volta che mi trovo ad aprire gli album contenenti le esperienze dei primi 2-3 anni in sua compagnia, l’occhio cade sempre lì, sulla quantità di foto. Che è ridicola. RIDICOLA. Così tanto che mi prenderei a schiaffi.
Inconsciamente quei vincoli persistevano, eccome.

La mia prima volta a Londra, la mia prima volta all’estero con la fotocamera digitale (8-10 gennaio 2005)

Esempio pratico: gennaio 2005, con due amiche prenotiamo un volo per un fine settimana a Londra. Ho 20 anni, ed è la prima volta che metto piede nella capitale britannica, la prima volta che faccio un viaggio, per quanto breve, all’estero con persone che non siano parenti o compagni di scuola. Per di più in aereo.
Non importa se vivo a Firenze da quasi due anni, se frequento l’università. Solo ora mi sento finalmente adulta ed indipendente!! Anche se ripensando all’unico motivo che in quel momento ci ha portate a Londra, incontrare un cantante, qualcuno potrebbe avere da ridire in proposito…

Cosa ricordo di quel viaggio? Tutto e niente.

Ricordo l’eccitazione, l’emozione di salire su quell’aereo, l’ansia di un viaggio che per me era cominciato in anticipo, su un treno, per raggiungere le amiche piemontesi.

Ricordo le Alpi con le loro cime innevate, prima foto (unica dall’aereo) scattata durante quell’esperienza.

Ricordo il tragitto in treno dall’aeroporto per raggiungere Kings Cross, dove Stella aveva prenotato una camera tripla con bagno in comune e colazione mastodontica in un B&B gestito da italiani. Il panino del pranzo comprato al negozio di souvenir/mini supermercato/ufficio postale accanto al semaforo, le abbuffate da Mc Donald’s e Burger King per spendere il meno possibile.

Ricordo la prima volta che ho messo piede ad Hyde Park, la prima volta che ho visto il tizio di turno urlare le proprie rimostranze all’Hyde Park Corner. Il modo in cui lo guardavo affascinata, sentendo di essere atterrata in una sorta di universo parallelo.

Ricordo Portobello Road e le sue casette a schiera dai mille colori, che tutt’oggi rimangono una delle caratteristiche di Londra che preferisco.

Ricordo le infinite corse sui bus double-decker, alla costante ricerca di posti in prima fila al secondo piano; le file interminabili per attraversare Oxford Street prima e Regent Street poi per godersi i tabelloni illuminati di Piccadilly Circus dall’alto.

Ricordo Trafalgar Square, il tentativo di arrampicarsi sulla base della Colonna di Nelson per una foto sulla schiena dei leoni, seguito dalla rinuncia quasi istantanea (mi è sempre pesato il didietro, sigh) e la decisione di optare per una delle fontane di fronte alla National Gallery.

Ricordo la maestosità di St Paul e della Tower of London, l’emozione nell’attraversare il Tower Bridge. È stato forse in quell’occasione che ho realizzato davvero dove mi trovassi, quanto incredibile fosse tutto quello che mi stava circondando, e che non avrei più smesso di girare, scoprire, emozionarmi.

Ricordo il Big Ben ed il parlamento ormai avvolti dall’oscurità, e l’emozione di trovarmi al cospetto di uno dei monumenti più famosi al mondo, anche se solo una misera scurissima foto a testimoniare quel momento.

Ricordo la serata tra i mille piani ed i mille videogiochi del Trocadero, e la tristezza infinita nell’aver scoperto, anni dopo, che non esisteva più.

Ricordo l’appuntamento in un locale di Camden Town, un quartiere extraterrestre nella città di un altro universo, con il suddetto cantante e altri due membri della band, incontro che a quasi 13 anni di distanza mi sembra ancora totalmente irreale e surreale.

Ricordo la mia pettinatura improbabile, il giaccone rosa confetto (altrettanto improbabile), le risate, le schifezze ingurgitate, le decorazioni natalizie a tema Disney ancora appese qua e là, il costante senso meraviglia. Londra, in due giorni scarsi, mi aveva completamente stregata. Ed aveva alimentato definitivamente la voglia di viaggiare, scoprire, provare, stupirmi.

Morale della favola? 48 ore scarse in terra inglese, appena 52 foto scattate, molte delle quali assolutamente oscene.

Ok, il mio l’ho fatto, ho condiviso col mondo foto imbarazzanti (seriamente, ma quella giacca?? Quella divisa sulla testa? Dai Celeste sùùù). E probabilmente continuerò a farlo, perché genialate simil-Londra purtroppo abbondano nel mio archivio. Questo è il primo dei post del nuovo tag #rememberwhen.
Ora però tocca a voi: com’è stato il vostro passaggio dal rullino alla fotocamera digitale? Avete cominciato a scattare subito come non ci fosse un domani, o avete avuto le mie stesse difficolà nel familiarizzare con il concetto?
Aspetto di vedere le vostre di foto, imbarazzanti e non!

There are 11 comments
  1. Ommioddio non me lo ricordo! Com’è possibile? Questa cosa mi ha inceppato il cervello che non hai idea, ci sto ripensando da minuti interi e sul serio non ricordo la prima esperienza con la digitale.
    Ti giuro ora vado a telefonare a mia madre o mio fratello per chiedere a loro (è successo talmente tanto tempo fa che eravamo ancora tutti sotto lo stesso tetto) 😛 😛
    Buona serata 😉

    • Non volevo farti intrippare il cervello!!
      Però dai dai che sono curiosa, pensaci e fammi sapere! Io purtroppo temo di aver perso qualche pezzo nel corso degli anni, ma il 90% delle foto in digitale le ho tutte sul pc (e su 3 dischi esterni, che non si sa mai). Ogni tanto mi diverto ad andare a curiosare, vedere com’ero, cosa mi piaceva fotografare… devo dire che, per fortuna, sull’ultimo punto sono migliorata!
      Mi fa piacere che l’articolo ti sia piaciuto, credo che ogni tanto sia giusto guardare indietro <3
      Buona settimana Orsa, e grazie di essere passata!

  2. Ah dimenticavo! Complimenti per il post e per i bei ricordi che hai condiviso con noi 😉

  3. Che bella idea questo post ❤
    Poi Londra è la mia città europea del cuore!!
    Quando c’era il rullino per me era sempre una tragedia, dovevo scegliere cosa fotografare e poi attendere che le foto venissero sviluppate per rivedere i luoghi che avevo amato. L’attesa era bella e poi creavo tutti gli album, mentre ora col digitale si è persa un po’ di quella magia ma in compenso non ci sono più limiti.. e ammetto che ogni tanto mi faccio prendere la mano, ho l’hard disk che tra un po’ esplode 😂
    Un bacione

    • Ti ringrazio Silvia, mi fa piacere che apprezzi l’idea! Anch’io ho album e album di foto da rullino, non so quanti soldi gli ho lasciato al fotografo…. che però era bravissimo, me le stampava sempre entro 1 ora <3
      Adesso la mano me la faccio prendere anch'io, ma mi picchierei per la scarsezza di foto che ho non tanto di Londra, dove bene o male uno torna, ma dell'Egitto ad esempio, o della Tunisia.
      Un bacione a te, e grazie ancora!

  4. stampingtheworld

    parteciperò molto volentieri al tuo nuovo #! ora devo solo recuperare la mia memoria e poi… articolo!!! 🙂

    • Stefi grazie mille!
      Non vedo l’ora di leggere la tua esperienza allora, passata ma anche presente eh! Ne avrai un sacco di cose da raccontarci al ritorno 😉
      Un bacione

  5. Semplicemente favoloso! Questo tag già lo amo, mi sono emozionata tantissimo nel leggere i tuoi meravigliosi ricordi! Ma che bellooooooo, tu sei un genio 😍!
    Che momenti meravigliosi, così semplici e importanti, soprattutto perché sanciscono l’inizio di tutto, la nascita della Celeste viaggiatrice. Tu sempre sorridente e solare, assolutamente te stessa eppure anche diversa… Bella l’idea di condividere tutto ciò!
    Lasciamo stare il passaggio dai rullini alla digitale. Non per il numero di scatti, che già allora era osceno. Ma per la qualità! A volte piango sugli album, perché mi servirebbero scatti migliori, ma non ne ho 😂!
    Ti abbraccio,
    Claudia B.

    • Ma te come al solito sei troppo buona!! Ma guarda, ammetto che c’è voluto un po’ di coraggio non tanto per condividere i ricordi, che quello è sempre un piacere, ma certe foto… COME CACCHIO STAVO???? INGUARDABILE! Ma vabbé, come dici te, era la Celeste viaggiatrice in erba.
      Guarda, sono sincera: un po’ me lo aspettavo che anche col rullino il tuo numero di scatti era superiore alla media 😀 delle volte però le vecchie macchinette, senza troppi fronzoli tecnologici, scattavano meglio delle moderne digitali, almeno le mie.
      Grazie dell’appoggio, un bacio grande!

  6. Che bei ricordi e guarda come sorridi felice *.* Comunque anche io sono una dal click facile 🙂

    • Ero in estasi, forse per quello manco mi sono accorta di quanto poco stessi scattando? Chissà…
      Mi fa piacere vedere che siamo tutti dal click facile, delle volte i miei compagni di viaggio mi fanno sentire un alieno!
      Grazie di essere passata 😉

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

div#stuning-header .dfd-stuning-header-bg-container {background-color: #2ac8e0;background-size: cover;background-position: center bottom;background-attachment: fixed;background-repeat: no-repeat;}#stuning-header div.page-title-inner {min-height: 300px;}div#stuning-header .dfd-stuning-header-bg-container.dfd_stun_header_vertical_parallax {-webkit-transform: -webkit-translate3d(0,0,0) !important;-moz-transform: -moz-translate3d(0,0,0) !important;-ms-transform: -ms-translate3d(0,0,0) !important;-o-transform: -o-translate3d(0,0,0) !important;transform: translate3d(0,0,0) !important;}#main-content .dfd-content-wrap {margin: 0px;} #main-content .dfd-content-wrap > article {padding: 0px;}@media only screen and (min-width: 1101px) {#layout.dfd-portfolio-loop > .row.full-width > .blog-section.no-sidebars,#layout.dfd-gallery-loop > .row.full-width > .blog-section.no-sidebars {padding: 0 0px;}#layout.dfd-portfolio-loop > .row.full-width > .blog-section.no-sidebars > #main-content > .dfd-content-wrap:first-child,#layout.dfd-gallery-loop > .row.full-width > .blog-section.no-sidebars > #main-content > .dfd-content-wrap:first-child {border-top: 0px solid transparent; border-bottom: 0px solid transparent;}#layout.dfd-portfolio-loop > .row.full-width #right-sidebar,#layout.dfd-gallery-loop > .row.full-width #right-sidebar {padding-top: 0px;padding-bottom: 0px;}#layout.dfd-portfolio-loop > .row.full-width > .blog-section.no-sidebars .sort-panel,#layout.dfd-gallery-loop > .row.full-width > .blog-section.no-sidebars .sort-panel {margin-left: -0px;margin-right: -0px;}}#layout .dfd-content-wrap.layout-side-image,#layout > .row.full-width .dfd-content-wrap.layout-side-image {margin-left: 0;margin-right: 0;}

Scopri di più da *BeRightBack

Abbonati ora per continuare a leggere e avere accesso all'archivio completo.

Continue reading