Alla scoperta di Palazzo Pandolfini con Guido Tour Sharing

Firenze è casa.
Come altro potrei definire una città nella quale sono vissuta per 4 intensi anni di studio? Una città che tutte le mattine mi dava il buongiorno con il Duomo e la buonanotte con la torre di Palazzo Vecchio? Sono stata un’universitaria molto fortunata, questo è certo.
Eppure, e non lo dico senza un pizzico di vergogna, quella casa che amo ancora oggi alla follia la conosco proprio pochino. A mia discolpa posso dire che l’appartamento era centralissimo, in un vicolo tra Piazza Santa Croce e Piazza della Signoria; per me era quasi inconcepibile andare e tornare dall’università, anche lei a pochi passi dalla Cattedrale di Santa Maria del Fiore, senza fare il “giro completo”. Passavamo le nostre serate spulciando libri in Piazza della Repubblica, o vagando senza una meta strade di San Lorenzo.
Il resto? Nemmeno contemplato.

Immaginate quindi la mia sorpresa quando ho finalmente scoperto che il famoso Palazzo Pandolfini, del quale avevo spesso sentito parlare, si trova a pochi passi da una delle sedi della facoltà di lingue. E che se non fosse stato per una delle iniziative di Guido Tour Sharing, in collaborazione con l’Associazione Italiana Travel Blogger, ancora ne sarei all’oscuro. Non fate come me, inseritelo immediatamente nella lista di cosa vedere a Firenze!

firenze palazzo pandolfini papa medici leone x e clemente vii cornicione

Palazzo Pandolfini, i papi di casa Medici e Raffaello Sanzio

È stata Mariagrazia ad accompagnarci nel tour di Palazzo Pandolfini, ancora oggi abitazione privata del conte Pandolfini e della sua famiglia, che periodicamente aprono le porte della loro “umile” casa ai visitatori.
Pensare che quest’area di Firenze, inclusa via San Gallo 74, nel medioevo era aperta campagna è quasi inconcepibile. Eppure alcune caratteristiche dell’edificio lo testimoniano, così come i loggiati poco distanti mostrano la massiccia presenza di conventi ed istituti religiosi nelle sue immediate vicinanze. Ed è proprio un religioso, il vescovo di Troia (di origini fiorentine) Giannozzo Pandolfini, a divenire il proprietario esclusivo del palazzo.

Grazie all’amicizia con il papa Medici Leone X, Giannozzo conosce Raffaello Sanzio, ed incarica proprio il celeberrimo artista della progettazione della dimora fiorentina. Almeno secondo quanto riportato da Giorgio Vasari.
In realtà è un assistente, Giovanfrancesco da Sangallo, a portare avanti i lavori, seguendo un progetto di chiaro stampo e stile romano; stile che non attecchisce a Firenze nonostante la firma illustre di Raffaello. Conoscendo i fiorentini, non riesco a sorprendermene anche a 5 secoli di distanza!

Il “restyling” del palazzo, iniziato nel 1516, termina dopo varie vicissitudini solo col nipote di Giannozzo, Ferdinando, al quale probabilmente si deve anche l’iscrizione a caratteri cubitali sul fregio del cornicione. Insieme a quello di Giannozzo, appaiono i nomi di Leone X e Clemente VII, i papi di casa Medici. Un sobrio ringraziamento per tutti i favori ricevuti.
In particolare, la figura di Leone X è onnipresente, sia con un quadro ed un busto lungo una delle scalinate interne, che nei famosi giardini, dove troviamo ancora oggi statue e fontane donate dal pontefice alla famiglia Pandolfini.

firenze palazzo pandolfini ritratto di eleonora nencini una delle grazie di foscolo

La figura di Eleonora, la Grazia di Palazzo Pandolfini

Nel corso dei secoli, Palazzo Pandolfini e la sua nobile famiglia diventano un vero e proprio riferimento culturale in città. È col senatore Filippo che al palazzo vengono aggiunti alcuni edifici limitrofi, ma la vera figura di spicco arriva a fine ‘700.
Ed è una donna.
Ad Eleonora Nencini Pandolfini, figlia di Agnolo, si deve la prosecuzione della stirpe, portata avanti con l’adozione del nipote Alessio Hitrof. Ma non solo. In un’epoca nella quale la figura femminile non aveva diritto né di parola (se non per supportare il marito) né tanto meno di replica, ed era vista come procreatrice e nulla più, Eleonora riesce a vivere come meglio crede. E senza sottostare ai voleri di nessuno.

Non vi svelerò i segreti più succulenti, anche se posso anticipare che la sua vita amorosa è stata molto movimentata.
Grazie a lei, Palazzo Pandolfini torna ad essere un circolo culturale e letterario di primissimo piano e che ospita figure del calibro di Manzoni, Leopardi, Foscolo. È proprio quest’ultimo che se ne innamora, senza essere tuttavia ricambiato. Ciò non gli impedisce di trasformare Eleonora in una delle sue Grazie, la sacerdotessa dell’arpa, né di pubblicare alcune lettere a lei indirizzate nella sua opera più famosa, “Ultime lettere di Jacopo Ortis”.
E pensare che la nobildonna è spesso ricordata soltanto per il giardino all’inglese ed il giardino d’inverno nella splendida serra… lavoro senza dubbio pregevole, ma che sarebbe passato in secondo piano se solo avesse indossato i pantaloni e si fosse chiamata, chessò, Lapo…

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Visitare le bellezze nascoste di Firenze con Guido Tour Sharing

Palazzo Pandolfini rientra senza dubbio tra le bellezze nascoste di Firenze. Chi avrebbe mai immaginato che dietro ad un portone come tanti potesse nascondersi un terrazzo come ne ho visti pochi in vita mia? Una storia così unica? Un giardino simile? È sconvolgente che un ambiente esterno di tale dimensione e pregio possa trovarsi praticamente in centro città.
Ripeto, se non fosse stato per Guido Tour Sharing ne sarei ancora totalmente all’oscuro. E pensare che di visite “alternative” sul capoluogo toscano ne offrono tantissime e per tutti i gusti. Un’occasione perfetta per uscire dai soliti ed affollatissimi itinerari fiorentini in compagnia di guide super competenti.

Cos’è il tour sharing e perché il servizio di Guido è davvero innovativo

Il condividere un servizio con altri, amici od estranei che siano, negli ultimi anni è diventata pratica abituale.
Chi non ha se non provato, per lo meno sentito nominare, BlaBlaCar o simili?
Alla base c’è un principio semplicissimo: quello di vivere una certa esperienza in compagnia, ed allo stesso tempo abbattere i costi.
E se si può fare per un viaggio in auto, perché dovrebbe essere diverso per una visita guidata?

È esattamente questo che offre Guido Tour Sharing: visite di gruppo col supporto di preparatissime guide locali. Il funzionamento è davvero semplice: si prenota sul sito una certa attività; più persone aderiscono, più il costo a persona scende. Semplice, no?
Si possono coinvolgere amici e parenti, oppure incontrare sul posto estranei con i quali, chissà, magari si instaurerà un bellissimo rapporto. Anche perché alla visita segue sempre un “momento taverna”, per scambiarsi opinioni su quanto appena visto o semplicemente conoscersi meglio. Di certo l’aver condiviso un’esperienza culturale è già un’ottima base da cui partire!

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Pensavo di averne lette e sentite di tutte su papi ed intrallazzi vari durante la visita ai Musei Vaticani. Invece non si finisce mai d’imparare!
E scoprire qualcosa in più su una città con la quale si ha da sempre un rapporto speciale, bé… è davvero impagabile. L’entrare in palazzi nobiliari (questo poi che appartiene alla stessa famiglia da oltre 500 anni!) mi mette sempre un po’ in soggezione, e la fantasia vola a come doveva essere vivere lì nei tempi di maggior splendore. Capita anche a voi?
Dopo aver scoperto la storia di Eleonora, grande donna per il suo tempo e non solo per quello, non vedo l’ora di continuare ad esplorare Firenze, finalmente da una nuova prospettiva.

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