Dove mangiare nel centro di Belgrado tra mercati, panetterie e ristoranti

Scegliere dove mangiare a Belgrado non è cosa da poco, soprattutto se, come noi, si alloggia nel quartiere di Dorćol, il più stimolante dal punto di vista gastronomico. Locali di tutti i tipi e per tutte le tasche letteralmente ad ogni angolo. Lasciarsi ispirare senza perdersi nei meandri di Trip Advisor è il consiglio che mi sento di dare, anche perché si rischia di non uscirne vivi tanta è la scelta.

Fortuna che, almeno per il momento, l’unico angolo del centro dove va davvero preso qualche accorgimento per non finire in locali iper-turistici e dai prezzi gonfiati, escludendo la Ulica Knez Mihailova è la trafficatissima Skadarlija, che qualche bella sorpresa comunque la riserva. Basta saper cercare senza farsi confondere da profumi e musica flok.
Pronto per un viaggio culinario tra le vie della capitale serba?

Cosa mangiare e bere a Belgrado

Prima di concentrarsi sul dove, passiamo brevemente in rassegna il cosa. Come scegliere cosa mangiare dalle ricchissime offerte di kafane e pekare di Belgrado? La città, così come il resto della Serbia ed i Balcani in generale, è un tripudio di carne, formaggi e verdure; qua e là spuntano anche pesci di fiume e lago, sui quali però non posso esprimermi.

Carne dicevamo, la regina incontrastata della cucina serba. Difficile, se non impossibile, trovare un ristorante tipico che non la serva alla griglia. Sono i ćevapčići (o ćevapi), polpettine di carne dalla forma allungata, a farla da padrona, seguiti dalla pljeskavica (mega hamburger) ed i ražnjići (spiedini di carne). La klobasica, speziata e leggermente piccante, è una salsiccia che porta dritti in paradiso, ed è il piatto al quale personalmente non so proprio rinunciare. Mentre eventuali contorni, se non specificato, vanno ordinati a parte (inclusa la pita, il pane), sul piatto solitamente si trovano cipolla bianca finemente tritata, kajmak (formaggio a pasta morbida piuttosto grasso, simil mascarpone) ed ajvar (salsa a base di peperoni – anche piccanti – grigliati).

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Tra le verdure, peperoni (paprike) e patate (krompir) vanno per la maggiore. I peperoni grigliati ripieni di kajmak e fritti sono l’antipasto che non può mancare sulla tua tavola, così come un tagliere di affettati misti (di solito affumicati) e formaggi locali. A seguire, o al loro posto, da assaggiare la čorba, minestra di carne o verdure, o il succulento prebranac, minestra di fagioli bianchi e cipolle al forno al quale si possono aggiungere un paio di klobasice. In generale, e quasi incredibilmente, anche i vegetariani possono assaporare senza troppe difficoltà piatti tipici e gustosi.

Dalla kafana (equivalente della nostra trattoria), alla pekara, luogo ideale per un pranzo gustoso e super economico.
Le panetterie di Belgrado sono aperte a tutte le ore, e vendono molto di più di semplice pane/pizza/schiacciate/brioches. L’ingrediente base è la pasta fillo, fondamentale per la preparazione sia della srpska gibanica (ripieno di kajmak, formaggio fresco e volendo uova) che dell’onnipresente e delizioso burek (torta ripiena di carne e/o formaggio e/o verdure o marmellata/frutta/cioccolato). Anche la pita è presente con molteplici farciture, a seconda del gusto.
A chiusura di qualsiasi pasto, o come merenda, una bella palačinka (crepes dolci) spalmata di Eurocrem e passa la paura!

Mi tocca menzionare anche lo spuntino/merenda. Una qualsiasi pasticceria è sempre un’ottima scelta, le torte presenti sul menù sono davvero una gioia per gli occhi e per lo stomaco, soprattutto per chi è goloso come la sottoscritta. Oltre alla krempita (simile alla torta di Bled), alla torta di Mosca e alla super sorpresa trileće (di origine albanese), ce n’è davvero per tutti i gusti. Se al contrario propendi per il salato… cosa ne dici dei pop corn (kokice in serbo)?? Si, hai capito bene. Il centro di Belgrado è pieno zeppo di carrettini che ne sfornano freschi dalla mattina, per la felicità non solo dei più piccoli. Io ad esempio non riesco proprio a resistere, ed è una delle particolarità che hanno contribuito a farmi conquistare da Belgrado.

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Sul cosa bere, il discorso è piuttosto sbrigativo e gira molto intorno agli alcolici. Impensabile andare a Belgrado, o in Serbia, o nei Balcani, senza assaggiare la rakija, amatissimo super alcolico a base di frutta amatissimo. Io ho provato quelle al lampone (malinova), all’albicocca (od kajsije o kajsijevača) e alla mela cotogna (dunjevača), tutte meritevoli.
Le birre più diffuse sono invece la Jelen (a mio parere, la migliore), la Lav e la Zaječarsko; anche qui tuttavia hanno preso piede le birre artigianali, se ti capita ordina senza pensarci quelle del birrificio Kabinet, Salto Pivo, Ravangrad o Crow Brewery.

Dove mangiare (bene) nel centro di Belgrado

Colazione regale, che sia al forno o in hotel

Mangiare tipico E leggero in Serbia, qualunque sia il pasto, non è semplice. Certo, Belgrado è una metropoli multiculturale, e ad esempio una “colazione all’italiana” è ormai piuttosto semplice da reperire. Ma perché togliersi il piacere di farla in un luogo senza tempo come l’hotel Moskva? Il ristorante del bellissimo e storico edificio in stile liberty in piazza Terazije per fortuna non è riservato solo a chi vi soggiorna. A colazione, il menu prevede meravigliose fette di torta e qualche opzione salata, ma è per la Moskva Šnit che lo si sceglie.

La “torta di Mosca” è stata inventata nelle sue cucine ed è il marchio di fabbrica che tante pasticcerie in giro per la città provano (senza successo) a replicare. Un po’ come la torta di Bled insomma. Ma stavolta, oltre alla crema, c’è un connubio di frutta: ciliegie, pesche, ananas, mandorle e noci. Semplicemente divina. A rendere la colazione perfetta, oltre alla location, un espresso (accompagnato da uno sciccosissimo mini pasticcino) che non ha niente a che invidiare a quello italiano, giuro!! Spesa decisamente più alta della media (4€ circa la torta + 2€ il caffé + mancia al cameriere del 10% circa), ma ne vale davvero la pena.

Se questa scelta non ti convince, l’altrettanto valida alternativa è quella di entrare in un’altra pasticceria (non che i prezzi siano molto inferiori, e la qualità del caffé non si avvicina minimamente) o in una delle decine di pekare disseminate ovunque a Belgrado. Alcune offrono dei tavolini per consumare sul posto, ma la normalità è gustarsi la colazione su una panchina o direttamente mentre si cammina.

Ogni pekara (o quasi) è un piccolo angolo di paradiso ed è ricchissima di prodotti freschi. Dove andare a parare l’ho già anticipato prima: se ami il dolce, una pita ripiena di marmellata e pezzi di frutta (quello alla ciliegia è divina) è ottima; la baklava, piuttosto diffusa, è un’opzione sempre valida se si amano il miele e la frutta secca. Per un tocco di salato, un burek al formaggio magari, se la carne ti rimane indigesta la mattina. Propendendo per la panetteria, anche il conto cambia: difficilmente abbiamo speso più di 2,5€ in due, bevande incluse.

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Pranzo per strada o tra i banchi del mercato

L’opzione pekara è validissima pure a pranzo. Ci siamo trovati spesso ad acquistare qualche prelibatezza insieme alla colazione al forno di turno, che ha una scelta sempre vastissima ad un costo quasi ridicolo. Mentirei se dicessi di ricordare i nomi di tutte quelle che abbiamo provato, però la pita della (dall’esterno davvero poco invitante) Pekara MZ, nei pressi del Tempio di San Sava, ancora me la sogno. Benché le pekare vecchio stampo abbiano un fascino davvero speciale, ci sono alcune decisamente più moderne, soprattutto nel centro di Belgrado. La catena LULU è forse la più presente, i suoi prodotti sono eccellenti e spaziano dal tipicamente serbo/balcanico all’internazionale.

Tra le panetterie più trafficate, quelle che delimitano il perimetro o definiscono i settori dei due mercati più importanti di Belgrado: il centralissimo Bajlonijeva Pijaca, a metà tra Skadarlija e Dorćol, ed il Kalenić Pijaca, a 5 minuti a piedi dal Tempio di San Sava. Non dovresti precluderti l’esperienza di girellare tra le loro straripanti bancarelle, questo che tu voglia o meno pranzare sul posto. Ufficialmente mercati agricoli ed ortofrutticoli, non ci si limita però a frutta, verdura e fiori; macellerie e pescherie, oltre ai già citati forni, sono d’obbligo, così come qualche banco di latticini, vestiti e cose per la casa.

Anche se ciò che abbiamo apprezzato di più sono i prodotti tipici di produzione artigianale/casalinga, tra cui l’onnipresente rakija e vari tipi di ajvar. Sembra quasi di fare incursione nelle abitudini quotidiane dei belgradesi, che affollano le due piazze dall’apertura (alle ore 6) alla chiusura (ore 19 per il primo, ore 17 per il secondo). E se proprio non riesci a decidere cosa assaggiare, buttati sui frutti di bosco: lo sapevi che la Serbia è il più grande esportatore di lamponi a livello mondiale?

Cena tradizionale, dal tocco bosniaco o con un pizzico di modernità?

Se per le pekare c’è l’imbarazzo della scelta, inutile dire che vale lo stesso per ristoranti, che hanno spesso prezzi davvero onesti per le tasche di un visitatore che proviene dall’Italia, e con porzioni sempre piuttosto abbondanti. Particolare da non sottovalutare: sono aperti non stop dalla mattina a sera inoltrata.

Se hai resistito alla tentazione durante il pranzo, non puoi non dedicare almeno una cena ad un buon piatto di ćevapi. Ed in questo caso, stai sicuro, una portata regolare ne conterrà talmente tanti (10 pezzi di solito) che sul menù ci sarà anche la mezza porzione. Ero tentata di sceglierla da “Walter Sarajevski Ćevap” dopo essere quasi scoppiata in più di un’occasione, ma un nostro amico di Belgrado con cui siamo usciti ha scelto il ristorante definendoli tra i migliori della città… e chi siamo noi per tirarci indietro? Walter è una catena piuttosto nota e presente in molte città della Serbia, ma questo non pregiudica la qualità del cibo, che non si discute.

A Dorćol, covo di locali e ristoranti di ogni tipo (nonché gli esempi più interessanti di street art a Belgrado), c’è anche New Balkan Cuisine Iva, che per noi si è rivelata una vera sorpresa. Gli ingredienti sono quelli tipici della cucina serba e balcanica, ma rivisitati e presentati in maniera innovativa e molto invitante. I prezzi sono appena più alti del solito, ma ti assicuro che vale ogni singolo dinaro.

Chiudo la lista con il ristorante che abbiamo frequentato di più nel corso dei nostri due viaggi nella capitale serba, benché la differenza (soprattutto di prezzo, che rimane comunque valido) tra la prima e la seconda volta ci abbia lasciato un po’ di amaro in bocca. Ci troviamo poco più in là, nella celeberrima Skadarlija, luogo di tentazione alcol-gastronomica per eccellenza; a Dva Jelena siamo capitati quasi per caso, e ci siamo fatti trascinare dall’ampia scelta nel menù e da quell’aria più “aristocratica” rispetto ai diretti concorrenti. In effetti accompagna sempre la sensazione che anche la “Belgrado bene” spesso e volentieri lo scelga, segno inconfutabile della qualità del cibo. E in effetti, i loro peperoni fritti ripieni di formaggio ancora me li sogno! Se poi si cerca la vera esperienza serba, quella fatta anche di musica dal vivo durante il corso di tutta la cena (direttamente al tavolo, se si “sta al gioco”), questo è davvero il posto giusto.

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Chiudere (o iniziare) la serata a tutta birra

Chi, se non il nostro amico “local”, poteva trascinarci in un pub (centrale, ma imboscato) e farci buttare giù una pinta di birra come aperitivo? Ok che sto con un ceco e che in un pub all’ora di merenda c’ero già entrata, ma consumando altro, ecco. Invece da Samo Pivo la scelta è quasi obbligata, anche perché le birre alla spina offerte sono così tante e particolari che resistere è impossibile. Inoltre il menù, un’enorme lavagna a tutta parete, viene aggiornato spessissimo, e davvvero non si rischia di annoiarsi tornandoci anche più giorni consecutivamente.

La mia “Honey, I’m drunk” a base di miele si è meritata un bel 10, quella di Pavel al lampone altrettanto. L’unica bega è proprio scovare l’ingresso: da Teraziije, direzione Slavija, bisogna imboccare un sottopassaggio all’apparenza abbandonato (ed un po’ losco) fino a trovare l’unica fonte di luce (e vita), “Solo birra” appunto! Esperienza da fare.

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