Estate 2016, day #1 – Austria, Hallstatt ed altre perle

Il primo vero giorno di ferie, ovvero lunedì 1 agosto, lo abbiamo passato girovagando tra vari paesini della della Stiria, dell’alta Austria e del Salisburghese, per la precisione rispettivamente Schladming, Halstatt e Bad Ischl. I nostri amici, che amano viaggiare in macchina, avevano già visitato la zona qualche anno fa e sapevano bene dove andare, quindi ci siamo affidati completamente al loro giudizio (che come poi vi dirò, non è sempre stata una buona idea).



1 agosto 2016

Partiamo alla buon’ora dopo aver fatto colazione nel nostro carinissimo appartamento, direzione Schladming, che si trova a circa una trentina di chilometri da Flachau ed è famosa per le competizioni sciistiche. La pioggia che ci accompagna lungo la strada decide fortunatamente di smettere non appena scendiamo di macchina. Parcheggiamo vicinissimi al Rathaus, un bellissimo edificio con un giardino molto curato, che si trova proprio all’inizio della via pedonale, che poi altri non è che la piazza del paese. Di fronte, nella piazza che ospita l’hotel Jufa, si trova un palo altissimo con in cima un abete ornato da nastri: è il Maibaum, una sorta di albero della cuccagna che viene usato per festeggire il 1 maggio; il perchè si trovi ancora lì è un mistero, o semplice pigrizia di chi dovrebbe smontare il tutto.

Dopo aver comprato qualche cartolina ricordo, ci dirigiamo verso la chiesa cattolica di San Achatius e alla adiacente cappella di Sant’Anna, che nonostante si trovino praticamente al centro di Schladming, sono circondate da un piccolo e curatissimo cimitero. Prima di passare all’altra chiesa, questa volta evangelica, che spicca con la sua sagoma bianca in contrapposizione con la gialla della precedente, ci fermiamo a prendere un cappuccino gigante alla caffetteria Stefflbäck.

Nel pieno delle forze, ci incamminiamo verso il sentiero che costeggia le bellissime cascate; non siamo gran camminatori, ma ad aver avuto più tempo saremmo andati avanti molto più di una mezz’ora: natura incontaminata, aria freschissima, poca gente, salite molto morbide… l’ideale per un po’ di relax!
Torniamo alla macchina, dove “assembliamo” al volo un panino dal “cestino delle provviste” dei nostri amici che, da buoni cechi (noi italiani gli facciamo un baffo in questo), hanno sempre dietro mille cose da mangiare e da bere. Non proprio l’ideale, ma riponiamo le nostre speranze sulla cena.

Hallstatt dista circa 80km e la strada che percorriamo è veramente pessima, piena di lavori in corso e con metà del manto stradale da rifare. Dopo un bel po’, raggiungiamo finalmente l’Hallstätter See, il lago su cui si affaccia la nostra meta, della quale abbiamo una bella visuale d’insieme. Pavel ci avvisa che l’ultima volta che hanno visitato il paesino, che rientra nel patrimonio UNESCO, i parcheggi erano così affollati che avevano dovuto lasciare la macchina a chilometri di distanza; avvicinandoci, sembra chiaro che anche stavolta non sarà diverso, ma proviamo comunque ad andare il più avanti possibile e riusciamo a trovare un buco in uno di quelli più vicini. Hallstatt è un vero e proprio gioellino in una striscia di terra tra il lago e la montagna e deve la sua ricchezza alle miniere di sale, anche se la difficoltà nel raggiungerlo nel corso dei secoli passati l’ha sempre lasciato abbastanza isolato.

La quantità di turisti, in proporzione alle dimensioni, è davvero esagerata. Siamo sorpresi nel notare che, a parte moltissimi cechi, sono quasi tutti giapponesi; ed ovviamente è quasi impossibile fare qualche foto decente, anche perchè i “tempi di attesa” sono decisamente lunghi. Per fortuna, Hallstatt è uno di quei luoghi che vanno soprattutto esplorati con il naso all’insù: le case di legno sono letteralmente appese alle pareti della montagna, una delle due chiese con il piccolo cimitero è raggiungibile solo attraverso delle scalette o delle stradine tra altre case, e almenò quassù si può godere del panorama senza l’ansia di essere travolti.

C’è anche la possibilità di prendere in affitto dei pedalò o salire a bordo di un traghetto per fare il giro del lago, due opzioni all’apparenza molto gettonate. La chiesa luterana e la piazzetta sono due gioellini, ma per tornare verso la macchina decidiamo di passare per una strada alternativa e meno caotica.
Non è il caso di rimanere qui per cena ed individuiamo in Bad Ischl, cittadina termale a circa 20km, la nostra meta ideale.
Vicino al parcheggio c’è anche una funicolare che conduce sulla cima della montagna che sovrasta il paesino, la vista sarà sicuramente da togliere il fiato, ma il tempo è tiranno e ci vediamo costretti a passare oltre.
Mi piacerebbe veramente tanto tornare in una stagione un po’ più calma…

Raggiungiamo velocemente Bad Ischl e parcheggiamo nei pressi della stazione ferroviaria, che si trova accanto alla principale stazione termale. Già da una prima occhiata, assomiglia molto a Teplice, stessa atmosfera e stessi edifici. Ci avviamo verso la strada pedonale Pfarrgasse, dove c’è una festa all’aperto e sono stati preparati dei tavoli, con tanto di musica dal vivo. Passiamo oltre alla ricerca di un posto dove mangiare e finiamo nella Schröpferplatz. Ordiniamo (sorpresa sorpresa) uno Schnitzel e una birra radler, che però non hanno niente a che vedere con la cena della sera precedente.

Facciamo poi un ultimo giro su uno dei ponti che si affaccia sul fiume Traun e lungo la Kaiser-Franz-Josef-Straße, viale che prende il nome dal più illustre dei cittadini di Bad Ischl, l’imperatore Francesco Giuseppe d’Austria, che aveva ricevuto in dono dalla suocera quella che oggi viene chiamata Kaiservilla, diventata poi residenza estiva della famiglia. Ci sarebbe piaciuto dare un’occhiata almeno da fuori, ma il parco su cui è stata costruita la villa chiude presto.

Stanchi morti, torniamo alla macchina e riprendiamo la strada, anche in questo caso “leggermente” accidentata, verso Flachau.
Programma per il giorno successivo: Bischofshofen e Salisburgo.

QUI l’album con le migliori foto!

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