Perché visitare Brno, la capitale morava dalle mille sorprese

Mi ci sono volute ben tre visite per riuscire a farmi finalmente conquistare da quella meraviglia che è Brno.
Le prime due neanche le conterei in realtà, risalgono ad una vita fa ed erano delle semplici gite giornaliere da Praga per fare qualcosa di diverso con la compagna di università in Erasmus o l’amica che mi veniva a trovare dalla Toscana. No, non contiamole, anche se qualcosa di a suo modo memorabile successe, nientemeno che una mostra dedicata ad Andy Warhol nell’ormai lontano 2007. Il ricordo di certo più vivido che ho della città insieme alla maestosità della Cattedrale dei Santi Pietro e Paolo. Un po’ poco, c’è decisamente altro a Brno oltre al Gran Premio della moto GP di Repubblica Ceca o chiese innegabilmente straordinarie.

Così ho approfittato di una fuga in solitaria di fine luglio 2023 con base a Praga per recuperare quella che continuavo a vivere come una grande lacuna. Perché se è vero che della Moravia conosco poco e niente (di questo devo ringraziare la mia non così dolce metà ed il suo essere originario di Teplice, città termale dalla parte opposta del Paese), il non dedicare almeno una misera giornata alla sua capitale l’avrei vissuto come un peccato quasi mortale considerate le circostanze. Libertà totale anche nel decidere di passare il week end lungo quasi senza dormire e farmi quasi 6 ore di treno in un caldo sabato estivo per abbracciarci, finalmente, con Brno. Diversissima da Olomouc, città che mi aveva stregato anni addietro, si è rivelata davvero una sorpresa per una miriade di ragioni che ne hanno sottolineato l’unicità. Te ne elenco 5 che dovrebbero convincerti seduta stante a candidarla come meta di uno dei tuoi prossimi viaggi!

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1. People make Brno. La città ed i suoi cittadini “sui generis”

Mi sono permessa di rubare lo slogan ad un’altra città a me particolarmente cara per cercare di descrivere Brno in maniera breve ma incisiva. Perchè se è vero che “People make Glasgow“, è altrettanto vero che ciò che rende unica la capitale morava sono proprio i suoi abitanti, che si parli di passato o di presente. Da importante centro universitario qual è, sarebbe sbagliato pensare che gli studenti siano i soli responsabili del suo essere così vivace e stimolante. Il centro è vissuto in tutto e per tutto dai locali, tanto che pare sia quasi impossibile farsi un giro senza incontrare qualche conoscente. E se lo dice David, favolosa guida d’eccezione (nonché Destination Manager) dell’ufficio turistico Go to Brno, chi sono io per dubitarne?

Anche perché a ciò bisogna aggiungere un bel po’ di aneddoti, storie, leggende che vanno a scomodare pure il Medioevo. Possiamo non parlare del coccodrillo imbalsamato (che per gli abitanti era un drago – Brněnský drak appunto – che però non sapevano che aspetto avesse) che penzola in bella mostra proprio sotto alla galleria del Vecchio Municipio (Stará radnice) di Brno, uno dei simboli della città? Oppure di una delle torrette facente parte della ricca decorazione sulla porta principale del suddetto municipio, decisamente storta, perché “tutti sono buoni a farne una dritta”? O ancora dell’orologio astronomico di Náměstí Svobody che dovrebbe simboleggiare un proiettile in ricordo della resistenza della città durante la guerra dei trent’anni ma che, oltre ad avere l’ora illeggibile, ha una forma che ricorda tutt’altro? La stessa forma compare magicamente piazzandosi sotto la statua equestre del margravio Josse de Luxembourg ed alzando la testa verso il muso dell’animale… ma lo scultore ha giurato che non ci sia niente di studiato. Come non menzionare poi il pesciolone ibrido che compare nella fontana del Parnaso e che in realtà dovrebbe essere un delfino, o la piccola statua a fondoschiena nudo che penzola dal cornicione di una delle finestre della Chiesa di San Giacomo Maggiore? 

Insomma, gli abitanti di Brno hanno poco a che spartire (e questo è spesso e volentieri un vanto) con i più sofisticati e snob praghesi. Non si prendono sul serio, si fanno una bellla risata sulle prese in giro (che addirittura vanno a scomodare l’origine del nome della città) ed anzi sono i primi a scherzarci sopra. Sono loro l’anima pulsante della capitale morava, che non avrà i monumenti dell’amata/odiata Praga ma ha molto altro da offrire proprio grazie a loro. E comunque niente paura, uscirà un post in cui ti racconterò gli aneddoti uno ad uno. Preparati, che ne vedremo delle belle.

2. Il mondo sotterraneo di Brno

Le particolarità di Brno non si fermano ai luoghi baciati dal sole. Nei sotterranei, la città nasconde un mondo tutto da scoprire e così ricco da renderla unica. Non dimenticherò mai quanto sia stato interessante esplorare il sottosuolo di Plzeň con i suoi freschi magazzini per la birra o quello di Tábor con i suoi rifugi “borghesi”. Ma qui ci vogliono ben 8 diversi tour per orientarsi almeno parzialmente nei brněnské podzemí, un vero e proprio labirinto fatto di gallerie, tunnel, cripte, bunker e chi più ne ha più ne metta.

Con un misero giorno a disposizione e molto altro da vedere, purtroppo ho dovuto sceglierne solo uno, optando per il più famoso e macabro: l’Ossario della chiesa di San Giacomo (Kostnice u sv. Jakuba). Anche in questo caso, non era la mia prima esperienza in un ossario in Repubblica Ceca, ma solo la catacomba di Brno può vantare il titolo di seconda più grande d’Europa dopo quella di Parigi (non per estensione, ma per numero di corpi). Gli oltre 50.000 resti umani risalgono soprattutto al periodo della guerra dei trent’anni ed alle successive epidemie di peste e colera, quando la mancanza di spazio per seppellire nuovi cadaveri costrinse le autorità a svuotare le tombe esistenti del cimitero all’interno delle mura cittadine per riutilizzarle, sotterrando così gli scheletri più vecchi. L’ossario quindi non è una semplice attrazione turistica, ma anche luogo di reverenza e rispetto. In Piazza dei Cappuccini (Kapucínské náměstí) si trova invece la cripta (Kapucínská hrobka) in cui riposano oltre 150 frati qui seppelliti tra il 1656 ed il 1784.

Occorre scendere 212 gradini per trovarsi nel cuore del Labirinto sotto il Mercato dei Cavoli (Labyrint pod Zelným trhem). Poiché il mercato esiste da secoli, non sorprende che questo spazio sotterraneo servisse come magazzino per il cibo ma anche per la birra ed ovviamente il vino (d’altra parte siamo in Moravia!) per i mercanti locali, o che come in tempo di guerra si fosse trasformato in un rifugio. Ciliegina sulla torta, il laboratorio dell’alchemista e la ricostruzione della gogna e della gabbia dei matti, entrambi presenti nella piazza del mercato nel XVII secolo.

Nel sottosuolo del nuovo municipio (Sklep pod Novou radnicí) è allestita una mostra che mescola il passato con la realtà virtuale, così da farti sentire parte integrante della storia di Brno coinvolgendo tutti i tuoi sensi. Una storia di cui fa di certo parte la fortezza dello Špilberk, i cui sotterranei tra la fine dell’800 e gli inizi del ‘900 fungevano da serbatoi d’acqua per l’intera città; sono loro ad essere diventati i primi accessibili al pubblico dopo gli importanti lavori di restauro, e dal 2020 i loro spazi unici ospitano una mostra permanente (Lapidárium) di antiche statue, sculture, lapidi ed ornamenti di palazzi. La zona di Žlutý kopec ospitava anch’essa degli enormi serbatoi, costruiti nella seconda metà del XIX secolo per far fronte alla scarsità d’acqua che aveva colpito l’intera città; oggi sono visitabili e sono forse lo spazio più impressionante che occupa i sotterranei di Brno, poiché sono stati edificati senza uso di ferro, legno o cemento, ma semplicemente attraverso l’uso di vari tipi archi rinforzati con argilla.

Completa la lista il bunker 10-Z, nascosto sotto la collina dello Špilberk ed in grado di rifugiare oltre 500 persone; moderno ed attrezzato per l’epoca, la sua unicità consisteva nell’avere un serbatoio d’acqua, un generatore di corrente e pure una centralina telefonica. Come se non bastasse, nel 1959 è stato “migliorato” tanto da diventare un rifugio anti-atomico, per fortuna mai utilizzato.  Altro rifugio anti-atomico è Denis (Kryt pod Petrovem), scavato nella roccia della collina di Petrov, a poca distanza dalla Cattedrale dei santi Pietro e Paolo; i suoi tunnel si aggrovigliano nel sottosuolo per circa un chilometro garantivano protezione per un massimo di 4 giorni ad oltre 3000 persone.

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3. Villa Tugendhat, l’icona dell’achitettura moderna

È nell’elegante quartiere collinare di Černá Pole che si nasconde uno dei 16 siti patrimonio Unesco della Repubblica Ceca.
Nasconde, letteralmente, perché se non fosse per la gente assiepata all’esterno nella speranza di entrare nonostante i biglietti siano esauriti da chissà quanti giorni, Villa Tugendhat sembrerebbe un edificio quasi anonimo in confronto alle villette in stile Liberty che popolano via Černopolní. Anzi, dalla strada forse non gli si presterebbe la minima attenzione. Poi varchi quel cancello, rigorosamente accompagnato dalla guida, e la prospettiva cambia, eccome se cambia.

Costruita in appena 2 anni (1928-1930) dall’architetto tedesco Ludwig Mies van der Rohe per i ricchissimi coniugi Tugendhat, la Villa è uno straordinario esempio di modernismo e funzionalismo. L’avere un budget pressoché illimitato e l’intero centro città ai propri piedi sono sicuramente stati di grande ispirazione per van der Rohe, che su indicazione della padrona di casa Greta (i due lavorarono a strettissimo contatto) non creò assolutamente nulla di superfluo e allo stesso tempo tantissimo di moderno.

Non sono solo i materiali impiegati (travertino italiano, onice marocchino, impiallacciatura da legni esotici, linoleum, vetro) ed il supporto in acciaio che appare per la prima volta in Cecoslovacchia a renderla unica, oltre a pezzi d’arredo che hanno letteralmente fatto storia ed in alcuni casi sono tutt’oggi in produzione. Al suo interno troviamo finestre scorrevoli, un sistema di riscaldamento e raffreddamento degli ambienti con l’utilizzo di sale marino, una camera oscura, un proiettore cinematografico, una lavanderia, addirittura un bidet. Avanti anni luce, in tutto e per tutto. Impensabile visitare Brno senza visitare villa Tugendhat, ma mi raccomando di prenotare con larghissimo anticipo.

La camera padronale di Villa Tugendhat (mio scatto, luglio 2023)

4. Architettura, che passione

Villa Tugendhat non è di certo il solo edificio di Brno degno di essere menzionato per il proprio stile architettonico. Anzi, la città è un fantastico miscuglio di stili diversissimi tra loro e che ne raccontano la storia come nient’altro potrebbe. Il consiglio di David di cui ho fatto tesoro, e che dovresti decisamente seguire anche tu, è quello di passare in rassegna i palazzi che si affacciano sulla centralissima Náměstí Svobody, cuore pulsante della capitale morava: qui troviamo Kleinův palác e Dům U Čtyř mamlasů, in stile neorinascimentale; Dům pánů z Lipé, in stile rinascimentale; Komerční banka, in stile funzionalista; Palác Omega, in stile moderno; ed ancora, altri palazzi in stile Art Nouveau/Secessione. Immagina quanti altri tesori puoi scovare anche solo limitandoti al centro storico!! Se anche tu, come me, hai un debole per il funzionalismo, non perderti l’Hotel Avion lungo la via pedonale Česká, tra i capolavori dell’architetto Bohuslav Fuchs. Se invece preferisci l’Art Nouveau, Villa Löw-Beer e Villa Jurkovičova sono delle vere e proprie opere maestre.

Una menzione a parte, e di certo non solo per il lato architettonico, se la merita la fortezza dello Spielberg, o detto alla ceca Hrad Špilberk. Castello costruito per volere del sovrano Přemysl Otakar II nel XII secolo, doveva fungere da bastione difensivo della città e per questo sorgeva sulla collina più alta. Baluardo della resistenza contro gli svedesi durante la guerra dei trent’anni, venne successivamente trasformata nella fortezza barocca più grande della Moravia e soprattutto nella prigione più dura dell’impero asburgico sotto il regno dell’imperatore Giuseppe II. Durante l’impero austriaco funse da prigione civile e nelle sue casematte vennero imprigionati anche prigionieri politici, tra cui molti patrioti italiani incluso Silvio Pellico (che qui scrisse il suo capolavoro “Le mie prigioni”). Caserma e prigione durante le guerre mondiali, dal 1960 è sede del museo civico e monumento culturale nazionale protetto. Impensabile visitare Brno senza dedicare un paio d’ore allo Špilberk.

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5. Brno gourmet, perché anche il palato vuole la sua parte

Dopo aver esplorato Brno in lungo ed in largo, un po’ di meritato riposo è d’obbligo. Magari in uno degli ottimi locali della città, rinomati in tutta la Cechia per l’assoluta qualità dei piatti ma non solo: quello che offrono sono esplosioni di sapore grazie ad ingredienti di prima scelta uniti in combinazioni originali e serviti in un’atmosfera autentica, che si tratti di cibo o bevande poco importa. La faccenda è così seria che ogni anno viene stilata da una giuria indipendente una lista di ristoranti, bistro, pasticcerie, caffè, pub/birrerie, bar/wine bar ed attività con cibo da asporto che rispettano questi quattro criteri, grazie ai suggerimenti sia dei cittadini di spicco e/o esperti del settore che dei visitatori. Gourmet Brno, questo il nome di una guida gastronomica unica nel suo genere, ha anche una mappa ufficiale scaricabile dal sito dell’ufficio del turismo e consultabile da smartphone, altrimenti se ci si trova in città si può optare per la versione stampata che include una breve descrizione di ogni luogo selezionato, disponibile anch’essa presso le molteplici sedi di TIC Brno. Dobrou chut’!

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