Cosa vedere in Sassonia: Bautzen, la capitale dei Sorabi

Che Bautzen sia una città speciale lo si nota già arrivando, senza nemmeno bisogno di scendere dalla macchina.
Dal ponte sullo Spree l’apparizione una città medievale con torri e cinta muraria ancora intatte prende piuttosto alla sprovvista, tanto che sembra quasi di essere stati catapultati in una di quelle stampe di chissà quanti secoli fa. Per noi parlare poi della sensazione di camminarci, per i vicoli medievali, all’ombra delle torri.

Eppure l’aspetto fiabesco non è che un lato di Bautzen, e neanche il più importante. C’è quello gastronomico, che vede la senape come regina incontrastata. E c’è soprattutto quello culturale, visto che non capita spesso di trovarsi di fronte ad una città con un’anima è divisa in due: da una parte tedesca, dall’altra soraba. Perché siamo sì in Sassonia, ma nella regione storica della Lusazia (dal sorabo łužicy, palude), l’antica Serbia Bianca: ovvero la terra dei Sorabi.

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Chi sono i Sorabi?

I Sorabi, o Sorbi, o Serbi di Lusazia/Luzice, sono una minoranza slava occidentale insediatasi nella zona tra i fiumi Bóbr, Kwisa, Pulsnitz e Schwarze Elster (oggi divisa tra Germania e Polonia) intorno al VI secolo. In particolare, è la zona dell’Alta Lusazia, il cui centro è proprio Bautzen (Budyšin in sorabo), a venire occupata da coloro che originariamente sono conosciuti come serbi bianchi. Una grossa fetta di popolazione, a fine VII secolo, emigrerà verso i Balcani, dando vita alla futura Serbia.

Intorno all’anno 1000, la Sorabia deve fare i conti con il ritorno di popolazioni germaniche che avevano precedentemente abitato quei territori. Non è che l’inizio di un vortice di cambi di “nazionalità” (se così vogliamo definirla) ed un continuo rimbalzo tra le attuali Germania, Boemia e Polonia. Gradualmente, si ha un’inevitabile indebolimento della cultura e dell’identità soraba, che però vede una grandiosa rinascita sotto il dominio prussiano. Rinascita interrotta, anzi schiacciata, dall’avvento nazista, che oltre a vietare l’uso della lingua, sopprime le associazioni e chiude sedi di giornali e riviste. Il trattamento riservato agli attivisti te lo lascio immaginare…

Non sorprende quindi che, alla fine della seconda guerra mondiale, nasca un movimento che chiede a gran voce la creazione di uno Stato Lusaziano da annettere alla Cecoslovacchia. Non succederà, ma per lo meno i Sorabi ottengono una tanto agognata autonomia linguistica e culturale che dura ancora oggi, tanto che le costituzioni delle regioni di Sassonia e Brandeburgo se ne fanno garanti.
Visitando Bautzen se ne ha un assaggio immediato a livello pratico, visto che tutti i cartelli sono bilingue. Per una vera e propria immersione, è però d’obbligo la visita al Serbski muzej, il museo che racchiude la storia dei Sorabi.

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Le lingue sorabe

Non potevo, da grande amante della lingua ceca, non accennare alle lingue sorabe. Già, perché come minoranza slava occidentale, inevitabilmente i Sorabi non potranno che parlare qualcosa di molto vicino a ceco, polacco e slovacco, le tre “big” delle lingue slave occidentali. Perché mi riferisco a loro al plurale? Presto detto: proprio come Alta e Bassa Lusazia, anche le sue lingue si dividono in superiore ed inferiore, che tra loro hanno delle piccole differenze.

Oggi sono circa 20.000 le persone che continuano a parlarle e trasmetterle. Si insegnano anche in alcune scuole e si cerca di spingere i bambini ad un bilinguismo che non può che arricchirli culturalmente. Nonostante questo, la lingua soraba è considerata a rischio. Fortuna che sia indelebilmente radicata nella regione anche attraverso i nomi delle più grandi città della Sassonia, Dresda e Lipsia (rispettivamente, da Drježdźany e Lipsk).

Piccola nota a margine: pur conoscendone la storia, ammetto che è stato un piccolo shock essere circondati da cartelli in tedesco e in un’altra lingua molto simile a ceco e polacco, una sorta di fusione delle due quasi. Ma per me, che quando sono in Germania non capisco una parola, è stato un bel cambiamento carpire qualcosa qua e là. Per non parlare di Pavel, super entusiasta. Anche se ha continuato a “farci strano” per tutta la nostra breve permanenza!

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Cosa vedere a Bautzen

Il museo dei Sorabi

Il Serbski muzej (Sorbisches Museum in tedesco) è il punto di partenza ideale per scoprire Bautzen.
Al suo interno, vengono illustrati egregiamente usi e costumi della minoranza linguistica di Germania, incluse delle riproduzioni di parti di case tradizionali, affiancate da mobilio originale. Tra parentesi, in alcuni villaggi nella parte nord dell’Oberlausitz (Alta Lusazia) come Niedercunnersdorf, Jonsdorf ed Ebersbach si possono ancora ammirare le cosiddette Umgebindehäuser, abitazioni originali fatte in parte di legno.
Non può mancare poi la parte storica, che illustra l’evoluzione del popolo sorabo dai primi insediamenti, attraverso il medioevo e fino ai giorni nostri, arricchendo il tutto con la descrizione delle attività che lo hanno contraddistinto: apicultura nelle foreste, pesca, ma soprattutto acquacoltura.

La sezione che più ho apprezzato è quella che espone i vestiti tradizionali divisi per tema. Si parte con quelli domestici, seguiti da quelli per le cerimonie e per molteplici celebrazioni durante il corso dell’anno. La sala si chiude con un’esposizione degli strumenti musicali.
Il primo piano è dedicato alla letteratura soraba e ai personaggi più importanti, come scrittori e scienziati. Parte del materiale è conservato nella grande sala, uno spazio elegantissimo che ancora oggi ospita eventi di primo piano della comunità. Nella stanza di fianco, un accenno doveroso al movimento nazionale e al “risveglio” dello spirito sorabo di fine XIX secolo.

Infine, il secondo piano ospita il museo per i bambini, dove alla ricostruzione di un’aula scolastica è affiancato il lato educazionale. È davvero interessante avere la possibilità di sfogliare libri in lingua soraba ed essere, per quanto possibili, coinvolti in quel mondo. Per concludere in bellezza, si ha una vera e propria galleria d’arte unica nel suo genere, che ospita ritratti di uomini e donne in abiti tradizionali, paesaggi lusaziani ed acquerelli.
Sai che non sempre amo passare il mio tempo chiusa in un museo, ma visitare Bautzen senza passare dal Museo dei Sorabi è impensabile.

Informazioni per pianificare la visita al museo

Orari di apertura: da martedì a domenica, dalle 10 alle 18. Lunedì chiuso tranne per giorni festivi. Chiuso il 24, 25 e 31 dicembre. Orari ridotti 26 dicembre e 1 gennaio.
Ingresso: il costo del biglietto è di 5,00€ per gli adulti, ridotto 2,50€. A questo, vanno aggiunti 3,00 € per avere il permesso di fare foto e video. Sono disponibili audio guide in varie lingue, tra cui non è però presente l’italiano (ci sono inglese e francese).

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La città delle torri

Bautzen conserva ancora buona parte delle mura medievali ed un elevatissimo numero di torri ancora intatte, ben 16.
Scoprirle una ad una è un’attività davvero stimolante, perché ognuna ha la propria storia e spesso non si assomigliano per nulla. Inoltre, enorme bonus, molte sono aperte ai visitatori. Che la vista dall’alto sia spettacolare non devo dirtelo certo io!

Noi siamo saliti su una delle più interne, la torre pendente di Bautzen (Reichenturm), la cui terrazza abbraccia i tetti rossi del centro città e la sottostante Reichenstraße. Tra le più suggestive, la torre di Mattia (Matthiasturm), in stile tardo gotico, vanta un rilievo dedicato al sovrano ungherese Mattia Corvino, a cui si deve la ricostruzione della torre stessa e dell’antico castello. Una delle più recenti è invece la Alter Wasserturm, la torre dell’acqua, costruita a nel 1848 per far fronte all’improvvisa crescita del bisogno di approvvigionamento del centro storico che la vecchia torre, la Alte Wasserkunst (letteralmente “antica arte dell’acqua”) non riusciva più a sostenere. Ognuna delle torri è descritta nel dettaglio sul sito ufficiale del turismo di Bautzen.

Fleischmarkt, il cuore di Bautzen

L’antica piazza del mercato della carne è il luogo attorno al quale ruota la vita politica e spirituale dei cittadini di Bautzen.
Sul lato settentrionale si trova infatti la Cattedrale di San Pietro (Dom St. Petri), i cui primordiali resti risalgono addirittura al 1000 a.C. La chiesa ha visto la luce tra il 1456 ed il 1463, ma ciò che vediamo oggi è il risultato di una massiccia ricostruzione a seguito di un incendio disastroso. Interessante è come il barocco ed il gotico riescano a convivere, proprio come i due altari al suo interno, uno cattolico e l’altro luterano.
Opposto alla cattedrale, svetta in giallo l’edificio che ospita il municipio, la cui torre si è aggiunta a quelle medievali nello skyline cittadino.

Bautz’ner Senfladen

Se a Bautzen c’è una tipicità gastronomica ecco, quella è la senape. Bazzicando spesso per i supermercati di Dresda, avevo già acquistato la marca Bautz’ner, regina incontrastata degli scaffali. Ma lo shop con museo incorporato, proprio su Fleischmarkt, è tutta un’altra storia. Segnati il nome: Bautz’ner Senfladen. I prodotti da grande distribuzione ci sono tutti, ma accompagnati da delle vere e proprie chicche, inclusa qualche marmellata “senapizzata”. I prezzi ovviamente cambiano, eccome, ma la qualità è di un altro mondo.

Piccolo, ma davvero interessante, il museo che mostra l’evoluzione del marchio di pari passo a come sono cambiate le abitudini alimentari dei tedeschi in relazione al prodotto. Splendido il bancone antico corredato dalla cassa, un vero pezzo di storia.
Non stupisce quindi che ci siano vari ristoranti che puntano proprio sulla senape. Il più famoso è il Bautzner Senfstube, a pochi passi dalla Cattedrale e dalla torre di Mattia, che pure dall’esterno fa la sua porca figura. In una delle strade più suggestive di Bautzen, senza dubbio.

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Mühltorgasse, Unterm Schloß ed Hammermühle

Non tutto ciò che vale davvero la pena di vedere è conservato nella parte alta dell’antico nucleo storico.
Io sono rimasta letteralmente incantata da un vicoletto chiamato Mühltorgasse, che offre scorci meravigliosi e che, tra le altre cose, conduce ad uno degli edifici più antichi della città ancora in piedi, la cosiddetta casa delle streghe (Hexenhäuschen), e scende giù giù fino alle rive del fiume Spree.
Lungo il suo percorso, Mühltorgasse si fonde con un altro vicolo, Unterm Schloß, che custodisce una serie di edifici bassi e colorati ai piedi delle mura dell’antico castello. Ogni tanto c’è una scalinata ripida che sale fino al centro attraversando giardini ed orti, una vera meraviglia.

Resistendo alla tentazione di imboccare una qualsiasi di queste scenografiche scalinate (visto che volendo si può “circumnavigare” il nucleo di Bautzen), si raggiunge Hammermühle, l’unico mulino rimasto in piedi dei 21 anticamente esistenti e datato, pensa, addirittura XV secolo. La sua fortuna è stata quella di sapersi adattare al radicale cambiamento dato dalla rivoluzione industriale, prima con la produzione di argilla “curativa”, poi con la macinazione di malto d’orzo per i birrifici locali, che poi è ciò che fa ancora oggi insieme alla produzione di senape!

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Perché visitare Bautzen quindi?

La Sassonia è una regione meravigliosa, con città iconiche come Dresda ed enormi distese di natura incontaminata a stretto contatto col fiume Elba. Ma è forse proprio l’Alta Lusazia, con centri come Görlitz e la stessa Bautzen, a riservare le sorprese più inaspettate. Architettonicamente favolosa, il miscuglio di culture che la contraddistingue la rende unica. E chi meglio di Bautzen può rappresentare tale aspetto? Non è cosa da tutti i giorni l’entrare in contatto con una minoranza linguistica così forte e capace di tramandare la propria storia… E della quasi ossessione con la senape ne vogliamo parlare? Dulcis in fundo, ci troviamo di fronte ad una delle città medievali meglio conservate di tutta la Germania. Già questo, in teoria, basta e avanza.

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