Sarà l’età che avanza, sarà che di natura sono sempre stata un po’ schiva, ma più passa il tempo e meno tollero la confusione. Ho sempre preferito le pareti della mia cameretta a quelle di una discoteca, il tavolino nell’angolo del pub con un paio di amici alle grandi feste dove conosci tutti e nessuno.
Ormai è così anche per le mete che decidiamo di visitare. Le più gettonate e sovraffollate le lasciamo volentieri agli altri (tranne te New York, noi ci incontreremo prima o poi), che qui ci bastano cittadine piccole e/o ancora semisconosciute.
Almeno quando non possiamo viaggiare fuori stagione s’intende. Perchè gente, anche un paio di giorni liberi fuori stagione possono fare magie, e portare in destinazioni che altrimenti lasceremmo da parte. Prendete me, che in questo 2018 mi sono fatta ammaliare per ben due volte da una città indissolubilmente legata all’estate, così tanto da sembrare quasi che nel resto dell’anno nemmeno esista. Sto parlando di Rimini, chi altro?
Essì, ora posso dirlo con certezza: Rimini fuori stagione è proprio qualcosa di speciale.
Seguitemi nella scoperta della città e ditemi se non ho ragione!
Rimini fuori stagione: Borgo San Giuliano
Ormai è mia abitudine sbirciare su Instagram prima di partire per una determinata destinazione.
Non potevo credere ai miei occhi quando digitando #rimini sono apparse delle casette coloratissime e dei murales straordinari! Apparentemente si trattava di un piccolo borgo di pescatori appena fuori dal nucleo del centro storico, Borgo San Giuliano, un angolo della città così tanto amato da Fellini che i suoi abitanti hanno deciso di celebrarne la vita e le opere sulle pareti delle abitazioni. Rendendolo davvero incredibile, straordinario, unico!!
E davvero facile da raggiungere: si può lasciare l’auto (o nel mio caso la bici) nel parcheggio di fianco al Ponte di Tiberio. Preparatevi, perché perderete la cognizione di spazio e tempo. Se non fosse stato per l’acquazzone autunnale che mi ha travolta nel bel mezzo della “trance fotografica”, probabilmente sarei ancora lì a scattare e sognare. Ma che arcobaleno è venuto fuori dopo…
Rimini fuori stagione: dal Ponte di Tiberio all’Arco di Augusto
Già dai nomi dei suoi monumenti più antichi, si capisce che Rimini secoli e secoli addietro ha rivestito un ruolo non certo di secondo piano sotto la dominazione romana.
Il Ponte di Tiberio è come una passerella che conduce idealmente nel cuore della città, anche se prima di attraversarlo vi consiglio di dedicare un po’ del vostro tempo al nuovissimo Parco XXV Aprile, almeno per apprezzare al meglio un monumento che a breve compirà 2000 anni. In sella alla mia prode bicicletta, mi sono poi diretta in Piazza Cavour, il cuore di Rimini, punto di partenza ideale per scoprire il resto del centro storico. Non che la piazza in sé dia poco da fare, intendiamoci! Sullo sfondo salta immediatamente all’occhio il Teatro Galli, alla sua destra ci sono i 3 palazzi comunali (Palazzo Garampi, Palazzo dell’Arengo e Palazzo del Podestà), mentre a sinistra le fotografatissime arcate dell’antica pescheria. Al centro, il monumento a Papa Paolo V e la Fontana della Pigna, unica fonte cittadina di acqua potabile fino al 1912.
Poco lontano sorge lui, Castel Sismondo. La rocca prende il nome dal suo costruttore, Sigismondo Pandolfo Malatesta, uno dei rappresentanti della casata nobiliare più importante nella storia di Rimini. Ciò che possiamo ammirare oggi non è che il nucleo centrale, che un tempo era circondato da mura, torri ed un fossato, andando a formare una vera e propria cittadella. Ho particolarmente apprezzato l’enorme lavoro di recupero dell’area circostante, dove da pochi mesi sorge una piazza/giardino che esalta l’imponenza del castello.
Dopo una breve ma bella camminata sui bastioni occidentali, unico luogo in tutta Rimini dove ho davvero avvertito il profumo dell’autunno, sono arrivata a Porta Montanara, un arco relativamente piccolo ma con alle spalle più di 2000 anni di storia (e taaaante vicissitudini). Per raggiungere invece uno dei simboli della città, l’arco di Augusto, ho attraversato in perfetta solitudine il vicolo di Santa Chiara, dove un po’ nascosto di trova il Santuario Madonna della Misericordia.
Già, l’Arco di Augusto, ovvero l’arco celebrativo più antico d’Italia. Eretto per volere del senato in onore dell’imperatore Augusto nel 27 a.C., è uno dei simboli di Rimini al pari del ponte di Tiberio, ed appare anche sullo stemma cittadino. È un monumento straordinario ed ogni suo più piccolo dettaglio ha un valore immenso.
Ma i resti dell’epoca romana non sono certo finiti qui. Ai margini del centro storico, non lontano dalla stazione, si trovano le rovine dell’anfiteatro, costruito nel II secolo d.C. per elevare il rango della città ed ospitare i combattimenti tra gladiatori; purtroppo durante la mia visita ho trovato tutti gli accessi chiusi e mi sono dovuta accontentare di ammirarlo dall’esterno.
Sulla strada verso il Tempio Malatestiano, non poteva mancare una breve sosta al mercato coperto, dove sono passata in un orario in cui stavano già rimettendo; il murales all’esterno però mi ha fatto innamorare, rappresenta quell’essenza un po’ vintage della Rimini più “nota” e movimentata, che non è certo quella storica.
Il Tempio Malatestiano dicevamo, ovvero il duomo cittadino e l’opera rinascimentale simbolo. Proprio come Castel Sismondo, è Sigismondo Pandolfo Malatesta a metterci le mani e rinnovare completamente la chiesetta già esistente, avvalendosi della collaborazione di artisti del calibro di Piero della Francesca e Leon Battista Alberti.
Pochi metri più avanti, sorge la seconda piazza più importante della città, Piazza dei Tre Martiri, l’antico foro romano che un tempo ospitava il mercato ed i tornei cavallereschi. Il nome è abbastanza recente e fa riferimento ai 3 partigiani qui brutalmente uccisi nell’estate del 1944. Su di essa si affacciano la Torre dell’Orologio, il Tempietto di Sant’Antonio da Padova e la moderna chiesa di San Francesco da Paola, costruita dopo i bombardamenti del 1944 che distrussero quella pre-esistente. Nell’angolo a nord si trova la statua di Giulio Cesare, teoricamente nel punto in cui il leggendario condottiero pronunciò la celeberrima frase “Alea iacta est“.
Ultimo stop prima di rimontare in sella è la stupefacente Domus del Chirurgo, un’abitazione romana del II secolo d.C. rinvenuta in Piazza Ferrari nel 1989 che deve il nome all’incredibile corredo di strumenti chirurgici che custodiva. La collezione è conservata al Museo della Città di Rimini, ma sul posto è possibile visitare i resti della casa ed i suoi mosaici.
Questi ovviamente sono solo i principali punti di interesse, ma girando per il centro storico di Rimini se ne trovano a non finire. Ed il bello è che potrete farlo in tutta calma. Niente ressa, niente code, niente confusione. Solo tanti riminesi che si godono la propria città in vostra compagnia!
Rimini fuori stagione: dove dormire
Non credo sia possibile quantificare il numero esatto di strutture ricettive presenti a Rimini e dintorni.
Di certo c’è che Rimini fuori stagione offre moooolta meno scelta che nei mesi più caldi, e tanti albergatori preferiscono tenere chiuso piuttosto che aprire ed occupare poche camere. Certo è che se non offri niente, in cambio difficilmente otterrai qualcosa. È stato ed è ancora così in moltissime realtà, non solo sulla costiera romagnola; basta prendere la mia Montepulciano, un paese per anni praticamente morto da novembre a marzo ed oggi magicamente risvegliato da vari eventi invernali.
Ci sono tuttavia le eccezioni che confermano la regola, ed il Rimini Suite Hotel è proprio una di queste. Ho soggiornato presto il moderno hotel di Rimini 4 stelle in entrambe le mie visite (febbraio ed ottobre) e sinceramente, continuerei a tornarci all’infinito. Ed è facile capirne il perché: tanto per cominciare, è aperto quando (quasi) tutto il resto del mondo è chiuso; si trova a 150 metri dalla spiaggia, e ad altrettanta distanza dalla fermata del bus che in 10 minuti porta diretti alla stazione di Rimini; mette a disposizione degli ospiti delle biciclette semi-elettriche accessoriate a piacere anche di navigatore/guida audio della città; la colazione è tra le più ricche ed abbondanti che abbia mai provato, è tutto freschissimo e ce n’è per tutti i gusti; all’esterno, oltre al patio ed al gazebo, c’è una deliziosa piscina che d’inverno ti accoglie con l’acqua calda ed un’atmosfera da sogno. Ah sì, e dell’aperitivo ne vogliamo parlare??
L’accoglienza poi è proprio quella tipica romagnola, i ragazzi dello staff sono tutti gentilissimi e super cortesi, sempre pronti a rispondere a qualsiasi domanda o venire incontro ad ogni richiesta.
Vi ho già parlato della bicicletta??? La bicicletta!! Era una vita che non ne usavo una, e la semi-automatica è stata proprio una bella scoperta. Dall’hotel al Ponte di Tiberio c’è una pista ciclabile quasi continua, una pedalata semplice e piacevole! Nonostante non conoscessi bene la zona, col tablet/navigatore non avrei mai potuto perdermi, ed una volta arrivata a destinazione l’ho portato con me per farmi raccontare Rimini ed i suoi monumenti, la sua storia.
Se le camere non fossero così accoglienti e super accessoriate, probabilmente non sarei mai scesa di sella.
Rimini fuori stagione: dove mangiare
Vado un po’ controcorrente, perché il locale dove tornerei a mangiare all’infinito non è uno che serve la tipica (e meravigliosa) cucina romagnola, ma pancakes. Club sandwich. Milk shakes. Roba esagerata in porzioni esagerate. Perdonatemi, ma il mio cuore appartiene alla White Bakery!
E la colpa è tutta di una romagnola DOC, tale Claudia Barbieri del blog Voce del Verbo Partire, che con le sue spedizioni ipercaloriche mi ha fatto desiderare di essere lì ben prima dello scorso febbraio. In inverno ci eravamo buttati a capofitto su una quantità di dolci dura da far fuori (stile Man VS Food dove però vince il cibo, di netto), mentre la frizzante aria autunnale e la pedalata mi hanno indirizzato su qualcosa di salato, un club sandwich al salmone e mango da far invidia a qualsiasi club sandwich abbia mai mangiato.
Insomma, se volete sentirvi negli Stati Uniti (tipo me insomma) anche se fisicamente siete a Rimini, la White Bakery è il luogo giusto per voi!
Mi sono goduta una Rimini fuori stagione diversa da quella dell’immaginario collettivo, sì insomma, quella Rimini fatta di spiagge chilometriche, ombrelloni, sdraio e valanghe di “forestieri”.
Ho visto una Rimini pulsante anche senza le migliaia di turisti, romantica nelle sue distese di sabbia infinite, viva nelle onde di un mare che aveva voglia di fare la voce grossa, unica nei suoi centenari monumenti troppo spesso snobbati. Ho parlato con i locali senza chiedermi se in realtà fossero davvero di lì, ho pedalato a perdifiato per delle piste ciclabili semideserte, sentendomi non un’ospite, ma parte integrante del posto.
Mi ci sono voluti oltre 30 anni per conoscerla come merita, ed ora chi la molla più?
PS: permettetemi di chiudere con qualche scatto fatto dalla spiaggia di Rivabella ad un mare che solitamente non amo, ma che stavolta mi ha rubato il cuore.
Perché quando si va al mare d’estate si è come “forzati” a fare il bagno, a ridere, scherzare, giocare. Divertirsi. Invece io me lo sono goduto come avrei sempre voluto e non avevo mai potuto fare, in completa solitudine e silenzio. Solo io, le onde e qualche gabbiano.
In una settimana come la mia dove tutto è andato storto, un bel weekend a Rimini senza gente e senza il calore dei mesi estivi sarebbe proprio la medicina giusta! L’hotel è bellissimo (che sogno la piscina con l’acqua calda) ed è un bene che ci siano delle strutture aperte in bassa stagione altrimenti tanti paesi sembrano delle città fantasma.
Anche il discorso cibo sarebbe un’ottima consolazione, ma d’altra parte con Claudia come guida non mi stupisco ❤️
Silvia dai, magari questa di settimana inizia nel migliore dei modi e ricevi qualche notizia consolatoria dalle autorità che in teoria dovrebbero tutelarti. Incrocio tutto, facci sapere poi!
Comunque sì, Rimini fuori stagione ha proprio tutto quello che si può desiderare ed anche di più. A me le mie zone fino a poco tempo fa davvero mettevano una tristezza infinita, ed anche in riviera vedere tutti quegli hotel fantasma un po’ lascia con l’amaro in bocca. Per fortuna c’è chi si impegna a cambiare la situazione!
Per il discorso cibo mammamia, quando torni a Rimini prova la White Bakery ma vacci con una fame da lupo, mi raccomando! Coraggio Silvia, ti mando un abbraccio forte!