La Fortezza di Ram, roccaforte ottomana sul Danubio

Sono molti i visitatori che si spingono fino in Serbia orientale per toccare quelle rive dove le acque del Danubio blu scorrono placidamente oltre il confine rumeno.
Il ruolo del secondo fiume più lungo d’Europa è sempre stato quello di frontiera naturale nei Balcani, poco importa chi fosse il dominatore di turno e quanto velocemente si spostasse, quella frontiera. La storia che ha da raccontare nel tratto serbo poi è particolarmente movimentata, e non sorprende che il principale punto di interesse della regione sia una fortezza, quella di Golubac, grandiosa guardiana delle Porte di Ferro. Principale, ma di certo non il solo.

Nei pressi della rinomata (nonché iper-turistica, grazie al suo resort) località di Veliko Gradište, ad una ventina di chilometri dallo Srebrno Jezero (Lago Argentato), oltre a Golubac si nasconde un altro bastione più piccolo e meno conosciuto: la Fortezza di Ram. In Serbia si dice che dalle sue mura si possa godere del più bel tramonto sul Danubio, e nonostante possa assolutamente confermarne la veridicità, non è a questo che si limita il suo innato fascino, soprattutto a seguito della massiccia ricostruzione finanziata dal governo turco tra il 2017 ed il 2019.
Che c’entrano i turchi? E perché nel tuo itinerario on the road in Serbia la fortezza di Ram non può mancare?

Fortezza di Ram, vista d'insieme dalla riva del Danubio

La Fortezza di Ram dalle origini alla rinascita

La Fortezza di Ram (in serbo Ramska Tvrđava) è tra le più antiche roccaforti militari della Serbia, ed una delle 7 sopravvissute lungo il corso del Danubio serbo. Non sappiamo con esattezza quante possano essercene state in totale, ma pare molto plausibile che sulla riva opposta a Ram ne sorgesse un’altra, Haram, della quale non ci sono resti.
La prima menzione scritta del villaggio risale al 1128 e la si deve ad una battaglia tra bizantini ed ungheresi avvenuta non troppo lontano. I reperti archeologici però rivelano che già i celti si erano insediati nella zona, seguiti dai romani ai quali si deve, tra le altre cose, la costruzione di un mausoleo dedicato al dio Giove. È proprio intorno al mausoleo che il sultano ottomano Bayezid II, presumibilmente nel 1483, fa costruire quella che oggi conosciamo come Fortezza di Ram.

La posizione, una collina rocciosa sul Danubio con visuale a 180°, rende chiaro lo scopo del sovrano: fortificare la linea difensiva, già composta dalle fortezze di Smederevo e Golubac, contro le incursioni ungheresi, ed allo stesso tempo controllare il traffico sul Danubio. Per questo il suo interno viene riempito di artiglieria pesante maneggiata da soldati ottomani d’élite. Si è calcolato che lungo le mura potessero essere messi contemporaneamente in funzione 36 cannoni; giusto per rendere l’idea, il Kalemegdan di Belgrado, di dimensioni molto più estese, ne prevedeva 22. L’importanza strategica di Ram dura fino al 1521, anno in cui i turchi sconfiggono gli ungheresi espandendosi verso nord. Da quel momento, comincia un declino costante, rafforzato da continui cambi d’uso e culminato con i danneggiamenti riportati in entrambe le guerre mondiali.

È negli anni ’80 che si comincia a parlare di restauro, ma non se ne fa niente fino al 2010, quando l’agenzia turca TIKA, in collaborazione con l’Istituto per la Protezione dei Monumenti, si mette finalmente al lavoro. I ritrovamenti confermano la presenza sul territorio di celti, romani, serbi, ungheresi e turchi.
La forma a pentagono irregolare scelta da Bayezid II viene evidenziata con la ricostruzione delle 5 torri originali. Si è voluti rimanere fedeli al passato anche nella scelta dei materiali, non utilizzando cemento o barre di ferro, ma anzi analizzando la malta originale e ricreandola. Tra gli obiettivi futuri, c’è quello di rimettere in piedi la “torre misteriosa”, priva di finestre e facente (pare) parte del mausoleo romano o di una successiva moschea ottomana.

Fortezza di Ram, la corte interna con la torre mozza
Fortezza di Ram, panoramica delle mura al tramonto

L’origine del nome

Come ogni luogo speciale che si rispetti, anche per la Fortezza di Ram l’origine del nome è avvolta nel mistero.
Sono molteplici le ipotesi: quella più accreditata riguarda i resti di vari edifici sacri rinvenuti nell’area, unita al fatto che nelle mappe più antiche Ram viene indicata come Hram, termine serbo per tempio. La H sarebbe diventata muta col tempo.
Una leggenda va a scomodare addirittura Remo, approdato sulle rive del Daubio con la moglie Letizia dopo aver lasciato Roma a causa della lite col fratello Romolo.

La storia più conosciuta coinvolge però il sultano Bayezid II. Mentre stava perlustrando la zona con le sue truppe, si sarebbe fermato a riposarsi su una collina con un’eccellente vista sul Danubio e sulle terre ungheresi; si addormentò sul suo tappeto, ihram in turco, e al risveglio si sentì così rinvigorito che ordinò che la fortezza venisse costruita in quello stesso punto. Ram deriverebbe quindi da Ihram.
Per fare un tuffo nei toponimi di altre città europee, puoi sbizzarrirti tra gli articoli della mia rubrica What’s in a name.

Cos’altro fare a Ram

Al contrario della Fortezza, il piccolo villaggio di Ram non è cambiato poi troppo.
Il nucleo originario risale all’arrivo dei turchi e nasce come caravanserraglio, l’unico ad oggi rimasto in piedi in tutta la Serbia. Secondo i reperti, aveva 24 stanze, ognuna col proprio caminetto, perfette per ospitare le carovane di mercanti e viaggiatori che si spingevano a quelle latitudini. È possibile ammirarne i resti che circondano la Moderna Chiesa Serba Ortodossa, costruita nel 1839 proprio al loro centro. Il piccolo parcheggio di fianco al bastione è perfetto per visitare entrambi.

Ai piedi della collina, direttamente collegata alla cima da una scalinata, si trova invece il porticciolo dal quale salpano ogni giorno traghetti e chiatte per attraversare il Danubio e raggiungere Stara Palanka, nella regione di Banat. Il ponte sul fiume più vicino si trova a Smederevo (60km a ovest), ragion per cui si sta cercando di puntare su questo tipo di trasporto per incrementare il turismo, da qui la futura costruzione di un vero e proprio molo. Ammetto che a me è mancato il coraggio di imbarcare la mia auto su una chiatta (ai miei occhi) non particolarmente stabile, in un punto dove il Danubio sembra davvero infinito.
Tra i piani in cantiere ci sono piste ciclabili e pedonali che colleghino Ram a Zatonje, sulle rive del Lago Argentato, e addirittura un’autostrada che unisca Ram alla capitale Belgrado.

Porticciolo sul Danubio ai piedi della fortezza di Ram

Perché visitare la Fortezza di Ram

Non so come, ma nel nostro itinerario serbo avevo finito per inserire inconsciamente ben 5 fortezze sul Danubio.
Dalle misere informazioni raccolte prima della partenza, da Ram non mi aspettavo poi molto, ma hey, dopotutto era vicina a Golubac, e tutti concordavano sul fatto che regalasse tramonti stupendi. Escludendo che mi fosse totalmente sfuggito il fatto che fosse stata restaurata di recente, non avevo nemmeno pianificato di visitarla nel tardo pomeriggio, è stata una semplice (e quantomai necessaria) botta di fortuna trovarsi lì al calar del sole.

E meno male, perché mi ha fatto realizzare quanto la Fortezza di Ram in Serbia non abbia eguali. E forse non solo in Serbia.
Ok, è stata ricostruita in larga parte, ma concordo con chi la definisce la perla del Danubio. Sì, pure a “discapito” di Golubac, di certo strategicamente più importante e fisicamente molto più imperiosa. Ram è relativamente piccola, dalla forma come mozzata, ma permette di scrutare il Danubio finché la vista non si perde all’orizzonte. Ognuna delle torri è accessibile, e la passeggiata fatta tutta intorno alle mura la fa scoprire nei minimi dettagli; il bastione e ciò che lo circonda, si intende. C’è qualche spiegazione affissa qua e là (e la possibilità di prenotare una guida), ma presto sorgerà un museo etnografico a spiegare meglio il ruolo dell’intera area nella storia. Di certo, lasciandosi avvolgere dalla sua atmosfera, uno nella storia ci si sente catapultato. A maggior ragione se di visitatori in giro oltre te se ne contano su una mano.

E sul tramonto, bè… non saprei nemmeno da dove iniziare. Di certo, l’orario ideale per visitare la Fortezza di Ram è al crepuscolo. Già al nostro ingresso il sole stava scendendo, e ce la siamo presa con estrema calma proprio per aspettare che si trovasse di poco alto sull’orizzonte prima di scendere sulla riva del Danubio. A scandire il tempo, il grigio chiaro delle mura che si tingeva di rosa, arancio, fino ad arrivare ad un rosso fiammeggiante.
Atmosfera, storia, romanticismo, vista da urlo. A Ram non manca proprio niente, e la considero di diritto tra i luoghi più belli della Serbia.

Fortezza di Ram, la luna si affaccia alle spalle del torrione
Tramonto di fuoco sul Danubio a Ram, Serbia

Informazioni pratiche: dove si trova la Fortezza di Ram, orari, ingresso

La Fortezza di Ram, in Serbia orientale, si trova sulla riva destra del Danubio (km. 1075), a pochi chilometri dall’omonimo villaggio e proprio di fronte agli estuari degli affluenti Nera e Karaš. Ai piedi della roccia sulla quale è stata eretta, il fiume raggiunge i 5km di larghezza, tanto che all’interno di questo bacino si è creata un’oasi naturale protetta, il Labudovo Okno (letteralmente, la vasca del cigno). La capitale Belgrado si trova a circa 100km, mentre le fortezze di Smederevo e Golubac sono rispettivamente a 60 e e 40km.

Non è un problema arrivare a destinazione in auto con l’aiuto di Google Maps. L’unico dettaglio da tenere a mente è che proseguendo per la strada principale si arriva al piccolo molo ai piedi della collina (strada che verrà ricostruita ed ampliata), mentre per parcheggiare subito fuori dalle mura occorre girare a sinistra un 650m prima. In questo modo, non rischierai di perderti la piccola chiesa ortodossa ed i resti del caravanserraglio. In alternativa, si può anche raggiungere tramite traghetto/chiatta dalla località di Banatska Palanka, sulla riva sinistra del Danubio; corse e prezzi in entrambi i sensi sono consultabili sul sito Dunav Trans.

È possibile accedere alla Fortezza tutti i giorni tranne il lunedì. Gli orari di apertura variano a seconda della stagione: da aprile ad ottobre dalle 10 alle 18, da novembre a marzo dalle 10 alle 16. Il costo del biglietto d’ingresso è di appena 300dn, poco meno di 3€; sono previsti sconti per gruppi, bambini, anziani e portatori di handicap.

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