I 5 piatti più strani che ho assaggiato in Scozia

In Scozia si mangia male.
…..
…..
…..
Eccola là, una delle balle più grosse alle quali si va incontro quando si parla di cucina scozzese, nonché purtroppo una delle più diffuse.
Pensando ai piatti tipici britannici in generale, ciò che viene in mente è il classico fish & chips, che di certo accomuna tutte le terre del Regno Unito ma che non può essere classificato come specialità locale scozzese al pari di altre. Ammetto che ogni qual volta ci troviamo in Inghilterra andiamo a finire in un pub per il pesce fritto e patatine o in un ristorante etnico, semplicemente perché non c’è niente in un “normale menù” che ci stimoli.

Al contrario, la cucina scozzese è molto più varia, ricca, gustosa, spesso preparata con ingredienti di altissima qualità. Leggera quello no, anzi… colpa del clima rigido (un po’ come per i piatti tradizionali della Repubblica Ceca), va bene, ma questa loro attitudine a friggere qualsiasi cosa sia commestibile gli è un po’ sfuggita di mano!
Sono strettamente legati al fritto la maggior parte dei piatti scozzesi più strani che abbia assaggiato, ora che ci penso…  tutte robe che ti fanno ingrassare solo a leggere gli ingredienti.
Volete qualche esempio? Cinque dite che bastino?

#1 Haggis, scotch egg ripieno di haggis, neeps and tatties con haggis, haggis pie….

Iniziamo col grande classico. Perché quando si parla di cucina scozzese tradizionale, il piatto principe non può che essere lui: l’haggis!
Come forse già saprete, l’haggis classico è un insaccato riempito con interiora di pecora (polmone, cuore, fegato) macinato insieme a varie spezie, sale, farina d’avena, cipolla, grasso di rognone. L’aspetto è terrificante tanto quanto la descrizione, inutile girarci intorno. Ma una volta in bocca, se si riesce magari a non pensare a cosa si sta esattamente mangiando, la musica cambia.

  • Io non l’ho mai provato in versione “insaccata”, anche perché, per quanto buono, alle lunghe è pesantuccio e un tantino stucchevole.
    Non mi sono fatta mancare mille altre varianti però:
    mini-porzione di haggis accompagnata da verdure di stagione;
    polpettine di haggis;
    scotch egg (uovo sodo avvolto nella carne, in questo caso di pecora, e fritto) all’haggis;
    neeps & tatties
    (rape gialle e patate) con haggis, piatto principe questo della Burns night;
    haggis pie, molto simile al piatto con neeps & tatties ma con gli ingredienti sistemati a strati in una piccola pirofila monoporzione e cotti in forno, il tutto accompagnato da verdure di stagione ed una deliziosa salsa al whisky da versare sopra. C’è anche “rivestito” in pasta sfoglia, a mo’ di torta salata;
    balmoral chicken, ovvero petto di pollo ripieno di haggis con verdure ed immancabile salsina al whisky già incorporata.

Ok, fermi. Non avevo mai realizzato quanto haggis avessi ingurgitato in vita mia finora. Ed io che pensavo di essere schizzinosa…

#2 Chip butty

Della serie “se non è fritto non è buono” la specialità tipica, in realtà più britannica che scozzese, di assaggio più recente: il chip butty. Ora, quando io l’ho ordinato ad una delle bancarelle dei mercatini di Natale di Edimburgo, non sapevo neanche lontanamente di cosa si trattasse; era una delle poche cose con un nome inglese in un mercatino altrimenti tedesco e francese, e tanto bastava.

Immaginate la mia faccia quando il tizio mi serve una cofanata di patatine belle unte con in mezzo un panino (il butty) ripieno di patatine fritte!!! Dopo il piccolo shock iniziale, e dopo averlo bene bene condito con ketchup, maionese e senape (sia mai fosse troppo leggero), si è rivelata una scelta azzeccatissima e decisamente gustosa. Tanto che Pavel, dal non volerne sapere, se n’è pappato più di mezzo.

piatto tradizionale britannico chip butty patatine fritte in panino

#3 Barretta di Mars fritta in pastella

Mi chiamo Celeste e sì, ho assaggiato la bomba ipercalorica chiamata Mars fritto.
Premetto che con il Mars c’è un problema a monte, nel senso che è il mio snack cioccolatoso preferito. A mia discolpa dico anche che avevo più volte rinunciato a spappolarmi lo stomaco così, nonostante quella volta a Pitlochry la friggitoria ne servisse una versione da acquolina in bocca.

Ed invece siamo andati a rovinarci a Glasgow, mondo a parte nell’universo scozzese, in una specie di fast food locale in pieno centro, unto dentro e fuori. Abbiamo diviso una barretta in due, riuscendo (io) a sbrodolarmi mezza, ustionarmi la lingua e, mentre il caramello sciolto stile lava mi colava dalla bocca, a spergiurare che quella sarebbe stata la prima e l’ultima volta. Però era buono, bisogna ammetterlo.
Chissà se vale lo stesso per il burro fritto, la pizza fritta, l’haggis fritto (con tutto il budello eh, esiste davvero), i Tunnock’s Teacakes fritti… ecco, tipo che con questi ultimi ho un problema più grosso che col Mars, spero di non trovarli mai in vendita.

#4 Cranachan

La prima volta che ho assaggiato il cranachan, dolce tipico scozzese solitamente servito al bicchiere, non mi ha nemmeno sfiorato l’idea che potesse essere considerato come qualcosa di strano. Eppure visto dall’esterno, magari da chi di Scozia ne sa poco o nulla, l’accozzamento dei suoi ingredienti suona piuttosto inusuale: avena, whisky (single malt), lamponi, miele e panna (meglio se double cream). Delle volte pure shortbread, il famoso biscotto all burro. Ovvero tutti ingredienti locali amatissimi uniti insieme in un gran dessert.

Il cranachan è la Scozia in un piatto, anzi, in un bicchiere. Non manca nessuna consistenza e nessun sapore prevalica sull’altro, si sente tutto distintamente. In molti ristoranti lo si può ormai trovare in diverse varianti, io stessa ho provato a cucinarlo anche sotto forma di cupcake o cheesecake con ottimi risultati. A differenza dei piatti precedenti, non mi stancherei mai di mangiarlo!

cranachan dolce tipico scozzese con avena miele whisky lampone panna shortbread

#5 Irn-Bru e bibite Barr

Ok, tecnicamente non sono un piatto tipico, ma le bevande prodotte dalla Barr fanno a pieno titolo parte del DNA degli scozzesi.
La più famosa è senza dubbio la Irn-Bru, bibita di colore arancione che in patria è consumata, primo ed unico caso al mondo, più della Coca Cola. La si trova ovunque ed in qualsiasi misura, dalle mini lattine da 0,15l alle super bottiglie da 3 litri; giusto per dare un’idea di quanta ne buttino giù! Il suo è un sapore molto particolare che non saprei nemmeno come descrivere. Ho provato a fare una ricerca su Google, e la risposta di un utente scozzese la dice lunghissima:

Fuck knows, I’m just glad it exists.”
(So’ un’accidente, sono solo felice che esista)

Inutile dire che non ci sono vie di mezzo: si ama o si odia. Io (che ve lo dico a fa’) la amo alla follia!
Non posso dire lo stesso delle altre bibite della Barr. Quelle al sapore di gomma da masticare e gelato, dai colori blu e rosa fuxia, sono tra le robe più allucinanti che abbia mai assaggiato in vita mia. Se siete auto-lesionisti quanto me, niente paura: per trovarle, insieme a molte altre varianti, basta entrare in un qualsiasi mini-market o supermercato scozzese.

There are 2 comments
  1. L’haggis mi piace un sacco anche se in effetti può essere un po’ pesantuccio 😉 Adoro anche lo scotch egg e tra l’altro nella mia città un ristorante lo ha elaborato in Bra Egg: Bra è il nome della mia città e della salsiccia omonima usata come ripieno dell’uovo – se capiti da queste parti la devi provare.

    • Credo che prendendo l’haggis tradizionale senza verdure ne riuscirei a mangiare giusto due cucchiaiate!
      Ma che bella l’idea del Bra Egg, mi piace un sacco. Così come amo gli insaccati (se non si fosse capito), quindi immagino che sia davvero buonissimo. Se capito dalle tue parti sicuramente non mancherò di assaggiarlo, grazie della dritta :*

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

div#stuning-header .dfd-stuning-header-bg-container {background-image: url(https://www.berightback.it/wp-content/uploads/2019/12/bibite-barr-tipico-scozia-irn-bru-piu-bevuta-di-coca-cola-berightback.jpg);background-color: #2ac8e0;background-size: cover;background-position: center bottom;background-attachment: fixed;background-repeat: no-repeat;}#stuning-header div.page-title-inner {min-height: 300px;}div#stuning-header .dfd-stuning-header-bg-container.dfd_stun_header_vertical_parallax {-webkit-transform: -webkit-translate3d(0,0,0) !important;-moz-transform: -moz-translate3d(0,0,0) !important;-ms-transform: -ms-translate3d(0,0,0) !important;-o-transform: -o-translate3d(0,0,0) !important;transform: translate3d(0,0,0) !important;}#main-content .dfd-content-wrap {margin: 0px;} #main-content .dfd-content-wrap > article {padding: 0px;}@media only screen and (min-width: 1101px) {#layout.dfd-portfolio-loop > .row.full-width > .blog-section.no-sidebars,#layout.dfd-gallery-loop > .row.full-width > .blog-section.no-sidebars {padding: 0 0px;}#layout.dfd-portfolio-loop > .row.full-width > .blog-section.no-sidebars > #main-content > .dfd-content-wrap:first-child,#layout.dfd-gallery-loop > .row.full-width > .blog-section.no-sidebars > #main-content > .dfd-content-wrap:first-child {border-top: 0px solid transparent; border-bottom: 0px solid transparent;}#layout.dfd-portfolio-loop > .row.full-width #right-sidebar,#layout.dfd-gallery-loop > .row.full-width #right-sidebar {padding-top: 0px;padding-bottom: 0px;}#layout.dfd-portfolio-loop > .row.full-width > .blog-section.no-sidebars .sort-panel,#layout.dfd-gallery-loop > .row.full-width > .blog-section.no-sidebars .sort-panel {margin-left: -0px;margin-right: -0px;}}#layout .dfd-content-wrap.layout-side-image,#layout > .row.full-width .dfd-content-wrap.layout-side-image {margin-left: 0;margin-right: 0;}

Scopri di più da *BeRightBack

Abbonati ora per continuare a leggere e avere accesso all'archivio completo.

Continua a leggere