Faccio mea culpa: ho sempre visto il Liechtenstein, o meglio Vaduz, solo come una “bandierina” da aggiungere sulla mia personalissima mappa, e questo già da quando era solo un’ipotetica tappa del nostro on the road estivo.
La capitale del micro stato europeo spicca per la ricchissima proposta museale, che però non rientrava nei miei piani (e soprattutto in quelli dei miei compagni), ed il bellissimo castello medievale, non è visitabile perché residenza reale. Appunto. Aggiungiamo che sognavo di attraversare il confine tra Svizzera e Liechtenstein sul ponte di legno sul Reno, ma che non c’era un parcheggio nelle vicinanze nemmeno a piangere, ed il quadro è completo.
Insomma, con Vaduz non è stato amore, e probabilmente è (quasi) tutta colpa mia. Curiosità tanta, aspettative bassine, una città che non è riuscita a farmi cambiare idea. Una mezza giornata però la vale, e della nostra tutto sommato non posso proprio lamentarmi.
Diario della nostra mezza giornata a Vaduz: cosa vedere
Per raggiungere Vaduz dalla nostra base austriaca di Damüls ci mettiamo poco più di un’ora. La piccola dogana è ancora presidiata, ma sono più che altro camion e furgoni ad attraversarla. Il Liechtenstein è privo di autostrade, e a cosa servirebbero? La strada principale la attraversa da cima a fondo, 21 chilometri di paesaggi alpini che tutto farebbero pensare tranne al raggiungere la capitale di uno stato. Che ha poco più di 5000 abitanti, questo è vero, ma che è pur sempre una capitale.
Troviamo subito un mini multipiano e nei pochissimi minuti che ci servono per individuare un buco libero riceviamo almeno 2 strombazzate da dei lichtensteniani (lichtensteinesi?) davvero poco pazienti… la cosa succede anche ad altri turisti, e il desiderio di vedere se sti tizi farebbero tanto i “ganzi” in un parcheggio qualsiasi di Firenze o Praga mi assale. Anzi, gliele auguro Firenze E Praga all’ora di punta. Non ricordo il costo per circa 3 ore di sosta, ma è meno di quanto mi immaginassi, e di gran lunga la spesa più economica della giornata.
Basta attraversare a piedi un ponte sulla statale (???) 28 per ritrovarci in Städtle, la pedonalissima via principale. Praticamente ogni punto di interesse di Vaduz si trova qui: il municipio, il Kunstmuseum, il Museo delle Poste (Briefmarkenmuseum), il centro di informazioni turistiche, il Museo Nazionale (Liechtensteinisches Landesmuseum), il parlamento, l’archivio nazionale, il palazzo del governo. E a pochi metri la Cattedrale di San Florin, ai piedi della quale sono stati eretti due busti celebrativi degli amatissimi genitori e predecessori del principe del Liechtenstein Hans Adam II (per gli amici eh, altrimenti chiamatelo Johannes Adam Ferdinand Aloys Josef Maria Marco d’Aviano Pius). Il castello sovrasta tutto il centro di Vaduz da una rocca a circa 120 metri d’altezza, uno spettacolo notevole anche dal basso.
Salta immediatamente all’occhio come Städtle sia popolata da una miriade di statue, alcune decisamente interessanti. Quella con la tavola periodica è davvero particolare, peccato che l’interesse venga subito catturato da un’enorme paio di sandali col tacco a spillo! Come stampati sul manto stradale ci sono inoltre moltissimi francobolli storici, frutto del rapporto strettissimo che gli abitanti del Liechtenstein hanno con la filatelia e la posta, tanto da decidere di aprire un museo completamente dedicato. Da eterni bambinoni però noi ci buttiamo subito sul cartonato che spicca di fronte al Museo Nazionale e ci facciamo un bell’autoscatto da vera famiglia lichtensteinese!
L’immedesimazione prosegue anche dentro il centro turistico, dove a disposizione dei visitatori ci sono un trono ed una coroncina. Dopo le foto di rito, ci dedichiamo brevemente su cartoline e souvenir, uscendo giusto prima di lasciarci un rene…
I musei li ammiriamo solo dall’esterno, mentre ci soffermiamo un po’ più a lungo a contemplare il municipio. Nella piazza/parcheggio alle sue spalle c’è la fermata del Citytrain, un trenino che fa il giro completo della città arrivando fino al castello; cerchiamo di fare i biglietti, ma l’addetta ci informa che la corsa successiva è stata riservata per un gruppo, quella dopo ancora non si sa. Ce ne andiamo mesti mesti a cercare qualcosa da mettere sotto i denti, finendo alla Coop. La Coop in Liechtenstein fa strano eh.
Dopo un pasto decisamente frugale, torniamo in piazza per monitorare la situazione Citytrain, ma aspettiamo quasi mezz’ora senza vederlo arrivare. In compenso però approdano autobus dalle svariate targhe europee (cechi, polacchi, tedeschi, olandesi, pure italiani) che scaricano orde turisti asiatici; che ovviamente si ammassano lì in attesa del trenino. Sconsolati decidiamo di mollare la presa, ed imbocchiamo la direzione opposta verso il parlamento ed il palazzo del governo.
In Peter-Kaiser-Platz, proprio tra i due edifici, sorge un enorme 300, ad indicare i quasi 3 secoli di vita del Fürstentum che verranno celebrati il prossimo gennaio. A pochissima distanza, ecco il monumento che più di tutti mi ha colpito, forse proprio per la sua classicità: la Cattedrale di San Florin. La chiesa non è particolarmente antica (1873) ma lo stile neogotico fa sempre centro, soprattutto perché così diverso dal resto dell’architettura cittadina.
Decidiamo di non salire fino al castello, la cui unica parte visitabile è il cortile interno; i principi del Liechtenstein vi risiedono ufficialmente, quindi ai visitatori non è permesso entrare o curiosare. Sono rimasta però molto colpita, sia leggendo sulle brochure (che è possibile ricevere gratuitamente a casa su richiesta) che girando per la città, di quanto gli abitanti della piccola nazione siano orgogliosi dei propri sovrani e di quanto li appoggino. Altro che Queen Elizabeth!
Prima di rientrare in Austria, c’è un ultimo stop da fare: lo stadio, ovvio. Pavel insiste così tanto che gli altri non possono che assecondarlo, e mentre ci dirigiamo verso l’impianto sportivo possiamo godere al meglio della vista sulla fortezza. E chi l’avrebbe mai detto! Appurato che l’Alte Rheinbrücke, il ponte di legno sul Reno, non ha parcheggi fruibili nelle vicinanze e quindi posso scordarmi l’attraversata e le mille foto, imbocchiamo la statale 28 e salutiamo il Liechtenstein.
Diario della nostra mezza giornata a Vaduz: shopping (s)frenato
Ecco, quello dello shopping è una nota dolente. O meglio, a me scappava fuori una sorta di risatina isterica ogni volta che i miei occhi cadevano sui cartellini del prezzo.
Vi state chiedendo se il Liechtenstein è così caro come dicono? Assolutamente si, e forse pure di più. Perchè ok la Coop in centro città, ma 5€ al chilo i pomodori e 10 le albicocche proprio NO! Siamo usciti dal piccolo alimentari con due tramezzini, un paio di bibite, un gelato e una birra avendoci lasciato 20 CHF (però gente, hanno il cornetto al KINDER BUENO!!). Per non parlare dell’ufficio turistico, dove ho speso la stessa cifra per 3 cartoline ed altrettanti francobolli, una calamita ed una matita.
Anche se la botta finale l’abbiamo avuta allo stadio: siamo qui e quando ci ricapita, quindi perché non comprare la sciarpa del FC Vaduz, squadra semisconosciuta che al momento milita nella serie B svizzera? Entriamo convinti di trovare una sorta di fanshop, invece è come intrufolarsi (non invitati) nel salotto incasinato di uno sconosciuto… alla fine sta benedetta sciarpa salta fuori, alla modica cifra di 25 EURI. Che ho ancora di traverso.
Ricapitolando, in generale i pochi negozi hanno tutti prezzi folli, almeno per le nostre tasche ed in relazione ai prezzi italiani. E nonostante uno se lo aspetti, fa comunque una strana impressione vederli nero su bianco!!
Il Liechtenstein ha moltissimo da offrire, soprattutto dal punto di vista naturalistico. Ha dei bellissimi castelli sparsi per il suo territorio, vigneti (inclusi quelli reali) e cantine che non aspettano altro che accogliere i visitatori interessati. Ha una capitale con una grande offerta culturale, soprattutto se si è interessati a musei e mostre.
Questo per sottolineare che personalmente non mi ha fatto impazzire, e non sento l’esigenza di tornare, ma non è detto che altri non possano pazzamente innamorarsene. Andarci apposta quello no, non lo consiglierei; ma se siete in zona, perché non farci un salto?
Ma sai che a me il Liechtenstein ispira? Poi magari non faccio testo perché a me piace la Svizzera, mi piacciono anche quei paesi piccoli e un po’ impersonali che si incontrano lungo la strada per arrivare a Zurigo… Sarà l’ordine, il rigore, le linee essenziali, non lo so, ma sta di fatto che Vaduz mi sa molto di Svizzera e non mi dispiacerebbe per niente vedere questa città. E mi sa che anche i prezzi sono molto Svizzeri 😱
Sai che io in Svizzera “per bene” non ci sono mai stata? Solo Losanna e Ginevra per un concerto mille anni fa, ma le città le ho calcolate proprio poco. Ricordo un po’ i prezzi però, e sì vanno proprio a braccetto. Sapevo che non era economico, ma non credevo una roba così!!! Comunque con queste premesse sicuramente ti piacerebbe Vaduz 😉
Un bacione!!
Sono d’accordo con te, andarci apposta no, ma se si è nei paraggi, perché non visitare Vaduz? È lo stesso ragionamento che abbiamo fatto noi nel 2015 durante un on the road tra Svizzera, Germania e Alsazia. A Vaduz siamo stati una mattina ma, come i tuoi amici, non eravamo particolarmente interessati ai musei, così abbiamo passeggiato un po’ lungo il corso. Piacevole, ma carissima😕
Ciao Celeste, buon weekend!
Sicuramente non è una di quelle città che consiglierei di raggiungere apposta. Ed anche a me i musei, o almeno quel tipo di musei, non entusiasmano particolarmente. Però sì, tutto sommato il centro male non è, anche se me lo immaginavo un po’ più grande. Per una giornata alternativa può andare 😉
Un bacione Alessia, buona settimana!!