Forse non tutti sanno che la qui presente toscana DOC in realtà è per metà sicula. Ok che babbo e nonni si sono trasferiti a Montepulciano quando lui aveva appena 3 anni, ma il sangue che scorre nelle vene è decisamente misto, che più misto non si può. Presumo che la nonna, capelli rossi ed occhi verdi, qualche infiltrazione nordica dovrà pure avercela… urge sto benedetto test del DNA!
La confusa premessa era soltanto per dire che da piccola la Sicilia era una tappa fissa e, benché non abbia visitato altre province tranne quelle di Trapani e Palermo, non credo che mi sia andata malaccio. Nonostante non ci torni da moltissimi anni, quelle bellezze ce l’ho ancora davanti agli occhi.
Anche se non capisco proprio come mai il babbo abbia aspettato quasi 20 anni per portarmi per la prima volta a Palermo, città che rappresenta splendidamente la storia “mista” della Sicilia. È di lei che parleremo nel #whatsinaname di questo mese, e di come il suo nome, con un significato quasi universalmente riconosciuto, sia cambiato con il cambiare dei “padroni”.
L’origine del nome Palermo: i fenici
La città venne fondata dai fenici intorno al VII secolo a.C., più o meno nello stesso periodo in cui nacque anche Roma.
I fenici, che erano un popolo molto pratico, non amavano mettere le cose “frivole” per iscritto: niente racconti, niente poesie, niente testimonianze dei propri possedimenti. L’unico appiglio sul primo nome della città si sono rivelate essere delle monete risalenti a quel periodo, ritrovate sia a Palermo che in giro per l’isola, che riportano la dicitura Zyz. E poiché Palermo era una delle città puniche più importanti, e quasi sicuramente dotata di una propria zecca, si è ipotizzato che in origine si chiamasse appunto Zyz (letto Sis).
Il termine fenicio si può tradurre con fiore, o con splendente/adornato. So cosa state pensando: cosa c’entra un fiore? Nell’antichità Palermo era attraversato da due fiumi, il Kemonia ed il Papireto, che sfociavano nel mare quasi nello stesso punto, dando dall’alto alla città l’aspetto di un fiore appunto. I fenici saranno stati anche dei “semplici” e praticissimi commercianti, ma io la trovo una cosa davvero dolce!
L’origine del nome Palermo: i greci
I greci provarono più di una volta a conquistare Palermo, senza tuttavia riuscirci.
La loro lingua stava comunque prendendo sempre più piede nell’isola, tanto che la popolazione cominciò ad utilizzare il termine ellenico, Panormos o Pànhormos, per definire la città.
Panhormos è il prodotto dell’unione di due parole: Pan (tutto) ed Hormos (porto). La traduzione in “tutto porto” è fin troppo scontata, considerando appunto che i due fiumi creavano un enorme porto naturale che si estendeva fin dentro al cuore della giovane Palermo.
Questa teoria è però stata messa in dubbio dallo studioso Giovanni Garbini, che riprende l’altro significato del fenicio Zyz, ovvero splendente/adornato, collegandolo al fatto che in greco Hormos significhi anche collana. Una collana rappresentata dai monti che circondano la città, quasi come se la abbracciassero.
Qual è quindi il reale significato, “tutto porto” o “tutta adornata”? Probabilmente non lo sapremo mai, ma nel dubbio voto per la seconda!
L’origine del nome Palermo: i romani
Palermo rimase nelle mani dei fenici fino alla I Guerra Punica (264-241 a.C.), nel corso della quale tutta l’isola venne conquistata dai romani. Romani che decisero di mantenere il termine greco per definire la città, limitandosi ad una piccolissima modifica per renderlo più vicino al latino: da Panormos a Panormus.
L’origine del nome Palermo : gli arabi
Palermo divenne capitale della Sicilia in seguito alla conquista araba dell’831.
La città cambiò totalmente volto, diventando un notevole centro commerciale e culturale.
Di conseguenza, il termine latino subì una variazione, trasformandosi in Balarm (pronunciato Bal(e)rm). Alcuni studiosi arabi dell’epoca ritenevano tuttavia che il nome comunemente utilizzato fosse Madìnah, ovvero LA città, a dimostrazione di quanto Palermo fosse importante.
L’origine del nome Palermo: i normanni
L’ultimo passaggio, che poi porterà al nome che utilizziamo comunemente anche ai nostri giorni, lo si deve ai normanni, che approdarono sull’isola nel XII secolo. Il termine arabo viene in gran parte mantenuto, trasformandosi prima in Balermus (quasi ad unire arabo e latino) ed infine in Balarmuh (pronunciato Bal(e)rmuh).
Benché questo mese la “storia” sia leggermente diversa, e le fonti davvero scarse, è stato davvero bello raccontare questo aspetto di una città splendida e frutto di così tante culture così diverse tra loro. Fa sentire anche me, in parte, qualcosa di speciale. Ed ogni tanto ci vuole, no?
Non conoscevo questa tua vena siciliana, Celeste, è una vera sorpresa! Si, urge il test del DNA, che incuriosisce tanto anche me. Soprattutto perché questa nonna dai capelli rossi e gli occhi verdi, potrebbe spiegare il tuo legame maniacale (richiamo) con la Scozia (e Sam).
Io, ragazza poetica, scelgo di pensare a Palermo con la forma di un fiore che sboccia!
Un bacione,
Claudia B.
Sai che sarei curiosissima di fare il test? Ci dev’essere per forza una percentuale nordica, per forza. Ed è sicuramente per quella che sono sullo psicotico andante per un tizio dai capelli rossi, altrimenti non l’avrei mai neppure guardato da lontano, figuriamoci…
Il fiore che sboccia è un’immagine romanticissima, ed essendo noi ragazzuole dolci e delicate (….) non potevamo che optare per quella, chiaramente xD
Baci baci amica pugliese!
Mi piace molto l’idea di una città tutta adornata 😍 E a questo punto mi viene in mente che forse varrebbe la pena di andare a fondo e scoprire qualcosa in più sulle origini del nome della mia città: Pocapaglia. Mentre il “capoluogo” è Bra, nome che fa sempre sorridere gli anglofoni…
Guarda Silvia, purtroppo è già un casino trovare info su città più grandi (tipo Palermo appunto, solo 2 fonti riportate in fondo), ma per i paesini più piccoli sarebbe davvero bello! Hai idea da dove possa venire il nome del tuo? Io su Montepulciano lessi qualcosa tempo fa, magari se è interessante potrei esaminarlo più avanti… Bra vince su tutto xD
Grazie di essere passata, un bacione!
In effetti si trova molto poco online sull’origine del nome dei paesini molto piccoli: spero di approfondire presto con una visita al castello di pocapaglia. Il problema è che il conte che ci vive apre le porte della sua dimora solo una volta ogni morte di papa – e anche per questo sono curiosissima di incontrarlo di persona!
Un castello e un conte??? Accidenti!! Allora tanto piccolo non sarà. Che spettacolo però!
Tipo 3.000 abitanti, figurati!
Ma pensa te! Il mio di paesello ne ha 2000 e qualcosa di abitanti, ma è già tanto se c’è il centro civico…
Se consulti il Bellafiore trovi un sacco di info 🙂
Grazie mille del suggerimento, ci darò volentieri un’occhiata 😉
Mhhhhh secondo me urge un test del DNA proprio per la stessa Palermo con tutte le dominazioni che ha subito 😀
Fallo il test Celeste! Aspetta aspetta e se esce che sei proprio del ramo Heughan? Non potresti più farci cattivi pensieri hahahah! 😛 Buona festa! :**
Sarebbe super interessante esistesse un test del DNA anche per le città, sai che ganzata!! Palermo probabilmente sarebbe uno di quei luoghi più “strani”.
Io devo farlo, sì sì, volevo aspettare qualche promozione in realtà… e ci mancherebbe altro che viene fuori che ho un 1% scozzese, col culo che mi ritrovo saremo imparentati e addio sogni di gloria xD
Anche se in ritardo, buona festa anche a te Orsa <3
Non avevo idea di questa tua parte sicula, che bello!! Io adoro la Sicilia ❤
Io voto per una Palermo adornata di fiori, che dici? Si sposa alla perfezione con l’idea che ho della Sicilia, estate perenne e bellezza 😍
Un bacione
Mi piacerebbe scoprire altre zone della Sicilia, ma è da tantissimo che non ci torno come si deve, e sono abbastanza sicura che se rimettessi piede ad Alcamo tutto il mio tempo sarebbe “prosciugato” dai parenti… quindi tendo sempre a rimandare. Ma Palermo mi è rimasta nel cuore, nonostante l’abbia vista troppo di corsa mi ha lasciata a bocca aperta. E sì, i fiori le si addicono proprio <3
Un abbraccio!!