Sono una di poche parole io, specialmente quando si tratta di fare gli auguri a qualcuno. Siano compleanni, feste comandate, ricorrenze. Quindi ogni Capodanno me ne esco fuori con il solito “buona fine e buon inizio”, che può sembrare banale, ma che a mio parere dice tutto. È quello che auguro anche a me stessa.
A memoria, le mie fini ed i miei inizi non sono mai stati niente di eccezionale. Magari non da buttare, ma nemmeno da tramandare ai posteri. Nell’ultimo paio di anni però me l’hanno data vinta, ed il Capodanno tra le mura di casa (in Italia o in Repubblica Ceca) si è “trasferito” tra le mura di un appartamento in una città europea. Mica male.
Nel 2015 avevamo optato per Potsdam (3h in auto da Teplice, appartamento bello ed economico, ma tempo da lupi e quasi impossibile uscire), quest’anno sono riuscita a spuntarla per Poznań. In realtà, l’unica ragione per cui improvvisamente hanno concordato tutti con me sulla Polonia era per la spesa: appartamenti più piccoli, più brutti e peggio posizionati in Germania, Austria o Slovacchia costavano quasi il doppio. Con 356€ (in 4 per 3 notti – dal 30 dicembre al 2 gennaio) invece abbiamo goduto di un appartamento nuovo, moderno ed accessoriatissimo, a 300m dalla piazza centrale, con parcheggio privato sotterraneo. Segnatevi il nome: Apartment Karmelovy. Prima che qualcuno storca il naso, sono ben consapevole che in Polonia è possibile trovare da dormire a molto meno, ma ogni tanto vogliamo trattarci bene. Buona fine e buon inizio, ricordate?
Ormai so cosa aspettarmi dalle nostre “gite”: fare quello che i gruppi di amici fanno solitamente durante il corso dell’anno, e che noi dobbiamo concentrare nelle poche volte che riusciamo a vederci. Ne ho ingoiati di bocconi amari, soprattutto lo scorso anno a Postdam... Io che fremevo per uscire ed esplorare, mentre dall’altra parte zero entusiasmo. Col senno di poi, in quell’occasione la situazione era abbastanza estrema: nessuno sano di mente sarebbe probabilmente voluto andare in giro con -11, vento siberiano e nebbia. Le poche volte che siamo usciti era per lo più per farmi contenta, come si fa con un matto.
Quindi basta avvelenarsi il sangue, stavolta sono partita preparata a vedere giusto lo stretto indispensabile. Ci sono riuscita? Forse. Ci s’è messa la sfortuna, tanto per gradire: il 31 e l’1 era praticamente tutto chiuso, il 2 stessa storia causa inventario. Ufficio turistico incluso. Ed ogni singolo negozio di souvenir. Ed i musei, perchè la festa è festa e il lunedì è giorno di chiusura.
Ma adesso basta con considerazioni e lamentele, concentriamoci sulla bellissima Poznań!
Pavel e Týna ci prelevano da Teplice verso le 10. Decidiamo di prendere la strada un po’ più lunga ma sicuramente più agevole, attraverso Dresda e Berlino. Il navigatore indica 4h e 40 minuti, ma optiamo per una pausa al centro commerciale A10 di Wildau, sia per pranzare che per fare la spesa. Ottimo pasto da Nordsee, delusione supermercato: non conosciamo la catena Real, ma ha dei prezzi assurdi! E dire che ogni tanto andiamo oltre confine proprio per la convenienza. Sorpresi, decidiamo di cercare un buon salmone fresco per la sera del 31 direttamente a Poznań e ci limitiamo a prendere bibite, snack vari, pane, verdure e poco più. Prima di ripartire, fermata obbligatoria da DM per la solita scorta di deodoranti e schiume per capelli, che rispetto all’Italia hanno prezzi ridicoli.
Una volta passato il confine polacco, imbocchiamo direttamente l’autostrada A2, munita di casello. Il costo totale del pedaggio è di 36zl, pari a 8,20€. L’appartamento è privo di reception e siamo già d’accordo con Kamila, la referente, che l’avrei chiamata un’ora prima del nostro arrivo. Grazie al navigatore, troviamo facilmente il palazzo ed entriamo direttamente nel garage sotterraneo. La ragazza ci mostra e ci spiega tutto in dettaglio, e prima che se ne vada paghiamo il conto (con carta, ogni coppia la sua parte). Sono quasi le 18, quindi abbiamo solo il tempo di sistemarci prima di cena.
L’appartamento è davvero modernissimo e molto confortevole. Lasciamo la camera (con guardaroba stellare) agli amici, optando per il divano letto, il più comodo dove io abbia mai dormito. Poi ci dedichiamo a quello che sappiamo fare meglio quando siamo insieme: “impigiamarsi”, mangiare, bere whisky, ascoltare musica e soprattutto chiacchierare fino a notte fonda. Come se non bastasse, quando alle 3 decidiamo che è ora di dormire, cambio canale e mi imbatto in Masterchef Polonia. E che fai, non lo guardi???
Ovviamente il sabato mattina ci alziamo che è quasi mezzogiorno. Ci piace dormire, ah se ci piace. E la gioia pura di poterlo fare senza sveglie ad interromperlo è unica. Ci mettiamo alla ricerca del salmone, il piatto forte della serata. Decidiamo di andare al centro commerciale Stary Browar, che sorge vicino al centro al posto del vecchio birrificio Huggerów. L’edificio è enorme ed al suo interno ospita anche un centro culturale con museo, un centro business e una multisala. Ci limitiamo tuttavia al supermercato, e dopo un’oretta siamo già di ritorno.
Con Týna decidiamo che è giunto il momento della prima esplorazione, quindi sistemiamo la spesa ed andiamo in piazza: lo Stary Rynek è a nemmeno 5 minuti di camminata.
Lungo la via Wroniecka, sulla destra troviamo subito alcuni dei resti delle mura cittadine, mentre sulla sinistra sorge uno strano edificio semi-abbandonato. Sulla sua facciata sorge la scritta “Pływalnia Miejska” (piscina cittadina), ma la struttura è decisamente simile a quella di una sinagoga. Soltanto una volta tornata a casa leggerò che quella era effettivamente una sinagoga, trasformata nel 1940 in una piscina per i soldati dell’esercito nazista e successivamente abbandonata. Pare che si stia portando avanti un progetto per il recupero ed il restauro del luogo di culto da parte della comunità ebraica.
Ci ritroviamo di fronte al bellissimo ed imponente edificio che ospitava il vecchio municipio (Ratusz) senza nemmeno rendercene conto; occupa la parte centrale della piazza ed è stato trasformato in un museo. Il palazzo, costruito nel medioevo e rimodernato nel XVI secolo da Giovanni Battista di Quadro, fu praticamente distrutto (e con lui il 90% del centro storico) durante la “Battaglia di Poznań” nel 1945. Quello che vediamo oggi è una fedele ricostruzione. Il Ratusz ospita anche uno dei simboli della città, due capre in metallo che a mezzogiorno in punto si “prendono a cornate”, per ricordare il fatto realmente accaduto alla cerimonia di inaugurazione dell’orologio.
Quello che però cattura maggiormente la mia attenzione è la fila di casette colorate di fianco al municipio, che un tempo ospitavano le abitazioni di mercanti, mentre adesso sono adibite principalmente a negozi di souvenir. Visibile è ancora lo stemma su una di esse, tre palme ed un aringa. Inutile dire che sarei rimasta tutto il pomeriggio a fotografarle! A completare il blocco centrale della piazza, il museo militare e il vecchio arsenale. Agli angoli, ci sono invece quattro fontane che rappresentano Proserpina, Marte, Nettuno e Apollo. Che dire, senza dubbio una delle piazze più affascinanti che abbia mai visto, e il sole che splende la rende ancora più bella. Gli edifici che la circondano, occupati da ristoranti e locali, completano questo quadro sorprendente.
Sono quasi le 3 ed è ora di mettere qualcosa sotto i denti. Ci guardiamo intorno e decidiamo, non troppo saggiamente, di entrare nella prima gospoda che ci troviamo davanti, la Gospoda Poznańska. Su cosa abbiamo mangiato e soprattutto come, rimando all’articolo dedicato al primo assaggio di cucina polacca. Per addolcire la bocca, ci appropinquiamo verso una cioccolateria poco più avanti, Wedel. Sono le 16 in punto e sulla porta c’è un cartello che avvisa che il 31 avrebbero chiuso proprio a quell’ora. Tuttavia il piccolo locale è pieno di clienti e noi vogliamo soltanto una cioccolata calda da portare via. La cameriera però non sente ragioni: non ci fa nemmeno entrare. Insoddisfatti e un po’ perplessi, ci riavviamo verso l’appartamento. C’è una cena di Capodanno da preparare!
Non entro nei dettagli, dico solo che il nostro menù è composto da bruschettine di pane con olio e jamon, salmone marinato nel whisky e miele, e per dolce un bel cranachan scozzese. Cena internazionale, ma vista la compagnia e il luogo non può essere altrimenti! Brindiamo a mezzanotte con un Fontanafredda portato da noi (anche se Kamila ci aveva fatto trovare una bottiglia di spumante) e ci godiamo dei bellissimi fuochi artificiali dal balcone. BUONA FINE E BUON INIZIO!!!
Il 2017 è finalmente arrivato, e come da prassi ce la prendiamo con la massima calma. Pranziamo e decidiamo di uscire un pochino, la piazza ci attira come una calamita e io spero di trovare qualche negozio di souvenir aperto. Fa decisamente molto più freddo e andiamo dritti alla cioccolateria, sperando di avere più fortuna. È così: chiediamo la nostra tanto agognata cioccolata bianca da asporto ed aspettiamo… aspettiamo… aspettiamo…
Ci vuole poco a capire perchè non ci hanno fatto entrare ieri: il locale è vuoto eppure ci vogliono quasi 20 minuti per uscire con in mano il nostro “premio”. Ad onor del vero, mai mangiata cioccolata calda più buona in vita mia, anche se per i prezzi generali, 12,50zl (3€) non sono pochi.
Tranne i ristoranti è tutto chiuso, quindi dopo un po’ di girovagare in piazza proviamo ad incamminarci verso la cattedrale, che non ci sembra molto lontana. Gli uomini cominciano a rumoreggiare, si è alzato anche un vento gelido e comincia a fare buio, quindi a malincuore rientriamo e ci ripromettiamo di visitarla la mattina successiva prima di rimetterci in viaggio.
La serata scorre tranquilla tra chiacchiere e risate. Facciamo nuovamente le 3 e tento la fortuna con Masterchef: bingo! Stavolta ci fanno compagnia anche Pavel e Týna però, alla faccia della levataccia che ci aspetta.
E così è già lunedì, tempo di ripartire. Ci svegliamo con la città leggermente imbiancata, ma la neve si sta già sciogliendo. Dobbiamo lasciare l’appartamento per le 10, mettiamo le valigie in macchina e decidiamo di lasciarla ancora un po’ parcheggiata, giusto il tempo per un ultimo giretto. Andiamo dritti da Wesel per colazione (altra cioccolata bianca, stesso tempo di attesa) e troviamo anche un paio di bancarelle aperte in piazza. Con nonchalance proseguo verso quella che è conosciuta come la collina di Przemysł, sulla quale sorge il castello reale. La sua costruzione è stata iniziata intorno al 1250, per essere poi portata a termine nei secoli successivi seguendo vari stili. A causa di incendi e guerre è stato completamente distrutto molte volte, l’ultima nel 1945. Nel 2013 si sono conclusi i lavori di ricostruzione, e adesso l’edificio ospita un museo.
Proseguiamo poi verso Plac Wolności (Piazza della Libertà), dove si trovano la biblioteca, il teatro e l’omonima fontana in vetro. Dalla parte opposta del viale Aleje Marcinkowskiego c’è il Museo Nazionale (Muzeum Narodowe), che ovviamente il lunedì è chiuso. Almeno la facciata, fatta in parte da mosaici colorati, è molto bella. Alla fine del viale, incontriamo a sorpresa un’opera del famosissimo e controverso artista ceco David Černý, una statua futurista raffigurante il golem.
Si sta facendo tardi, ci sono molte ore di strada davanti a noi. Andiamo a prendere la macchina e ci dirigiamo verso la cattedrale dei santi Pietro e Paolo (Bazylika archikatedralna Świętych Apostołów Piotra i Pawła), che così vicina in realtà non è. Si trova sull’isola Tumski (Ostrów Tumski), formata da due intersezioni dei fiumi Warta e Cybina. L’edificio sacro è costruito in stile gotico baltico, con i tipici mattoni rossi. Come il resto dei monumenti cittadini, anche questa è stata più volte distrutta e ricostruita nel corso dei secoli. Il suo interno è riccamente decorato e c’è un imponente organo, mentre nella cripta sono sepolti i primi imperatori di Polonia. Di fronte alla cattedrale, consacrata come basilica nel 1962 da Papa Giovanni Paolo II, c’è un’altra piccola chiesa dedicata alla Madonna, e la sede dell’arcivescovado cittadino.
Questo è tutto.
Ci rimettiamo in viaggio verso Teplice ed io, al solito, non sono totalmente soddisfatta, ma so che poteva andare peggio. Anche il secondo incontro con la Polonia, dopo quello con Breslavia del 2014, è andato molto bene e la voglia di conoscere meglio questa nazione cresce!
A conti fatti quindi è stato o no un buon inizio? Tornare con impressi i colori di una città meravigliosa e con la prenotazione per il ponte di Pasqua sul computer mi fa propendere per il si 😀
Che bella Poznan!
Son pienamente d’accordo con te: meglio trascorrere il capodanno in viaggio che a casa!
Come era il salmone marinato nel whisky e miele? Credo che mi piacerebbe parecchio 😀
Molto bella,
ci sono tanti parchi e dei laghi, ma la stagione non era proprio adatta.
Te come l’hai passato il Capodanno?
Il salmone marinato nel whisky ha un suo perchè 😀
Lo faccio spessissimo a casa, è facile, l’unica accortezza è che ci vuole un whisky degno del nome 😉 Se vuoi ti passo la ricetta!