Chester, ovvero come perdersi tra case a graticcio e millenni di storia

Viaggiare con la pioggia come terzo in comodo non è proprio l’ideale.
Eppure, se non fosse stato per una tempesta in piena regola che ci ha letteralmente trascinato via da Liverpool, noi a Chester non ci saremmo mai capitati. L’ultimo, il meteo assurdo, di una serie di sfortunati eventi che ci ha portati dritti ad una delle tappe più emozionanti del nostro on the road nel nord dell’Inghilterra.
Perché, dopo il breve ma intenso incontro con una sovraffollata York, volevo perdermi in un tripudio di case a graticcio senza dover fare a spallate. Perché, dopo l’amara delusione di Liverpool, speravo di imbattermi in un luogo in grado di addolcire le ultime ore del nostro viaggio.

Non che ne sapessi molto di Chester, capitale del Cheshire (come lo Stregatto di Alice nel Paese delle Meraviglie!) prima di metterci piede. Ne avevo sentito parlare giusto per i rinomati corsi d’inglese per stranieri grazie ad un amico che ci passò qualche mese anni fa. Ma immaginarsi che si trattasse di una sorta di York in miniatura, quello no. Le mura, la cattedrale, i resti del castello, il fiume, innumerevoli edifici a graticcio, lo spirito puramente medievale. Sono moltissime le similitudini tra le due. Con la differenza che, pur sotto una pioggia che proprio non ne ha voluto sapere di lasciarci in pace, Chester ha davvero fatto colpo. “Offrendoci” addirittura riparo costante con le gallerie che caraterizzano i viali del centro storico.

Il cambio di programma all’ultimo secondo, insieme al meteo da schifo, non mi ha permesso di stilare un programma degno di questo nome. Ci siamo divertiti ad esplorarla a braccio, rimanendo a bocca aperta di fronte ad ogni angolo di quella che, a ragione, in molti considerano una delle città più belle d’Inghilterra. Cosa fare a Chester, cosa vedere? Che ci siano sole o pioggia?

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Chester, cosa vedere in un giorno

Le antiche mura romane

Chester venne fondata dai romani nel 79 d.C. e conserva ancora la tipica struttura del castrum, termine latino al quale deve il proprio nome. L’antica Castra Devana (dal fiume Dee) o Deva Victrix (dalla Legio XX Valeria Victrix che la abitava) divenne presto uno dei centri più importanti della Britannia e vide il suo prestigio aumentare in epoca medievale, grazie ad un porto che oggi non esiste più. Ciò che sorprende non è quindi l’esistenza di una massiccia cinta muraria, quanto che le mura siano in un ottimo stato di conservazione. Per essere precisi, si tratta delle meglio conservate e delle più complete di tutto il Regno Unito.

Ciò che vediamo oggi, e che possiamo (gratuitamente) percorrere a piedi, risale al periodo compreso tra il XII ed il XIV secolo, ad eccezione di un tratto più antico sul lato nord, lungo il Chester Canal. Fortuna che i costruttori del Medioevo rimasero fedeli al tracciato romano originario, permettendo a noi visitatori di fare un vero e proprio salto nel passato con una semplice passeggiata. Forse non al pari del Vallo di Adriano, ma quasi.
Le mura sono facilmente accessibili da vari punti attraverso una breve rampa di scale ed è possibile visitare lunghi tratti dei circa 3km complessivi. La scoperta di Chester non può che partire da qui!

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Eastgate ed Eastgate Clock

Oggi Eastgate è l’elegante varco sul lato est della cinta muraria cittadina. Al tempo dei romani, era IL varco, l’ingresso all’accampamento di Deva Victrix.
Come a volerne rimarcare l’importanza, nel 1899 sull’arco lungo la passeggiata venne eretto un orologio in ferro e rame, a commemorazione del giubileo di diamante della Regina Vittoria. L’Eastgate Clock è riuscito in breve tempo a conquistare anche i più reticenti (troppo vistoso, troppo pacchiano, troppo tutto), diventando uno dei simboli di Chester.
Oltre alla bellezza oggettiva di quello che si dice essere il secondo orologio più fotografato d’Inghilterra dopo il Big Ben, la vista che si gode sugli edifici a graticcio dal ponte sul quale poggia è impagabile.

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The Rows e Chester Cross

Dopo aver girato intorno al centro storico di Chester, è finalmente il momento di immergercisi a capofitto. Iniziando da uno degli elementi architettonici che lo rendono unico al mondo: The Rows.
Perché non bastavano, no, decine di meravigliose case a graticcio bianche e nere in perfetto stile vittoriano. I caratteristici edifici che costeggiano i quattro viali principali (Eastgate St, Northgate St, Watergate St e Bridge St, già presenti in epoca romana) custodiscono una sorta di galleria sopraelevata al primo piano, accessibile attraverso una scalinata in legno. Questi porticati, oltre ad essere di fatto un importante monumento cittadino, ospitano numerosi negozi e caffè. Un “duplicato” del fontre strada al piano inferiore, ovvero come fare shopping e fare il turista con qualsiasi condizione atmosferica!

Non credo serva dire che io ne ignoravo totalmente l’esistenza, né che siano stati una vera manna dal cielo. Senza contare che, ciliegina sulla torta, offrono una visuale rialzata, e quindi perfetta, sulle case a graticcio. È una delle esperienze alla quale ripenso con più nostalgia, e con tantissima meraviglia. Le sorprese impagabili che riserva il non informarsi minimamente prima della partenza!

Chiusa questa piccola parentesi, i punti di interesse non si esauriscono certo con The Rows. All’intersezione delle quattro antiche vie romane, proprio di fronte alla piccola chiesa di St. Peter, si trova la Chester Cross, importante snodo commerciale fino al XVII secolo e luogo in cui sorgeva il quartier generale del castrum. Ecco, se c’è un angolo di Chester che grida Medioevo, è proprio questo.
Oggi come allora, continua ad essere un punto di riferimento per i cittadini, che spesso si danno appuntamento proprio sotto la sua ombra.

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La cattedrale di Chester

Così come le mura, anche la Cattedrale di Chester è fatta di arenaria rossa.
In un certo senso, la sua storia comincia già al tempo dei romani, in quanto dovrebbe sorgere nel luogo in cui venne eretto il primissimo tempio dedicato ad Apollo, trasformato poi in chiesa con l’avvento dei cristianesimo. Di certo c’è che in quel luogo esisteva un’abbazia dedicata a Santa Werburga, la patrona della città. L’aspetto attuale, in stile normanno e gotico, è frutto di una costruzione iniziata nel intorno al 1093, con molte modifiche ed aggiunte apportate nel tempo, in particolare nel XIX secolo.

Credo che, paradossalmente, il tempo da lupi ci abbia permesso di apprezzare ancora di più questo grandioso edificio sacro. Le sue torri gotiche che si stagliavano in netto contrasto al cielo plumbeo, le sue navate che infondevano un forte senso di protezione da qualsiasi condizione atmosferica (o da un attacco nemico!). Sembrava che il tempo si fosse fermato, un po’ come succede ad Edimburgo quando piove.

Ho amato alla follia le bellissime vetrate del chiostro, ognuna con una storia da raccontare. Ma ciò che ho apprezzato di più è lo stretto rapporto tra sacro e profano: all’interno abbiamo trovato un’esposizione di carattere cinematografico con delle auto d’epoca, e durante l’anno vengono organizzati vari tipi di eventi, tra cui un cinema al chiuso lungo le navate. C’è in bella mostra una fedelissima riproduzione della cattedrale fatta con i Lego. Per completare l’opera, una moderna caffetteria (Refectory Café) sorge nell’antica sala da pranzo dei monaci benedettini datata nientemeno che XII secolo. Insomma, si cerca davvero di coinvolgere l’intera comunità, non solo quella religiosa, e l’esperienza che si offre ai visitatori è a 360°.

L’ingresso alla chiesa è ad offerta libera. Ci sono dei tour gratuiti tutti i giorni da lunedì a sabato (alle 11, 13.30 ed a volte alle 15), con dei volontari che spiegano a grandi linee la storia della cattedrale, l’architettura e gli interni. C’è anche la possibilità di prendere parte ad uno dei tour guidati (costo biglietto intero 8£ per 1h, 6£ per il breve da 30m) che includono la salita sulla torre e la vista dall’alto su tutta Chester, ma sono a numero chiuso e si raccomanda la prenotazione.
A proposito, di quanto siano straordinari gli interni, bè… lascio parlare le foto!

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L’anfiteatro romano ed i Roman Gardens

Ciò che davvero rivela le origini romane della città sono i resti dell’antico anfiteatro.
Si tratta del più grande anfiteatro di tutta la Gran Bretagna e poteva contenere fino a 7000 spettatori, che spesso venivano intrattenuti con combattimenti tra gladiatori. I resti, come prassi all’esterno delle mura cittadine, si trovano all’interno dei Roman Gardens, a sud-est del centro storico; peccato che buona parte della superficie sia stata ricoperta da un prato che ne ha inghiottito una larga fetta, inoltre la costruzione di nuovi edifici non ne ha valorizzato la presenza, anzi… Si può solo cercare di immaginare come fosse 2000 anni fa (ed oltre, visto che risale all’80 a.C.), aiutati da un’illustrazione che lo riproduce fedelmente.
L’ingresso è gratuito.

Nei Roman Gardens, o meglio nella parte che costeggia le mura, è possibile ammirare ulteriori resti del periodo romano, come basi di colonne o piccole porzioni dei bagni termali.

Il castello di Chester

Il monumento che meglio rappresenta la Chester medievale è il castello, custodito all’interno delle mura nell’angolo più a sud, sulle rive del fiume Dee.
La sua costruzione come ulteriore difesa della città, e come dimora dei conti di Chester, fu voluta dal conte William il Conquistatore nel 1070. Ciò che rimane oggi dell’antico assetto è una piccola porzione, che ruota tutta intorno ad Agricola Tower e la cappella normanna di St. Mary de Castro. Il resto è stato direi snaturato nel corso del XVIII secolo, dopo che il castello era stato lasciato in uno stato di quasi completo abbandono per 200 anni. Per questo l’ingresso principale e l’antica Shire Hall si presentano ai visitatori in stile neoclassico, con il Propylaeum d’ingresso che fa sentire più in Grecia piuttosto che in una città dell’Inghilterra medievale.

Oggi l’edificio neoclassico ospita Crown Courts, il tribunale cittadino. È ovviamente possibile visitare la torre Agricola ed i resti del castello. Una delle nuove ali, ancora neoclassiche, è la sede del museo militare del Cheshire.

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Chester, come arrivare e dove parcheggiare

Siamo arrivati a Chester in auto da Liverpool, che dista una quarantina di chilometri. Il capoluogo del Cheshire è facilmente raggiungibile in treno sia da Liverpool che da Manchester in un’ora, ed in poco più di due addirittura da Londra. Ottima opzione per un’escursione giornaliera dalla capitale inglese. Chester a sua volta è un perfetto punto di partenza per proseguire il viaggio verso il nord del Galles, visto che in linea d’aria appena due chilometri li separano.
I parcheggi nei pressi del centro città sono molteplici. Noi siamo capitati quasi per caso a Frodsham Street Car Park, che si è rivelato essere un’ottima scelta visto che si trova proprio sotto le mura dal lato della cattedrale.

There are 2 comments
  1. Che spettacolo!!! La descrizione iniziale mi ha fatto tanto pensare a York, che mi è piaciuta molto. Devi assolutamente andarci uno di questi weekend! Grazie per avermela fatta scoprire!

    • Ha moltissime similitudini con York! Purtroppo di York non sono rimasta particolarmente entusiasta, soprattutto perché per certi versi mi ha dato davvero l’impressione di città iper turistica… forse un po’ c’era da immaginarselo. Comunque Chester è un gioiello vero, se riesci vai assolutamente 😀

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