Cosa fare e vedere a Belgrado, capitale serba dalle mille anime

Che Belgrado non fosse una città bella nel senso classico del termine me lo aspettavo. Così come mi aspettavo una metropoli caotica, lontana anni luce da tutte quelle che avevo avuto la fortuna di visitare fino a maggio 2018.
Non mi aspettavo però una città così vibrante, chiassosa, colorata, semplice e complessa allo stesso tempo. Che vive più di notte che di giorno. Una capitale non ancora toccata dal turismo di massa, fiera nella sua autenticità e nelle sue imperfezioni. Con i suoi templi, i suoi memoriali, i suoi palazzi scrostati, i condizionatori appesi ovunque, le bancarelle che servono rakija ad ogni angolo, i giganteschi murales.

Già dalla premessa è evidente che racchiudere in un post cosa fare e cosa vedere a Belgrado in due/tre giorni, durata media di una visita ad una qualsiasi capitale europea, non è semplice. Sono fermamente convinta che la capitale serba vada vissuta più che “ridotta” ad un semplice elenco. Così convinta che ci sono tornata altre 2 volte dopo quel 2018, ed ho intenzione di riabbracciarla quanto prima. Ma da qualche parte dovrò pur partire per mostrarti quanto sia speciale e perché dovresti assolutamente visitarla, no?

Cosa vedere a Belgrado

Il Tempio di San Sava, la seconda cattedrale ortodossa al mondo

Quello di San Sava (Hram svetog Save o Храм светог Саве) è il più grande tempio ortodosso al mondo al di fuori della Russia.
Si trova sull’altopiano di Vračar, la collina più alta della città vecchia, un po’ defilato rispetto al centro. È incredibile come si riesca a scorgerne il profilo da praticamente qualsiasi quartiere di Belgrado, una vista a cui è difficile abituarsi. Dedicato a San Sava, figura di grande spicco già dal Medioevo, viene fondato nel punto in cui gli ottomani bruciarono i suoi resti nel 1595.

È proprio per marcare i 300 anni dal triste evento che si decide di erigere il tempio. Peccato che le guerre balcaniche prima, e la prima guerra mondiale poi, posticipino i lavori fino al 1935; lavori che si fermano di nuovo con lo scoppio della seconda guerra mondiale. Finalmente, dopo ben 88 richieste scritte del patriarca, tutte respinte dall’amministrazione cittadina, nel 1985 si torna a costruire. E si continua a farlo.

Fontane che portano all'ingresso dell'ancora incompiuto tempio di San Sava

Eh già, perché il progetto è davvero ambizioso.
Prendiamo la cupola centrale: un pezzo unico da 4000 tonnellate costruito a terra ed issato per mezzo di speciali macchine idrauliche in 40 giorni. La cupola, al momento della nostra prima visita, era l’unica parte completa ad esclusione della cripta. Infatti, mentre l’esterno del tempio era già stato in larga parte ultimato, i 35.000 metri quadrati di superficie interna devono attendere donazioni per essere rivestite da piccoli mosaici dorati.

La Sagrada Familia di Serbia insomma, ancora più costosa se possibile. I 4 milioni di euro dell’offerta più sostanziosa (si dice arrivata direttamente dal Cremlino, addirittura dalle tasche di Putin) sono serviti a coprire il solo costo della cupola; aver visto come riusciva a risplendere benché circondata da pareti di cemento grezzo e da rozze impalcature è stato qualcosa di incredibile, così come incredibile è stato il poter ammirare l’evoluzione della cattedrale.

Nel 2018 la nostra guida affermava con certezza che ci sarebbero voluti una ventina d’anni per vedere il tempio finito, nel 2020 l’abbiamo trovato impietosamente chiuso, nel 2021 SORPRESA!!! tutti gli interni erano già completamente rivestiti di piccoli tasselli scintillanti. Il via vai senza sosta di fedeli e la grande spiritualità che si respira all’interno, questi sono gli unici aspetti ad essere rimasti costanti.
La cripta poi è una storia a sè: primo ambiente ad aver visto la luce, trasporta in un mondo dove l’oro è l’unica sfumatura possibile. Un capolavoro, tutto. Anche se pensare a quanti soldi sono stati spesi quando il paese ha di certo problematiche più serie e pressanti continua a scioccarmi…

  • Ingresso: entrata gratuita
  • Orari: ogni giorno dalle 7 alle 20.

Il Kalemegdan, la fortezza di Belgrado

Diametralmente opposto al Tempio di San Sava troviamo il Kalemegdan, l’antica fortezza di Belgrado, che oggi ospita il parco più grande della città (oltre 50Ha). Qui sorse il nucleo della romana Singidunum, che in epoca medievale passò in mani turche per poi venire finalmente convertita in un’enorme area ricreativa a metà del XIX secolo, in concomitanza con la liberazione dagli ottomani.

Il complesso sorge su una formazione rocciosa sulla congiunzione dei fiumi Danubio e Sava, ed offre tutto ciò che residenti e turisti possano desiderare: da una parte campi da gioco, scacchiere, campi da tennis, piste di pattinaggio, giardino zoologico, piste ciclabili, percorsi pedonali; dall’altra museo militare, torri fortificate, pozzi, chiese, bunker, statue. Ed a sorvegliare su tutto e tutti c’è lui, Victor (o Pobednik), l’iconico monumento simbolo di Belgrado.

Purtroppo o per fortuna, durante la nostra prima visita lo spazio all’interno delle mura era occupato da MANIFEST, un festival annuale molto sentito. Stand gastronomici si alternano a quelli allestiti da uffici del turismo di regioni serbe e della ex Jugoslavia (Slovenia e Montenegro in questo caso), mescolati a palchi dove si tengono esibizioni di ogni tipo e zone ricreative. Insomma, mi sono calata talmente tanto nella “parte”, che di chiese torri bunker e quant’altro me ne sono proprio dimenticata. Fortunatamente, ho avuto modo di tornare e completare la visita. Ci tenevo soprattutto a visitare la chiesa di Ružica, la torre Despotova Kula (che funge da piccolo planetario) e farmi una bella passeggiata lungo tutto il perimetro. A proposito, godersi il tramondo dalle mura del Kalemegdan è una delle esperienze più romantiche che offre Belgrado. L’esposizione militare, davvero molto interessante, ha accesso gratuito e si trova subito al di fuori dell’Antica Fortezza.

  • Ingresso: al parco è gratuito, all’interno dipende da cosa si vuole visitare. In generale, i prezzi sono comunque molto bassi. Ulteriori informazioni sono reperibili sul sito ufficiale del Kalemegdan
  • Orari: il parco è sempre accessibile, i singoli monumenti solitamente effettuano orario continuato dalle 11 alle 19. Consultare il sito per ulteriori dettagli.
statua in cima ad una colonna al tramonto con gente intorno

Il parco Tašmajdan, bellezza che custodisce tragedia

Di dimensioni più contenute rispetto al Kalemegdan, ma più centrale ed a stretto contatto con i palazzi del potere, troviamo il Tašmajdan.
Il parco ha subito una massiccia ricostruzione tra il 2010 ed il 2011 come dono del governo dell’Azerbaigian a Belgrado, regalo quantomai gradito visto la movimentata storia di quest’area cittadina.

È dalle sue cave che già 2000 anni fa i romani estraevano pietre (il nome di Città Bianca si dovrebbe a questo) per la costruzione di edifici e sarcofagi, processo poi ripreso dagli ottomani. È da qui che, nel 1886, l’eroe nazionale Karađorđe guidò la liberazione di Belgrado contro gli stessi ottomani.
L’evento più recente e terribile che lo riguarda sono però i bombardamenti da parte della NATO del 23 e 24 aprile 1999, bombardamenti mirati all’edificio della radiotelevisione serba, ma che coinvolsero anche il teatro per bambini Duško Radović e la piccola chiesa russa della Santissima Trinità. Fermarsi a riflettere davanti ai ruderi dell’edificio sventrato (e lasciato così di proposito) è doveroso, oggi più che mai.

Il parco è un’area molto frequentata, anch’essa disseminata da campi da gioco, complessi sportivi e statue di ogni forma. Tra i monumenti, spiccano però quelli dedicati ai bambini ed ai dipendenti della stazione TV che persero la vita nel 1999 (che recitano rispettivamente “we were just children” e “zašto“, perchè), oltre che la splendida chiesa di San Marco, altro capolavoro internamente incompleto.

I resti della radio-televisione serba dopo il bombardamento NATO del 1999

Piazza Terazije, incrocio di stili architettonici e di vita

Il cuore di Belgrado è Terazije, la piazza di riferimento per tutte le numerazioni civiche della città e pittoresco punto d’incontro per i collezionisti di figurine di tutta Belgrado. Il suo nome ha origini turche (come del resto Kalemegdan e Tašmajdan) ed è dovuto alla torre idrica che sorgeva al posto dell’attuale fontana, la più grande della capitale serba. Sono numerosi gli edifici importanti che vi si affacciano, primo su tutti l’hotel Moskva con la sua facciata di mosaici in ceramica, considerato il palazzo più bello di Belgrado. Da segnalare anche il Palazzo Albania, il primo grattacielo del sud-est europeo nonché il più alto fino alla seconda guerra mondiale. È sulla sua cima che la prima bandiera jugoslava venne appesa in segno di liberazione dai nazisti il 20 ottobre 1944.

elegante facciata di hotel con mosaici gialli e verdi

Knez Mihailova, la via dello shopping

Il Kalemegdan, Piazza Terazije e Piazza della Repubblica (Trg Republike, sede del museo nazionale) sono collegate dalla pedonale ed affollata Knez Mihailova, la via conosciuta principalmente per lo shopping ed i brand internazionali. In realtà lungo questo vialone, sottoposto a vincolo artistico per il suo stile unico, si trovano anche edifici molto importanti, primo tra tutti quello che ospita l’Accademia Serba delle Scienze e delle Arti.

È anche ideale per rilassarsi ad uno dei tavoli dei tanti bar che la popolano, ovviamente con prezzi più alti rispetto al resto della città. L’unicità di Knez Mihalova sta però nei suoi dettagli, urbani ed umani: passaggi seminascosti che di impeccabile hanno poco o niente (ma che fascino…), carrelli che vendono popcorn freschi sono ad ogni angolo. La bancarella con il signore che vende libri e vinili è un’istituzione, e le signore che espongono centrini fatti a mano un tocco di autenticità in un viale che potrebbe altrimenti passare per uno come tanti, in una capitale qualunque.

Knez Mihajlova con Palazzo Albania sullo sfondo, Belgrado

I palazzi del potere

Gli edifici istituzionali si trovano a poca distanza l’uno dall’altro e non sono visitabili, ma uno sguardo d’insieme dall’esterno è d’obbligo.
Il Palazzo neo-barocco dell’Assemblea Nazionale (Dom Narodne skupštine Republike Srbije) si trova in Piazza Nikola Pašić, nel punto in cui, nel 1830, il sultano finalmente riconobbe al principe serbo e ai suoi sudditi i loro diritti. Il Palazzo Vecchio (Stari dvor) è sede dell’Assemblea Cittadina ed ha ospitato per appena 37 anni i reali di Serbia prima di assumere il ruolo attuale. Storia sanguinosa la sua: nel 1903 il re Alessandro I Obrenović fu vittima di un colpo di stato, durante il quale lui e la moglie vennero uccisi ed i loro resti gettati dalle finestre delle loro stanze private. Gli succedette il “legittimo sovrano”, o almeno colui considerato tale dall’Assemblea Nazionale, Pietro I Karađorđević. A lui si deve il Palazzo Nuovo (Novi Dvor), oggi sede del Parlamento Serbo.

Il vecchio palazzo reale di Belgrado

Il quartiere di Skadarlija, l’anima bohémienne di Belgrado

Il quartiere più affollato e famoso di Belgrado è quello bohémienne, Skadarlija. Deve l’appellattivo ed i continui paragoni con il ben più noto Montmartre parigino al fatto che agli inizi del ‘900 fosse frequentato principalmente da artisti, poeti e scrittori. Il suo aspetto da allora è rimasto pressoché invariato, ed è davvero piacevole camminare per le sue viuzze o sedersi ad uno dei suoi molteplici ristoranti. Davvero degni di nota i murales, che seppur un tantinello scoloriti incarnano alla perfezione l’anima di Skadarlija.

Skadarlija è forse la parte più turistica di Belgrado, ma anche la più colorata

Piazza Slavija, il centro nevralgico del traffico di Belgrado

Slavija Trg non è questo gran vedere, ma ti troverai sicuramente ad attraversarla, quindi perché non dedicarle un po’ d’attenzione? La sua rotonda è la più grande e caotica di Belgrado (e probabilmente di Serbia) ed è uno snodo fondamentale che conduce in centro, alla stazione e verso la parte sud. E pensare che questa distesa di cemento e palazzoni fino a pochi decenni fa era una riserva di caccia alle anatre… pare che i neo-patentati preferiscano fare un giro più lungo piuttosto che affrontare il suo traffico senza regole.

Il quartiere di Zemun, la città nella città

Che Zemun sia una sorta di città nella città è lampante non appena vi si mette piede. Il quartiere ha mantenuto lo stile dell’epoca della dominazione austro-ungarica, tanto che camminando per i suoi vicoli non sembra affatto di trovarsi a Belgrado, ma in un qualche sobborgo di Vienna o Budapest… Quindi, consiglio spassionato, sebbene occorra una mezz’ora di autobus per raggiungerlo, non perdertelo!
I localini sul lungofiume poi sono un vero incanto (ma guai ad avere fretta), le stradine disseminate di casette colorate di un altro pianeta rispetto alla città vecchia. E vogliamo parlare della torre di Gardoš? Oltre all’importanza artistica, la vista dalla cima sul Danubio è davvero splendida!

La torre del millennio nel quartiere di Zemun, Belgrado

Il Museo della Jugoslavia e la Casa dei Fiori

Un po’ defilato rispetto al centro, ma facilmente raggiungibile con i mezzi, è l’imponente complesso che ospita il Museo della Jugoslavia (Muzej Jugoslavije). Purtroppo, causa massiccia opera di restauro, abbiamo trovato chiuso in due occasioni il corpo centrale, ovvero il Museo del 25 maggio (la data di riapertura ad oggi è ancora sconosciuta), mentre visitabili sono il vecchio museo e soprattutto la Casa dei Fiori (Kuća cveća).

La piccola costruzione dal nome poetico altro non è che il mausoleo dove riposa il presidente della Repubblica Federale Socialista Jugoslava Josip Brozo Tito insieme alla moglie Jovanka. Nell’edificio, insieme alle tombe in marmo, in realtà di fiori non se ne trovano; lo spazio è occupato da cimeli, oggetti appartenuti a Tito e regali ricevuto durante la sua carica. Una collezione ben più sostanziosa si può trovare nel vecchio museo, subito adiacente, che ripercorre la storia della Jugoslavia del XX secolo, con particolare enfasi sulla vita e le gesta del maresciallo. Una visita è d’obbligo per cercare di comprendere meglio non solo Belgrado, ma tutta la Serbia e l’intera regione balcanica.

  • Ingresso: biglietto intero 400rsd (circa 3,40€), i bambini sotto i 10 anni entrano gratis.
  • Orari: da mercoledì a domenica dalle 10 alle 18. Il lunedì ed il martedì sono giorni di chiusura.
Ingresso al museo della storia della Jugoslavia a Belgrado

Il Museo Nikola Tesla

Tra i personaggi serbi più illustri della storia non si può non ricordare un immenso e sfortunato scienziato, Nikola Tesla. Nato nell’attuale Croazia da genitori serbi (situazione perfetta perché entrambi i Paesi ne rivendichino le origini), a lui è dedicato l’aeroporto di Belgrado, un busto di fronte al Tempio di San Sava, una statua presso l’università di ingegneria elettronica, l’effigie sulla banconota da 100 rsd e soprattutto il piccolo museo Nikola Tesla, nel cuore di uno dei quartieri più eleganti della capitale serba. Tesla in realtà a Belgrado passò appena 31 ore della sua vita, ma fu per sua volontà che alcune delle sue invenzioni vennero riprodotte qui. Da anni si parla di costruire un museo di dimensioni adeguate alla sua grandezza e nel quale si possa celebrare al meglio il suo genio, ma fino a quel momento il piccolo palazzo sulla Krunska è una tappa imprescindibile.

  • Ingresso: i tour sono guidati. Un tour privato in inglese costa 800rsd (circa 6,80€), di gruppo 500rsd (circa 4,20€).
  • Orari: lunedì dalle 10 alle 18, dal martedì alla domenica dalle 10 alle 20.
elegante palazzo che ospita un museo

Lo stadio Rajko Mitić, casa della Stella Rossa

Lo Stadion Rajko Mitić, detto anche Marakana, è il più grande di Serbia e fino alla metà degli anni ’90 era capace di contenere fino a 100.000 spettatori. Dopo i lavori di restauro e messa in sicurezza, il numero si è praticamente dimezzato, ma mantiene quel fascino senza tempo di quegli impianti con una grande storia alle spalle. Oltre alla possibilità sedersi in tribuna VIP, il responsabile del museo ci ha intrattenuti quasi un’ora raccontandoci la storia di ogni cimelio e di ogni trofeo vinto dai padroni di casa, la squadra della Stella Rossa, inclusa ovviamente la Champions League 1990/1991. Una visita indimenticabile che raccomando a tutti gli amanti del calcio e dello sport in generale. Bonus: si trova a circa 1,5 km dal Museo della Jugoslavia e a poche centinaia di metri dallo stadio dei rivali del Partizan Belgrado.

  • Ingresso: 200rsd (circa 1,70€).
  • Orari: da lunedì a venerdì dalle 9 alle 16,30, sabato dalle 9 alle 15.
Dalla tribuna dello stadio Rajko Mitić si può ammirare il centro di Belgrado
Trofei della Stella Rossa all'interno del museo allo stadio Rajko Mitić

Cosa vedere a Belgrado con qualche giorno in più a disposizione

A caccia di street art

Nonostante possa vantare ben tre visite nella capitale della Serbia, non mi sono ancora stancata di andare a caccia di street art. Belgrado infatti è tra le capitali europee dell’arte di strada, e sono tantissime le opere nuove che sbucano ad ogni angolo quasi quotidianamente. Non ci si limita ovviamente alle strade del centro, dov’è il vivace quartiere di Dorćol (tra le zone migliori dove mangiare a Belgrado) a farla da padrona insieme a Skadarlija. Savamala e tutta la zona adiacente al Brankov Most è altrettanto imperdibile. Impossibile rimanere delusi.

belgrado-street-art-dorcol-coppia-bacio-viaggio-berightback

Il cemento di Novi Beograd

Belgrado è di certo una città dalle mille anime, proprio come ho scritto nel titolo, e una delle più significative si trova tra gli immensi palazzoni di cemento del “quartiere” di Novi Beograd. Definirlo quartiere non è il termine più appropriato, si tratta di una vera e propria città nella città, nata con lo scopo di unire la vecchia Belgrado a Zemun. La sua costruzione si è protratta dalla fine della seconda guerra mondiale fino ai giorni nostri, anche se sono state la “seconda” e la “terza fase” (1958-1968 e 1968-2000) a renderla in larga parte ciò che è oggi. Ovvero una messa in opera dei principi architettonici di Le Corbusier e del suo béton brut, il prediligere la sostanza alla forma. Modernismo o brutalismo, è questo lo stile che regna e che ai tempi si applicava alla perfezione alle esigenze del partito socialista jugoslavo, che aveva la necessità di costruire nuove e solide strutture in tempi stretti spendendo il meno possibile. Cosa meglio del cemento armato quindi?

Pensare che sia tutto grigio e triste sarebbe però un grosso errore, non di soli Blokovi è fatta Novi Beograd. Ci sono ampi spazi verdi soprattutto sui lungofiume in zona Ušće, dove si trova la sede del Museo di Arte Contemporanea e dove sono ancorate la maggior parte delle chiatte galleggianti attorno alle quali ruota la celeberrima vita notturna belgradese. Tra gli edifici iconici, simbolo dell’architettura brutalista, ci sono l’immenso Palazzo della Serbia (sede del governo), il Sava Centar e naturalmente la Genex Tower, o Western City Gate, una vera istituzione.

Genex Tower, altri palazzi che sbucano tra i piloni

Belgrade Waterfront

Belgrado è una capitale in continua evoluzione ed in perpetuo fermento. Negli ultimi anni, numerosi sono stati gli investimenti piovuti sulla capitale serba dall’estero, dalla penisola arabica soprattutto, con lo scopo di realizzare un progetto che vuole renderla una città ancora più moderna e cosmopolita. Così lungo le rive della Sava, tra il Ponte Gazela ed il Ponte Branko, sta prendendo forma il Belgrade Waterfront, creazione multi-miliardaria che trasformerà il lungofiume in un complesso residenziale per ricchissimi. Hotel 5*, appartamenti di lusso, centri commerciali stanno già rimpiazzando le attività locali, semplicemente spazzando via tutto quello che intralcia il percorso. Fortuna che la zona pedonale, con comode panchine e qualche caro vecchio food truck qua e là, conservano ancora lo spirito originario del luogo. È per loro, e per quel che resta di alcuni iconici murales (chissà quanti sono già stati distrutti), che ci eravamo spinti fino a Savamala. Al momento la considero ancora l’unica buona ragione per farlo.

Belgrado è una città davvero unica e tutta da scoprire, piena di sorprese, così sicura di sé da non avere bisogno di maschere o di filtri. La amerai o la odierai, non possono esserci vie di mezzo. Un consiglio? Affrontala a mente aperta e lasciati travolgere, perché un’altra come lei non esiste.

There are 9 comments
  1. Belgrado è una città che ho sempre messo nella lista ma ammetto che è “in fondo – in fondo” e invece guarda qua, una città vivibile e ancora sconosciuta a molti turisti.
    Mi hai fatto ricredere molto!

    • Capisco perfettamente che Belgrado non abbia una così alta attrattiva, alla fine se ne sente parlare molto poco e le informazioni che si trovano non sono dettagliatissime. Ma fidati quando ti dico che è veramente sorprendente! Dipende sempre dalle aspettative di ognuno, ma ti dico che le mie le ha superate in pieno! Un bacione!!

  2. Non riesco a fare a meno di fare dei paragoni con Sofia, nel senso che nella mia mente, non avendo mai visto Belgrado, la immagino un po’ come la capitale bulgara. Chissà, magari sbaglio, ma mi sembra di capire che le due città abbiano molto in comune, a partire dal passato travagliato per arrivare fino alla voglia di emergere.
    In ogni caso, mi sembra una città stupenda 😍

    • Da quanto leggo, anche a me viene in mente Sofia pensando a Belgrado, anche se credo che ultimamente la capitale bulgara abbia preso molto più piede grazie ad i voli low cost. Ammetto la mia ignoranza nel non conoscere la sua storia però…
      La città È stupenda, e devi andarci presto Silvia. So che la adorerai!!
      Un bacione!!

  3. Gran bel post Celeste, complimenti, mi hai fatto rivivere tutte le mie visite a Belgrado 🙂 in assoluto ho adorato la lunga biciclettata che feci la prima volta lungo il Danubio fino a Zemun, che dopo il cemento di Novi Beograd ci sembrò un miraggio. Ottimi consigli, molto precisi. A me manca ancora il Mausoleo di Tito, ma chissà che non ci torni presto in questa città che è gemella della mia, Milano 🙂 brava, a presto!

    • Ma ciao Eleonora! Che posso dire? Ti stimo tantissimo, amo il modo in cui racconti i tuoi viaggi e come li vivi, e leggere certe parole da te non può farmi altro che piacere! A maggior ragione perché Belgrado la conosci sicuramente meglio di me. Ecco, sei riuscita a fare quello che non ho fatto io, ma ho intenzione di rimediare perchè è una città che sicuramente non “mollerò”.
      Con Milano invece il feeling è stato ben diverso…
      Il Mausoleo di Tito sono sicura che ti intrigherebbe tantissimo. Un bacione, e grazie di essere passata di qua!

  4. Belgrado ci attrae molto come destinazione, peccato che sia ancora poco e male collegata con l’Italia, a livello di aerei. O forse come dici tu Celeste, è meglio così: si preserva dal turismo di massa! 😉
    Voi l’avete raggiunta in auto?
    Di certo, se ci andremo, una puntatina al mitico Marakana della Stella Rossa sarà d’obbligo! 🙂

    • Buongiorno ragazzi!
      Da Modena in realtà avete sia Milano che Venezia come opzioni per raggiungere Belgrado, e credo anche con compagnie diverse da Alitalia. Noi siamo andati in aereo da Fiumicino, spendendo un po’ più del solito per il viaggio (un centinaio a testa grazie ad un’offerta), ma sul posto è tutto talmente economico che il costo è stato ampiamente ammortizzato 😉
      Non so se il turismo di massa potrebbe mai “attecchire”, è una città davvero troppo “anomala” e con un bello spesso molto soggettivo. Egoisticamente ci spero, lo ammetto! Ed il Marakana è davvero d’obbligo. In realtà, per raggiungere il mausoleo di Tito dallo stadio (15 minuti a piedi circa) si passa anche davanti a quello del Partizan, sono davvero vicinissimi!
      Buona giornata, e grazie di essere passati!

  5. Sergej

    Prelep grad!

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